Scarface. Brian De Palma. 1983. USA.
Attori: Al Pacino, Michelle
Pfeiffer, Steven Bauer, Mary Elizabeth Mastrantonio, Robert Loggia, F. Murray
Abraham
Durata: 170’
Nel maggio 1980 Fidel Castro aprì
le frontiere con il presunto obiettivo di far espatriare una considerevole mole
di cubani verso la Florida. Il delinquente Antonio Montana è fra questi.
Spalleggiato dal suo compagno Manny, riesce ad ottenere un lavoro in cambio
dell’omicidio di un vero rifugiato politico. È il permesso di soggiorno. Dopo
pochi giorni, coloro che avevano commissionato l’assassinio si presentano alla
coppia e da allora per Tony e Manny si aprono le strade del sogno americano.
Prima con un colpo particolarmente pericoloso contro dei colombiani, per una
partita di cocaina, Tony si guadagna le simpatie del boss Lopez, ma quando
conosce Elvira, la donna di questo, s’infatua di lei e sogna di possederla. Il
profumo del potere rapisce Montana. Dopo una brevissima scalata, Tony va a
trovare la madre e la sorella Gina, anche queste espatriate ma che lavorano
legalmente nello stesso paese. La madre di Tony, conoscendo l’inclinazione del
figlio alla delinquenza, lo caccia di casa rifiutando i suoi aiuti economici.
Non è così per Gina, la sorella, che invece ne rimane attratta. Nel frattempo
Tony si reca in Bolivia per concludere un importante contratto con il
trafficante Sosa a nome del boss Lopez ma al suo rientro questo rifiuta
l’accordo e tra i due si scioglie il sodalizio. Tony Montana decide di mettersi
in proprio. Continuando ad importunare la donna di Lopez, costringe questo
prima a mettergli contro la polizia corrotta e poi a tentare di ammazzarlo con
due sicari. Sfuggito all’agguato Montana si vendica contro Lopez e assume il
comando del suo giro. Trasforma il giro d’affari in un impero. Assieme ad
Elvira, ottiene anche le simpatie di Sosa, ma aumenta in lui, soprattutto a
causa dell’eccessivo uso di cocaina, un senso di persecuzione che egli stesso
non nasconde come molto vicino alla paranoia. È incastrato dalla polizia
durante il conteggio di ben 3,000,000$ e deve farsi aiutare da Sosa per evitare
la galera. Il narcotrafficante gli offre protezione da Washington, grazie ad
alcune influenze, ma Montana deve eliminare un giornalista ed un parlamentare
boliviano che stanno per mandare in onda un filmato che denuncerebbe una serie
di persone importanti dei due paesi immischiate con il narcotraffico.
Posizionata una bomba sotto l’automobile del politico, Montana non riesce a
farla saltare in aria a causa della presenza dei figli di quello. È la fine.
Lasciato solo da tutti, scopre che Manny è sparito da giorni con Gina e
scoperti, uccide il suo amico, mentre gli uomini di Sosa sono già stati
incaricati di eliminarlo. Con il viso ed i vestiti ormai completamente
macchiati di cocaina, Tony affronta l’esercito di uomini da solo, ma
inutilmente.
Rifacendosi in larga misura allo Scarface
(1932) di Howard Hawks (al quale è dedicata la pellicola) ispirato a sua volta
dalle gesta del più conosciuto gangster della storia americana, Al Capone,
Brian De Palma monta un film d’ascesa e declino di un altro immigrato, questa
volta cubano (che odia i comunisti quanto i capitalisti). Eccedendo forse
troppo nel linguaggio e nella definizione dei personaggi, forzati tutti dalla
marcata interpretazione\presenza di un pur bravo Al Pacino (che il regista
sembra in alcuni momenti perdere dal controllo) il film rischia di annoiare una
volta che s’intuisce la parabola discendente del protagonista, anticipata con
largo tempo rispetto alla conclusione del film. Ad inserirsi come punto di
svolta è invece il gesto buono (quando decide cioè di risparmiare i
bambini) che in realtà sembra decontestualizzato rispetto alle oltre due ore di
violenza rampante che muove i fili della vita di Tony Montana. Opulenza portata
dagli eccessi fa scoppiare l’uomo (e la società che egli rappresenta) nelle sue
contraddizioni, riflessioni che affrontano Tony ed Elvira, accusandosi l’un
l’altra ma domandandosi entrambi “Che razza di vita è questa?”.
L’America, il sogno americano di un mondo che può essere di chiunque abbia
palle a conquistarlo, come recitano slogan pubblicitari o come si fa scrivere
Tony su una statua al centro della sua piccola piscina interna (“Il mondo è
tuo”) altro non è che un insieme di collusi (il sorriso di soddisfazione
del banchiere quando Tony deposita il suo denaro) che partecipano, tutti senza
distinzion fatta alla delinquenza (forse proprio eccetto i bambini, che Elvira
non può nemmeno avere per quanta cocaina assume) in un modo o nell’altro: i
trafficanti con quella dichiarata, i banchieri arricchendosi grazie a loro ed i
politici rastrellando voti in nome di una lotta alla delinquenza. La felicità è
un divertimento distorto che nasce soprattutto dal consumo (lo dice Tony alla
sorella, lo dice l’ispettore capo della narcotici Bernstein a Tony) e dalla
magra soddisfazione che questo apporta: mangiare, bere, scopare, sniffare,
soprattutto, metafora del consumo breve ed immediato… Non manca nel finale,
l’ambiguo rapporto tra fratello e sorella (versione bruna di Elvira), al limite
dell’incestuoso, del possessivo, al limite della follia: Tony chiede al
cadavere di Gina “Non essere arrabbiata…”. Molto bello l’ingresso di
entrambi i personaggi: primo piano circolare su al Pacino mentre risponde alle
domande dell’ufficio immigrazione e grazie alle quali risposte si autodescrive;
le spalle di Micelle Pfeiffer per tutto il tragitto dell’ascensore a vetri,
seguita dallo sguardo stordito di Tony. De Palma abbandona ogni tipo di
decostruzione dell’immagine lasciando che la narrazione proceda come un
treno, sicuro della fine, obbligata, convenzionale (Enrico Ghezzi – Paura e
desiderio). Unico momento in cui si avverte la presenza del regista è
quando Michelle e Pacino sono in auto, zoom e carrello in senso opposto, la
firma del regista. La sceneggiatura è stata scritta da Oliver Stone (che non
rinuncia mai a scrivere storie di una certa lunghezza). Film d’esordio per
l’attrice Mary Elizabeth Mastrantonio (Il dizionario dei film - Mereghetti
2000).
Bucci Mario
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