Videodrome.
David Cronenberg. 1983. CANADA.
Attori: James
Woods, Deborah Harry, Sonja Smits, Peter Dvorsky, Lynne Gorman
Durata: 90’
Toronto. Canada. Max Renn è uno
dei responsabili di Canale 83, un’emittente che trasmette porno e filmati
violenti. Acquista la serie Samurai dreams, di tredici puntate, ma ne
rimane insoddisfatto perché si tratta di un porno troppo sofisticato per
eccitare il suo pubblico. Nel laboratorio dell’emittente, Harlan riesce a
collegarsi con un ponte pirata ad un’altra emittente che invece trasmette
deliranti snuff movie sotto il nome di Videodrome. Max chiede ad Harlan di
creare un ponte più stabile, visto che riescono a rimanere collegati solo per
53 secondi, e nel frattempo partecipa ad un talk show sul rapporto tra immagini
e violenza e reazione degli spettatori. Alla trasmissione partecipano anche
Nicki Brand, una donna attraente e che lavora in radio, ed il professor Brian
O’Blivion che parla solo attraverso la sua immagine riprodotta in un
televisore. Un paio di giorni dopo Harlan riesce finalmente a creare un ponte
stabile ed a fare registrazioni intere degli snuffs; inoltre scopre anche che
il segnale è lanciato da Pittsburgh, e non da un paese orientale come
credevano. La sera stessa invita a casa sua Nicki la quale è interessata a
vedere qualche porno. Le capita invece di vedere la videocassetta di Videodrome
e ne rimane attratta. Nicki, eccitata, concede il suo corpo a Max il quale,
durante il rapporto sessuale, la perfora con degli spilloni nei lobi. La
mattina dopo Max chiede a Masha, un’anziana maitresse che gli procura filmati
porno, di interessarsi per lui a reperire qualche informazione sui filmati
Videodrome. La sera Nicki informa Max che ha preso contatti per fare un provino
a Pittsburgh per un filmato Videodrome e per dimostrare a Max che ne è
all’altezza, si spegne una sigaretta sul petto. La mattina dopo Masha lo mette
in guardia circa il Videodrome, quella che lei chiama la morte in diretta, e
gli fa il nome di chi è dietro questa storia: Brian O’Blivion. Per rintracciare
il professore entra in una chiesa catodica, una mensa nella quale ai barboni è
somministrata una dose di televisione. Il centro è gestito da Bianca O’Blivion,
figlia del dottore, la quale è convinta che il disagio dei barboni nasca dalla
mancanza di dosi abitudinarie di televisione che non aiutano ad inserire il
barbone nella società. Bianca è restia a parlare del Videodrome ma la mattina
dopo gli fa pervenire un nastro registrato di suo padre. Nel nastro, O’Blivion
gli parla di Videodrome come un insieme di videoallucinazioni che sostituiscono
la realtà è che producono nella testa di chi le guarda, un cancro, carne nel
cervello. Nel nastro appare anche Nicki la quale lo chiama attraverso lo
schermo mentre la televisione prende forma fino a diventare un corpo biologico.
Stordito dalle visioni, Max torna da Bianca e questa lo informa che non sono i
nastri a produrre le allucinazioni, ma il segnale Videodrome, che producendo il
cancro, produce a sua volte le allucinazioni. Bianca gli mostra anche come il
padre non si sia salvato da quell’esperienza e quello che tutti vedono come il
professor O’Blivion in realtà sono una serie di nastri preregistrati dallo
stesso professore. Tornato a casa con altri videomessaggi dell’uomo, si
accorge, mentre ne sta vedendo uno, di avere una fessura nello stomaco nella
quale, inserendola per far spazio, perde la sua pistola. Una telefonata lo
informa che Barry Convex, responsabile della Spectacular Optical, è interessato
a parlargli del Videodrome. Max incontra Convex in un negozio oculistico e qui
l’uomo gli mostra il prototipo di un casco che registra le allucinazioni di
coloro che sono stati sottoposti al Videodrome. Max, usato come cavia, rivede
Nicki apparire ed offrirgli una frusta, nella stessa stanza in cui gli snuff
erano girati, e lui si ritrova a frustare un televisore che se in un primo
momento mostrava il corpo di Nicki, in un secondo mostra la sofferenza di
Masha. Max si risveglia nel suo letto con il cadavere seviziato della donna e
chiama Harlan per scattare qualche fotografia. L’amico, giunto a casa sua nel
pieno della notte, non trova niente ed i due si danno appuntamento al
laboratorio per vedere cosa è stato registrato quella notte sul canale pirata.
Al laboratorio Harlan fa intervenire Barry il quale svela la verità: le
registrazioni erano tutte fasulle e Max è stato usato come cavia per
sperimentare gli effetti del segnale Videodrome. Inserendo una videocassetta
nella fessura che Max ha nello stomaco, i due lo programmano per uccidere i
soci dell’emittente televisiva per utilizzare il Canale 83 per una prima,
ristretta, diffusione del segnale Videodrome. Max fa quanto gli è domandato con
la pistola che, recuperata dal suo stomaco, si trasforma in una protesi della
mano. Si reca allora da Bianca per uccidere anche lei, ma è ucciso dallo
schermo del televisore sul quale Bianca aveva mostrato la morte di Nicki. La
donna lo convince allora a dare la morte a Videodrome e ad accettare la
mutazione del suo corpo come se fosse nuova carne. Max allora uccide prima
Harlan, sostituendo la mano di lui che cercava di inserire un altro nastro
nello stomaco, con una bomba e facendo esplodere anche il negozio di occhiali,
poi va al convegno della Spectacular Optical, dove uccide anche Barry. Si
rifugia nella stiva di una nave sotto sequestro nel porto, e qui, da un
televisore, Nicki gli offre la possibilità dell’ultima mutazione: il suicidio.
