NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


À LA FOLIE PAS DU TOUT
Anno: 2002
Regista: Laetitia Colombani;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 17-07-2002


A LA FOLIE PAS DU TOUT

À la folie pas du tout
Regia: Laetitia Colombani
Soggetto: Laetitia Colombani, Caroline Thivel
Sceneggiatura: Laetitia Colombani, Caroline Thivel
Fotografia: Pierre Aïm
Montaggio: Véronique Parnet
Musiche: Jérôme Coullet
Scenografia: Jean-Marc Kerdelhue
Costumi: Jacqueline Bouchard
Interpreti: Audrey Tautou (Angélique), Samuel Le Bihan (Loïc), Isabelle Carré (Rachel), Clément Sibony (David), Sophie Guillemin (Héloïse), Eric Savin (Julien), Michèle Garay (Claire Belmont), Elodie Navarre (Anita), Catherine Cyler (Jeanne), Mathilde Blache (Léa), Charles Chevalier (Arthur), Michael Mourot (Jean-Louis, le kiné), Yannick Alnet (Jean Timbault), Nathalie Krebs (Sonia Jasmin), Sophie Vaslot (Mme Dubois-Rollin), Michel Bonnefon (M. Dubois-Rollin), Hugo Laffont (Dubois-Rollin)
Produzione: Charles Gassot
Origine: Francia, 2002, 92’, v.o. francese, 35 mm

Un film sulla follia leggerissimo, ma particolarmente arguto perché costruisce l'immaginario della fanciulla protagonista, Angélique, su una rete di percezioni condivisa da altri personaggi, dallo studente che la ama perdutamente, laddove amare si traduce nella fede assoluta nei confronti dell'amata, tanto da non rendersi conto del fantasma che domina Angélique. Dall'altra parte come spettatori siamo perfettamente coinvolti nei sentimenti teneri di Angélique: le sue attese, i segni d’amore che riceve dal cardiologo Loïc possiamo francamente leggerli come lei, vale a dire come avvincenti segni in una schermaglia d'amore.
Ad un certo punto il film capovolge il punto di vista. Seguiamo la storia dalla parte del cardiologo, e ci rendiamo presto conto della totale gratuità delle percezioni di Angélique. Le sue fantasie non erano mai dei fatti concreti e nondimeno questi fantasmi finiscono con il causare una lunga serie di effetti sulla vita di Loïc, tanto che, per i sospetti contro una paziente visibilmente attratta da lui, finisce col maltrattarla e causarne la morte. E viene arrestato, e la sua carriera è definitivamente compromessa, vediamo nel libro degli appuntamenti i nomi dei pazienti cancellati dalla segretaria. À la folie pas du tout, che è già stato acquistato dalla Bim e verrà distribuito in Italia a partire dalla fine di settembre 2002, è molto vicino al film di Jeunet, non solo per la presenza della stessa interprete (la bravissima Audrey Tatou), ma perché entrambi i film si concentrano sugli aspetti fantastici che intensamente riguardano le vicende umane. Queste fantasie diventano molto concrete anche solo a livello di effetti. Insomma l'immaginario di ogni essere vivente appare dominato dalle sue più forti e prepotenti pulsioni. E l'erotomania, la sindrome di Angélique, è davvero un viluppo di fantasie erotiche inestricabile. Alla fine Angélique manifesta la sua quieta ribellione, costruendo di nascosto con le pillole non ingoiate l'ennesimo ritratto della persona amata. Un'immagine ossessiva, prevalente su tutto ed in grado di opporsi a qualsiasi raziocinio, vanamente descritta e curata dalla medicina, che tra elettroshock e pillole colorate, tutte misure inefficaci, toglie l'illusione di ogni equilibrio, di qualsiasi livello razionale sulla complessità indefinita del mondo.


Conferenza stampa con la regista Laetitia Colombani

Ci può dire qualcosa sulla struttura narrativa?
Laetitia Colombani: Ho cominciato a scrivere questa storia nel 1997, con una prima bozza in cui volevo sviluppare la storia di una erotomane, poi ho cercato di costruire una struttura più complessa per sorprendere anche lo spettatore.

Come è andato il rapporto con Audrey Tatou?
Laetitia Colombani: La conoscevo per altri film prima di Amélie, quello di cui avevo bisogno era una attrice con un una apparenza angelica, che insomma non lasciasse trasparire alcun segno di malattia.

Lei si è consultata con professionisti esperti di questa malattia?
Laetitia Colombani: Ho letto soprattutto molti libri di Freud, di Lacan, raccontano soprattutto di vittime di queste ossessioni.

Il rapporto tra Angélique e la pittura
Laetitia Colombani: La pittura è forse la riproduzione della realtà che essa desidera, attraverso l'arte lei si distacca ancora di più dalla realtà.

Ha dei punti di riferimento cinematografici, tipo l'amour fou?
Laetitia Colombani: Il regista che mi ha influenzato di più è Roman Polanski, poi Hitchcock e Jane Campion, mentre tra i francesi Leconte, Miller e Chabrol.

La vostra opportunità di girare un film così giovane...

Laetitia Colombani: Ho avuto l'opportunità di conoscere un importante produttore, Charles Gassot, alla scuola di cinematografia a Parigi.

Audrey Tatou continua secondo lei a vestire i panni di Amélie?

Laetitia Colombani: Penso che sarà molto difficile eliminare nell'immaginario il volto di Amélie, basta infatti una espressione per rimandarci a questo personaggio, tuttavia non ci sono veri e propri collegamenti tra questi due personaggi.

Il film ha una distribuzione in Italia, è già uscito in Francia?
Laetitia Colombani: Sì, uscirà il 27 settembre, è distribuito dalla Bim, in Francia è uscito a marzo e ha avuto una calorosa accoglienza e ci sarà pure un remake americano.

Il remake è una produzione esclusivamente americana?

Laetitia Colombani: Sì, è prodotto interamente dalla Fox.

Cosa ci può dire su questo finale così originale?

Laetitia Colombani: Amo molto i finali aperti che lasciano la possibilità allo spettatore di immaginare. Volevo dare l'impressione che Angélique non fosse guarita anche perché è difficile guarire da queste malattie.

Cosa ci dice sul trattamento della malattia, davvero si cura con l'elettroshock in Francia?
Laetitia Colombani: In effetti l'elettroshock è ancora utilizzato anche se ci sono alcuni che si oppongono fermamente, alcuni ospedali la rifiutano, alcuni la usano ancora.

Come ha cambiato il look dell'attrice Sophie Guillemin?
Laetitia Colombani: La trasformazione era già in atto quando è arrivata sul set, in particolare il taglio dei capelli.