La
frusta e il corpo. Mario Bava. 1963. ITALIA-FRANCIA.
Attori: Christopher Lee, Daliah
Lavi, Tony Kendall, Isli Oberon
Durata: 92’
Il perfido Kurt un giorno
fa ritorno presso ciò che rimane della sua famiglia. L’occasione è il
matrimonio del fratello ed il cattivo stato di salute del padre. Il suo arrivo
non è gradito però, soprattutto dalla governante, che ha perso la figlia morta
suicida proprio a causa di Kurt. In realtà l’uomo è tornato per riprendere la
relazione con la cognata, una volta sua amante. Una sera però, egli è
assassinato con lo stesso coltello con il quale la figlia della governante si
tolse la vita. Morto anche il padre, assassinato anch’egli, la promessa sposa
del fratello incomincia ad avvertire la presenza del fantasma di Kurt e, dopo
diverse visioni, si toglierà anch’ella la vita.
Horror psicologico con
diversi aspetti sadomasochisti (ai quali per giunta fa esplicito richiamo
proprio il titolo) girato con quello stile che è diventato firma del maestro:
uso frequente di carrelli e soggettive (la scena in cui i due s’incontrano
sulla spiaggia e lei si lascia frustare è forse quella più forte di tutta la
pellicola), tempi rarefatti ed arie ossessive. Amore e odio a confronto, quasi
fosse un duello. Cast perfetto e davvero buona la fotografia in Technicolor di
Ubaldo Terzano. Una pellicola coraggiosa, coperta da pseudonimi anglofoni:
Mario Bava firma la regia come John M. Old, così come molti altri dell’intera
troupe, compresi attori e sceneggiatori (Ernesto Gastaldi, Ugo Guerra e Luciano
Martino).
Bucci Mario
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