Halloween:
la notte delle streghe. John Carpenter. 1978. U.S.A.
Attori: Jamie
Lee Curtis, Donald Pleasence, Nancy Loomis, Tony Moran, Charles Cyphers
Durata:
93’
Titolo originale: Halloween
Haddonfiled,
Illinois, 1963. Durante la notte di Halloween il bambino Michael Myers
uccide la sorella maggiore Judith dopo che questa ha avuto un rapporto con il
suo fidanzato. Smith’s Grove. 1978.
La notte della vigilia della festa di Halloween, esattamente quindici anni
dopo, Michael riesce a fuggire dal manicomio nel quale era stato rinchiuso.
Sulle sue tracce si mette il dottor Sam Loomis, colui che per tutto il periodo
della detenzione si era curato della sua malattia. Con molta probabilità il
ragazzo, ormai cresciuto e molto forte fisicamente, avrà fatto ritorno nella
sua vecchia casa. Giunto in città, infatti, Michael incomincia a pedinare
Laurie, una ragazza simile a sua sorella, ma molto timida. Nel frattempo il
dottor Loomis cerca Michael nel suo passato: prima passa dal cimitero e trova
che la lapide di Judith è stata sottratta, poi una volta raggiunta la vecchia e
disabitata casa dei Myers, vi trova un cane sbranato da poco tempo. Laurie
intanto, per la notte di Halloween, ha accettato di fare la baby sitter, così
come una sua amica, anch’ella pedinata di Michael. Sarà proprio quest’ultima la
prima vittima, una volta che si sarà ritrovata sola dopo aver piazzato la
bambina che doveva controllare a Laurie. Una coppia di amici intanto, raggiunge
la casa dove la ragazza è stata uccisa ed anche loro diventano vittime. Laurie,
spaventata e preoccupata a causa di una serie di segnali (la telefonata di una
vittima mentre stava morendo) decide di farsi coraggio e va a dare un’occhiata
nella casa dell’amica. Qui rinviene i tre cadaveri e, dopo essere stata
aggredita di Michael, riesce a fuggire ed a tornare nella casa dove stava
lavorando come baby sitter. Michael riesce ad entrare nella villa e dopo
diverse colluttazioni, nelle quali rimane ferito più volte, è infine colpito da
diversi proiettili esplosi dal dottor Loomis, in perlustrazione in quella ed
attirato dalle grida dei bambini. Poco dopo, il corpo di Michael non si troverà
più.
Capolavoro del cinema horror, più che un classico, una
pietra miliare del genere (poi diventato horror urbano). L’uomo senza
volto, che non ha immagine, è il serial killer, la cui natura folle è
rappresentata proprio da questo topos. Il prologo che introduce il
trauma del maniaco, è semplicemente perfetto: la sequenza dell’omicidio di
Judith si apre e si chiude con un’inquadratura frontale della casa (con la
quale per altro si chiude tutto il film) e tutto avviene con quella che sembra
un’unica sequenza. Il personaggio principale, Michael (interpretato sotto la
maschera da Tony Moran), è costruito oltre che naturalmente da una forte preferenza
per la soggettiva, attraverso le indagini del dottore che, ripercorrendone i
luoghi del passato ne descrive il carattere presente (nel dialogo con il
poliziotto ad esempio, dopo aver ritrovato il cadavere del cane “Un uomo non
sbrana” “Lui non è un uomo”). Per mantenere questa distanza nel racconto,
per quanto riguarda la scelta delle inquadrature, Carpenter preferisce campi
medi e campi lunghi, arricchiti da pregevoli carrelli e dall’uso della
steadycam, all’interno dei quali la soggettiva di Michael o l’ingresso del suo
corpo nell’immagine, appare anche come un’intrusione del folle nella
quotidianità di Haddonfiled, e non permette allo spettatore di avere un altro
punto di vista se non quello dell’assassino. Il regista si curò anche di
comporre la musica, diventata ovviamente un cult, e che mostra una capacità di
adattarsi alle immagini tanto da rendersi necessaria quanto queste nel creare
autentica suspence nello spettatore. Molto pulito anche il lavoro
dell’operatore alla m.d.p. Ray Stella. I titoli di testa (nei quali il regista
ci tiene a mostrare la paternità del lavoro sin dal titolo, lasciando che
appaia John Carpenter’s Halloween) scorrono mentre una zucca invade lo
schermo, proponendo da subito quello stato d’angoscia dal quale lo spettatore non
potrà che rimanerne affascinato. Scritto in soli dieci giorni con Debra Hill,
anche coproduttrice, e girato in tre settimane, costò trecentomila dollari e fu
il primo grosso successo di pubblico di Carpenter (Morandini 2003) con
in incasso di sessanta milioni (Di Giammatteo – Dizionario del cinema
americano). Esordio al cinema per l’appena ventenne Jamie Lee Curtis,
figlia di Tony Curtis e Janet Leigh, da quel giorno una delle icone degli anni
ottanta delle scream girls. Sarà l’unica ragazza a salvarsi, perché meno
frivola delle sue amiche. Seguito da oltre sei pellicole, tutte prodotte sul
personaggio di Michael Myers, e da un’infinità di cloni, mai all’altezza di
questo capolavoro del genere.
Bucci
Mario
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