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Rosetta
Anno: 1999
Regista: Jean-Pierre Dardenne; Luc Dardenne;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: Belgio; Francia;
Data inserimento nel database: 24-12-1999


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Rosetta
Di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Con Emilie Dequenne, Fabrizio Rongione, Anne Yernaux, Olivier Gourmet

Permettemi innanzi tutto una digressione, che la dice assai lunga sul livello di professionalità del nostro giornalismo cinematografico. Quando, lo scorso maggio, il film dei Dardenne vinse (giustamente, ci viene da dire col senno di poi) la 52a edizione del Festival di Cannes, una nota giornalista italiana protestò a gran voce la scelta fatta, usando termini assai poco lusinghieri verso il presidente della giuria, David Cronenberg ("morboso", tanto per dirne uno), contro il quale conduce una crociata personale da un discreto numero di anni. La suddetta giornalista parlò di scelta "comica", "scandalosa", che non fa bene al cinema. Passano i mesi ed il film esce (finalmente) nelle sale italiane e viene accolto assai favorevolmente dalla critica. Cosa scrive, a questo punto, la nostra illustre collega? Che "il doppio premio - Palma d'oro e interpretazione femminile - assegnato a Rosetta è un gesto importante, perché aiuta un film 'fuori moda' e riconosce al cinema il suo ruolo etico". Purtroppo per la nostra collega, non abbiamo la memoria corta e non esitiamo a dire che simili episodi proprio non fanno bene al nostro giornalismo.

"Rosetta" è un film che avrebbe potuto fregiarsi con ogni diritto del marchio Dogma95 (e sicuramente assai di più di alcune prove cerebro-intellettuali che della spontaneità e verità proclamata nel manifesto nulla hanno): girato prevalentemente con la macchina da presa a mano, con uno stile asciuttissimo, concreto e diretto, ci fa vivere in prima persona le disavventure di una giovane donna in un Belgio provinciale che, lontanissimo dalla ricchezza di Bruxelles, ci si mostra sporco, povero, zeppo di emarginazione e disoccupazione. Rosetta vive in una roulotte, ha una madre alcolizzata, non riesce a trovare un lavoro, è talmente disperata da arrivare a denunciare un amico pur di prendere il suo posto. Eppure Rosetta è una giovane piccola donna piena di forza ed orgoglio, di rabbia e di coraggio: non vuole lavorare a nero, vuole una vita normale, come quella di tutti. Quanti casi, simili al suo, ci saranno, in giro per l'Europa?

"Rosetta" è un film importante ed urgente, vicinissimo come concezione a "Ricomincia da oggi" di Bertrand Tavernier: a metà tra la fiction ed il documentario, non si perde nelle chiacchiere inutili che sembrano dilagare nella quasi totalità della produzione cinematografica di questo scorcio di millennio. La fame, la disoccupazione, la povertà, l'emarginazione: altro che diavoli e maledizioni, queste sono le cose di cui dovremmo aver paura, perché queste sono le cose che ci ritroveremo nel prossimo millennio, come terribile eredità di quello che si sta concludendo.
"Rosetta" e "Ricomincia da oggi" sono due film che andrebbero proiettati nelle scuole. Foss'anche solo perché hanno il coraggio di dire le cose come stanno, invece di rifugiarsi in mondi alternativi spaventosi solo per chi ha la pancia troppo piena per preoccuparsi veramente.