NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Au plus près du paradis - Il luogo più vicino al paradiso
Anno: 2002
Regista: Tonie Marshall;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 01-09-2002


AU PLUS PRES DU PARADIS

Visto a Venezia 2002

Au plus près du paradis
Regia: Tonie Marshall
Sceneggiatura: Tonie Marshall
Fotografia: Agnès Godard
Montaggio: Jacques Comets
Interpreti: Catherine Deneuve (Fanette), William Hurt (Matt), Bernard Le Coq (Bernard), Helene Fillieres (Lucie), Nathalie Richard (Brigitte), Gilbert Melki (Alain)
Produzione: Maia Films, Pyramide Productions, Tabo Tabo Films
Origine: Francia, 2002, 90 min., 35 mm
Sezione: Concorso

Più vicino possibile al Paradiso per tentare di sognare una vita con amori sempre pieni e gratificanti invece che sogni ad occhi aperti chiusi nel buio di una sala, mimando la scene della coppia Cary Grant e Deborah Kerr in Un amore splendido di Leo McCarey, film del 1957. L'incontro iniziale tra Fanette e un suo vecchio compagno di scuola è davvero folgorante. Mostra nel tempo di pochi secondi come la memoria sia un fuoco ardente, una brace pronta a riaccendersi con una fiammata instabile. Il nome di Philippe, il suo primo amore, la induce emotivamente ad aprirsi, ad essere di nuovo vulnerabile e tentare l'improbabile, allontanarsi dai meandri angusti della razionalità per lanciarsi nel vuoto di un viaggio, percorso di ricerca e di bramosia di qualcosa che forse si è perso per sempre, lei che ormai non è più tanto giovane. Con queste buone premesse, tutto è possibile, laddove le certezze, la stabilità di una donna matura, che consistono anche nel frequentare la sala dove proiettano il film già citato, debbono lacerarsi definitivamente perché qualcosa di emozionante accada. Invece l'incontro con Matt (William Hurt) si perde quasi nello scontro tra due culture che forse si odiano: gli americani sono volgari, diretti e sfacciati, ma anche più autentici e onesti, i francesi più raffinati, affascinanti, ma ipocriti e snob. Le battute non mancano come il vino californiano che sta per superare quello francese, e poi le frecciatine all'ossessione tutta americana dei divieti sul fumo; Fanette però fuma davvero troppo e le sigarette in tutte le pellicole sono il sintomo più chiaro che le idee vengono meno. In effetti, a parte qualche breve sequenza felice, costruita sul battibecco tra due attori in grado di districarsi in parti tutt'altro che facili per la loro ostinata improbabilità, Au plus près du Paradis si dimentica proprio di lanciarsi nel vuoto. L'atmosfera attesa di mélo svanisce, subentra una coltre di commedia piatta e scipita che si stempera definitivamente di fronte alle finali incertezze della protagonista all'ombra dell'Empire State Building.

Ù