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Ji-Goo-Ruel-Ji-Kyeo-Ra! - Save the Green Planet!
Anno: 2003
Regista: Jang Jun-Hwan;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: Corea;
Data inserimento nel database: 26-11-2003


Documento senza titolo
Regia, soggetto, sceneggiatura/Director, story, screenplay: Jang Jun-Hwan
Fotografia/Director of photography: Hong Gyeong-Pyo
Effetti speciali/Special effects: Jeong Do-An
Montaggio/Film editor: Park Gok-Ji
Musica/Music: Lee Dong-Jun
Interpreti e personaggi/Cast and characters: Shin Ha-Kyun, Baik Yoon-Shik, Hwang Jeong-Min
Produttore/Producer: Kim Sun-Ah
Produzione/Production: Sidus Corporation
Distribuzione/Distribution: CJ Entertainment

Se mescolanza dei generi, capovolgimento dei punti di vista, citazionismo audace ed esagerazione sono da sempre alcuni dei tratti distintivi del cinema orientale, in questa per certi versi incredibile opera prima del giovane regista coreano Jang Jun-Hwan li ritroviamo tutti, portati all'eccesso.
"Save the Green Planet" è infatti innanzi tutto una commedia, ma che ha come protagoniste la pazzia e la paranoia, incarnate in un giovane attivista che pensa di salvare il pianeta dalla minaccia aliena rapendo un industriale che secondo le sue fantasie (ma poi, lo sono davvero?) sarebbe il leader di una popolazione aliena che vuole invadere la Terra. Il film ci chiede quasi l'impossibile, di identificarci con questo feroce e folle aguzzino, che sottopone l'industriale ad ogni sorta di squisita tortura, e a tratti ci riesce anche. Jang Jun-Hwan si diverte con noi a mescolare e ad azzardare, facendoci riconoscere a tratti il cinema splatter di certe nuove generazioni orientali che hanno sedotto anche Quentin Tarantino (come il Miike Takashi di Audition e Ichi The Killer) , la commedia grottesca e demenziale che affonda le radici nel cinema di Steven Chow, ma anche il videoclip, certe reminescenze punk, il musical, lo spot pubblicitario, e nel calderone compare non si sa come non si sa perché (o forse sì) il monolito di "2001: Odissea nello spazio" e il leitmotiv di Il mago di Oz, "Somewhere Over the Rainbow".
E quando pensiamo di aver davvero visto tutto: l'azzardo finale, il mutamento improvviso di prospettiva ci spiazza di nuovo, fino a quel televisore fluttuante nello spazio che sembra quasi la caricatura dell'analogo televisore che esplodeva, tanti anni fa, in "Zabriskie Point".

"Save the Green Planet" è nella sua esagerazione a volte anche eccessiva ma mai davvero forzata un film intelligente e vivace, originale e interessante. Come tante cose che vengono da Oriente in generale e dalla Corea in particolare.