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Il senso di smilla per la neve - Smilla's sense of snow Anno: 1996 Regista: Bille August; Autore Recensione: l.a. Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 18-03-1998
ilSensoDiSmillaPerLaNeve1.html TEXTttxt | L_5ŗ Il Senso di Smilla per la Neve
(Smilla's Sense of Snow), di Bille August. Sceneggiatura, Ann
Biderman. Tratto dal romanzo di Peter Hoeg. Con Julia Ormond, Gabriel
Byrne, Richard Harris, Vanessa Redgrave, Robert Loggia. Usa, 1996.
Dur.: 1h e 55'.
Un bimbo muore cadendo dal tetto innevato del palazzo in cui
abita. Smilla, giovane donna di origini groenlandesi, non crede alla
tesi dell'incidente: ha visto le orme che il bimbo ha lasciato nella
neve, le ha "interpretate" grazie al suo sesto senso particolarmente
sviluppato per tutto ciò che riguarda i ghiacci, ne ha dedotto
che il bimbo è stato assassinato. Dato il suo carattere
agguerrito, si incaponisce nella sua convinzione ed inizia
un'indagine che la riporterà tra i ghiacci della sua terra
d'origine. Thriller psicologico e fanta-thriller al contempo, "Il
Senso di Smilla per la Neve" pare irrisolto ed impacciato nella
propria natura ambigua, condizionato dalle stesse caratteristiche che
avevano decretato vincente la formula del romanzo di Hoeg da cui
è tratto. Venendo a mancare (rispetto al romanzo) la voce
narrante della protagonista, l'inafferrabilità del carattere
di Smilla comporta già di per sé un piccolo giallo da
indagare; conseguentemente, il valore simbolico del personaggio,
portatore del senso di fierezza e di irrequietezza di un popolo per
troppo tempo sottomesso (solo nel 1981 la Groenlandia ha ottenuto
l'autonomia dalla Danimarca), risulta offuscato. Faticosamente ci si
districa nella contraddittoria rete di sentimenti di Smilla per
venire a capo della sua diffidenza cronica, della sua apparente
indifferenza e refrattarietà alle emozioni, della sua
ribellione ad ogni forma di potere; e la chiave del suo modo di
essere ci viene se non negata, quantomeno eccessivamente
procrastinata e diluita. Julia Ormond è brava
nell'intepretazione del ruolo della protagonista, ma non è
sufficiente allo spettatore per empatizzare col personaggio: ci si
trova catapultati in medias res senza appigli, senza guida; i
flashback non sono sufficienti a costruire a posteriori il legame tra
Smilla ed il pubblico. Il suo carattere letteralmente glaciale
costituisce un limite invalicabile. Il fanta-thriller in cui si muove
Smilla è piuttosto canonico come impianto: un incidente che
agli occhi della protagonista appare come un omicidio; il whodunit
(contraz. di who has done it?, chi l'ha fatto;
ovvero, intreccio impostato sull'enigma circa l'identità
dell'assassino) si rivela presto essere la chiave di volta di un
intrigo a sfondo scientifico di ben altre dimensioni di quelle
immaginate inizialmente dalla protagonista della detection. Ma la
suspense sembra vivere maggiormente dell'opzione un po' morbosa del
mostrare il bimbo nella drammatica cornice famigliare ed in balia del
dottore, piuttosto che dell'intreccio (che d'altra parte, a mano a
mano che si sviluppa e si svela, si dimostra decisamente pasticciato
e raffazzonato). Trait-d'union teso tra il mistero della
personalità di Smilla e quello del fanta-thriller è il
personaggio interpretato da un Gabriel Byrne sottotono, improbabile
avventuriero che farà breccia nel cuore della donna e
svolgerà una funzione di deus-ex-machina per chiudere la trama
principale incagliata nel noioso epilogo tra i ghiacci. La
fotografia, dominata dal grigio e dall'azzurro modulati nella loro
intera gamma per ottenere un effetto di freddezza che rispecchiasse
quella del paesaggio nel/del cuore di Smilla, non fa che acuire
l'impressione di gelida asetticità che la pellicola comunica.
Meglio leggersi il libro. 2BJECT_TYPE="LINK" LAST_VISIT="88ilSensoDiSmillaPerLaNeve1.html1 TEXTttxt _ { L/products/rd3d/pricing.html" ADD_DATE="889608820" LAST_VISIT="889608853" OBJECT_TYPE="LINK">MetaCreations | Ray Dream 3D | Availa 2:\+V 2 styl
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