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Rabid, sete di sangue - Rabid
Anno: 1976
Regista: David Cronenberg;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Canada;
Data inserimento nel database: 02-12-2003


La grande guerra

Rabid, sete di sangue. David Cronenberg. 1976. CANADA.

Attori: Marilyn Chambers, Frank Moore, Joe Silver, Patricia Gage, Howard Ryshpan

Durata: 91’

Titolo originale: Rabid

 

 

Montreal. Canada. Una moto con un ragazzo ed una ragazza a bordo, sfreccia su una strada di campagna e si scontra con un pulmino parcheggiato maldestramente sulla traiettoria. I primi soccorsi sono effettuati dai medici di una vicina clinica specializzata nella ricostruzione dei tessuti epidermici. Il medico responsabile della clinica, il dottor Dan Keloid, sfrutta l’occasione per effettuare il trapianto di pelle morta su Rose, vittima d’ustioni nell’incidente. Hart, il ragazzo, è ricondotto in città mentre la donna rimane nella clinica sotto osservazione. Una notte, Rose si sveglia in preda a convulsioni ed assale un cliente della clinica che le è corso in aiuto. La mattina dopo l’uomo non ricorda quanto accaduto e si fa controllare dal dottore alcune ferite che ha sul corpo. Quella stessa notte Rose si allontana dalla clinica e si rifugia in una stalla. Dopo aver tentato di nutrirsi con il sangue di una vacca, aggredisce invece lo stalliere ubriaco. Anche l’uomo che era stato da lei aggredito la notte precedente decide di uscire dalla clinica e dopo aver preso un taxi per raggiungere la città aggredisce il conducente causando un grosso incidente. Dopo lo stalliere, Rose torna in clinica ed aggredisce anche l’infermiera prima di chiamare Hart al telefono e domandargli aiuto. Il dottor Dan Keloid va a visitarla e scopre un buco sotto l’ascella della ragazza dal quale spunta un pungiglione a forma di pene che trafigge le vittime per succhiarne il sangue. Anche il dottore rimane vittima di Rose. Hart intanto, preoccupato dalla telefonata ricevuta, contatta un altro medico della clinica, il dottor Murray Cypher, per farsi accompagnare all’istituto privato. In città, all’alba, lo stalliere aggredisce la cameriera di un fast food mentre Rose fugge dalla clinica ed arriva in città grazie a diversi passaggi (e durante i quali miete altrettante vittime). Giunti alla clinica, il dottor Cypher e Hart trovano lo stabile sotto sequestro dalla polizia e dai medici federali: il dottor Dan Keloid aveva aggredito i suoi colleghi durante un’operazione chirurgica. La prima impressione è che si tratta d’idrofobia ma presto le autorità si accorgono che il morbo è chiaramente differente e che ci si trova d’innanzi ad un’epidemia. Rose nel frattempo raggiunge sua sorella Mindy mentre i due uomini sono bloccati alla centrale di polizia per 48 ore, periodo nel quale l’intera città entra nel caos e sotto protezione dei militari. Di ritorno dalla centrale di polizia, il medico preferisce fermarsi a casa propria, dove però è aggredito dalla moglie, mentre Hart va a casa di Mindy e trova Rose dopo che ha aggredito la sorella. Rose riesce a fuggire da Hart che la informa della sua mostruosità e quella, trovata una nuova vittima, lo richiama al telefono lasciando che ascolti la sua morte: l’uomo che ha appena infettato sarà il suo carnefice. All’alba il corpo privo di vita di Rose è trovato in strada dagli addetti alla disinfestazione della città.

Secondo lungometraggio per David Cronenberg, se si escludono i primi due mal distribuiti e quindi irreperibili. Cambia l’ambientazione, qualche scelta stilistica, ma la sostanza rimane la stessa del precedente Il Demone sotto la pelle (1975). Quello che interessa in questa pellicola al regista è mettere a nudo la carne, privandola anche di quel sottile strato d’epidermide che la ricopre (l’immagine è, infatti, quella durante l’operazione chirurgica su Rose). Cibo, sesso e morte ancora una volta s’incontrano nel corpo, il luogo unico che può esprimere meglio quel senso di mutazione che il regista mostra nelle sue pellicole. In questa sua rappresentazione più sottile del contagio, che comunque non si priva di immagini forti, il regista non rinuncia al suo fatalismo, ponendo l’incidente con la moto all’origine dei fatti (grida Rose a Hart “E’ solo tua la colpa, tua e della tua moto”) ed inserendo un nuovo elemento nella sua personale visione di una società che sta cambiando, mutando: la macchina. Rimandi ad una tragedia classica quale la peste sono più che evidenti (in un’intervista alla televisione si sente il paragone con “…la peste che colpì Londra nel…”). In questa nuova rappresentazione della peste però, Cronenberg non rinuncia nemmeno a riferimenti intellettuali quali Hobbes (spiega il medico alla televisione “E’ un nuovo tipo di rabbia che porta l’uomo a mordere il suo vicino”) e Freud naturalmente, mostrando un suo libro nelle mani di una ragazza, il consiglio di un padre che vuole che la figlia abbia un naso differente dal suo.  Se ne Il demone sotto la pelle il contagio avveniva principalmente per attrazione fisica, sessuale, in questa pellicola Cronenberg fa un passo indietro, compiendone due in avanti, ponendo nell’immagine del semplice abbraccio la possibilità del contagio, la contaminazione dei sentimenti. La percezione del sesso è equilibrata dalla presenza della protagonista, quella pornostar canadese che risponde al nome Marilyn Chambers, attrice impostagli dal produttore Ivan Reitman, così come vi sono chiari rimandi al pene maschile nel pungiglione con il quale Rose si nutre. Il regista avrebbe preferito per quel ruolo l’attrice Sissy Spacek. Non manca ironia, ovviamente, grazie alla quale Cronenberg fa morire Babbo Natale per sbaglio, sotto i colpi di un poliziotto. La pellicola è spesso vista come una rivisitazione al femminile della figura del vampiro (il Morandini 2003. Dizionario dei film). Due soli rallenty, entrambi sulla protagonista: il primo nella vasca idromassaggio, nel momento in cui lei si nutre del sangue dell’infermiera, ed uno nella sequenza finale, mentre il suo corpo è buttato nel camion della spazzatura. Nella sequenza dentro il cinema, il contagio che si espande fra il pubblico, Cronenberg sembra identificarsi con Rose e lascia un contagiato fra gli altri spettatori incoscienti. A differenza della pellicola precedente, dove egli mostrava solo la fase del contagio, in questa si sofferma molto di più anche sull’attività, altrettanto mortale, del vaccino istituzionale. Un buon riepilogo del lavoro precedente, con alcuni sofismi in più. 

 

 

Bucci Mario

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