Passaggio fondamentale, film
frontiera, nella filmografia del regista canadese, che già aveva seminato il
tragitto che qui intraprende in pieno, con i precedenti Brood (1979) e
soprattutto Scanners (1981). Lasciando man mano il terreno dell’horror
alle sue spalle, senza mai rinunciare ad immagini forti che offendono la carne
sino a renderla un’appendice della mente, Cronenberg arriva, con questa
pellicola, ad un perfetto teorema dell’immagine e del rapporto tumorale tra
televisione e spettatore, immagine e soggetto, realtà e rappresentazione. Sa
nei precedenti lavori il contesto metaurbano e umano rimaneva comunque quello
nel quale i personaggi si muovevano, in questa pellicola i piani reali si
sovrappongono fino a negare l’esistenza gli uni degli altri. Sguardi filtrati
attraverso l’ottica catodica, corpi contenuti negli schermi, sostituzioni della
realtà, ripetitori che prendono vita, armi che diventano protesi, il cinema di
Cronenberg cresce come un corpo pieno di vita propria. Non solo cresce nel
sottotesto teorico, ma aumenta anche di spessore qualitativo (vedasi i dolly
esterni che accarezzano i palazzi di Toronto, a dimostrazione di una matura
tranquillità del regista nel girare in esterno). Morboso più dei precedenti
lavori (dice Max a proposito di Videodrome “Non centra niente con il sesso”
“Lo dici tu…” risponde Nicki) in quel rapporto tra spettatore e immagine
che diventa esso stesso morboso, nel momento in cui l’occhio sovrappone
l’immagine di quello che vuole vedere alla realtà ordinaria che lo circonda: la
sostituzione di Masha con Nicki nello schermo, mentre Max usa la frusta, in
fondo è preannunciata durante il primo colloquio tra Masha e Max, quando per
sdebitarsi dell’impegno lui le offre di fare la doccia assieme, quando cioè
incominciano probabilmente a manifestarsi le sue allucinazioni, ossessioni, che
potrebbero terminare con il corpo di Masha nel letto, seviziato fino alla
morte.
Ciò che in questa pellicola è sotto accusa, non è solo il
rapporto tra immagine e spettatore, ma soprattutto la televisione stessa, alla
quale sono chiari i riferimenti sin dall’inizio, dal titolo, durante il quale
un’interferenza ne muta la forma. Il Videodrome in quanto tale, infatti, altro
non è che un’arena catodica nella quale si scontrano gli uomini, fino alla
morte di uno dei contendenti, morte dell’immagine, morte del suo pensiero.
Videodrome è soprattutto una difficile presa di posizione, è più politico
della mafia, è la morte in diretta diffusa nel mondo da un ripetitore. Il
Videodrome è la televisione che forma cancri nel cervello dello spettatore,
tumori che confondono la percezione della realtà sino a sostituirla. Pian
piano, Cronenberg sembra abbandonare le posizioni totalmente freudiane delle
prime pellicole per affrontare qualcosa di più contemporaneo come il controllo
della mente attraverso il tubo catodico (e comunque non rinuncia a citarlo
quando Max, durante il talk show, dice a Nicki “Sa cosa direbbe Freud del
suo abito?”). Presenti, anche in questo lavoro, gli inevitabili accenni
alle bivalenze che si scompongono per ricomporsi, Nicki che si proclama adatta
al Videdrome e Max che invece Masha non considera adatto, o confronti ancor più
forzati ed ermetici, come l’incontro tra Max con la pistola ed il televisore
che gli spara contro. Ancora di più, in questa pellicola anche gli oggetti
incominciano ad assumere una fisicità che mancava nelle altre pellicole, così
videonastri diventano sempre più organici mentre i televisori prendono vita
mossi da un’immagine che forse è solo registrata, non viva. L’immagine stessa
di O’Blivion è indicativa del rapporto tra spettatore e televisione, dove chi è
rappresentato nel tubo catodico in realtà accetta solo il proprio monologo e
non è assolutamente interessato ad avere una conversazione normale. Effetti
speciali di Rick Baker che per la prima volta riesce a mostrare una mutazione
in atto, la pistola che entra nella carne di Max e che diventa la sua protesi
omicida. Per quanto riguarda l’immagine, la scomposizione dei piani visivi e la
ricomposizione folle e allucinata, Cronenberg la ottiene proprio sostituendo le
percezioni ottiche, filtrando l’immagine attraverso lo sguardo catodico di Max,
il casco che registra le allucinazioni, attraverso i corpi catodici che a lui
si rivolgono. Non mancano le ripetute allusioni alla sessualità: la fessura che
si apre nello stomaco di Max è una vagina che divora immagini e che servono per
programmare l’uomo come fosse un videoregistratore, una macchina. Il corpo di
Max, James Woods, è al tempo stesso mutazione corporea vaginale e macchina.
L’ultima sequenza, il doppio suicidio di Max, prima in video e poi reale e
cinematografico, è ancora una volta l’incontro tra falso e reale, il nulla,
l’insieme al tempo stesso di Jekyll e di Hyde, il vuoto sul quale si chiude la
pellicola. Max con il casco in testa, nella Spectacular Optical (che ha come
simbolo un occhio alla Grande Fratello) ricorda per certi versi Winston Smith
di 1984, il romanzo di George Orwell, alle prese con un casco che
concretizza il suo orrore. Videodrome è un film di contortions e smottamenti
e implosioni di corpi, se mai ve ne furono (Enrico Ghezzi – Paura e desiderio.).
Dopo Videodrome il cinema horror non è più il solo genere di Cronenberg. Morte
a Videodrome, gloria e vita alla nuova carne.
Bucci Mario
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