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Attori: Richard Gere, Bai Ling,
Bradley Whitford, Peter Donat, Tzi Ma, Richard Venture
Durata: 119'
Titolo
originale: Red
Corner
Colpevole, fino a prova
contraria. Con questo sottotitolo in Italia è sdoganato forse uno dei più
brutti film del 1997. A volerla cantare tutta, per aver solo pensato ad un film
del genere, colpevoli siamo anche noi che lo abbiamo visto. Non ho mai letto
nulla di Grisham o Follet in vita mia, e spero di rimanere in salute abbastanza
da rimandare ancora l’evento, ma è a questo tipo di film che penso quando entro
in libreria e scorgo un loro libro in bella esposizione. L’Angolo rosso,
che narra solo del confronto tra due sistemi giudiziari sulla condanna a morte,
quello cinese e quello americano, è un surrogato di giurisprudenza e di cinema
giudiziario (quel tipo di cinema logorroico e statico che dopo un po’ annoia)
mal ricostruito (le ambientazioni cinesi sono rifatte al computer o girate
addirittura direttamente negli studios americani) in una Pechino che ovviamente
sembra irriconoscibile. Richard Gere, del quale non stimo il talento, non è più
bravo della collega orientale Bai Ling, anche lei sottotono. Il regista Avnet
(lo stesso che prima aveva girato il meglio riuscito Qualcosa di personale
con Redford e Pfeiffer) usa la loro presenza più che per elevare il film,
almeno per salvarlo dal confonderlo con una puntata del telefilm Law &
Order. Questo scempio in celluloide, infatti, ha in più un alone di fondo
fortemente razzista e propagandistico, soprattutto alla luce dei fatti che non
una volta, per tutto il film, è ricordato allo spettatore che anche in America
si applica severamente ed inumanamente la pena di morte. Brutto, il cinema non
sentiva il bisogno di salvare Richard Gere dalla pena capitale. A questo punto,
se me lo consentite……