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Vulcano Anno: 1997 Regista: Mick Jackson; Autore Recensione: l.a. Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 19-01-1998
Regia: Mick
Jackson. Soggetto: Jerome Armstrong.
Sceneggiatura: Jerome Armstrong, Billy Ray.
Fotografia: Theo Van de Sande.
Musica: Alan Silvestri.
Montaggio: Don Brochu, Michael Tronick.
Cast: Tommy Lee Jones (Mike Roark), Anne Heche
(Dr. Amy Barnes), G. Hoffmann, D. Cheadle, J. Kim, K. David,
J. Corbett, M. Rispoli, J. Carroll Lynch, M. Thedford, L.
Lathem. Produttore: Stokely Chaffin, Andrew
Davis, Michael Fottrell, Neal H. Moritz, Lauren
Shuler-Donner, Scott Stuber. Produzione:
Moritz Original/20th Century Fox/Donner/Schuler-Donner
Productions/Fox 2000 Pictures . Special FX:
Video Image/P.O.P. Film/Digiscope/Digital Magic
Company/Light Matters. Usa, 1997. Dur.: 1h e
42'.
Ondata di disaster-movies da Hollywood nel tentativo di
resuscitare un "filone" che ormai dalla fine dei '70 non
viveva più di vita propria, ma si era innestato
(spesso con buoni risultati; Turbulence e
Independence Day, per proporre un paio di esempi del
'96) in altri generi contribuendo ad amplificarne le
componenti spettacolari. Dante's Peak-La furia della
montagna e Vulcano vanno a sommarsi ad operazioni
della scorsa stagione quali Daylight-Trappola nel
tunnel e Twister, ma soprattutto alle pellicole
che pare siano in lavorazione e debbano arrivare sugli
schermi nella prossima stagione: Firestorm, Hard
Rain (The Flood), Cyclone, Tsunami,
Storm Warning, Submerged... senza dimenticare,
naturalmente, l'imminente Titanic di Cameron.
L'ingenuità caratteristica del "genere" trionfa in
Vulcano ancora più che nel "gemello"
Dante's Peak: quel "genuino" sapore di B-movie che di
norma si respira nei lavori del filone, in questo caso
slitta nettamente verso la serie Z. Los Angeles trema:
sembra il "solito" terremoto, in realtà si è
creato un cratere e la lava inizia ad avanzare tra i
palazzi, nei tunnel della metropolitana ecc. Questa è
l'idea alla base del film: e purtroppo resta l'unica
intuizione valida di tutta l'operazione. Segue la
solita reazione a catena degli elementi: il fuoco
impazza, la terra si spacca, l'acqua ribolle, l'aria viene
sostituita dalla cenere (ma tutti respirano come se niente
fosse: nemmeno un colpo di tosse in tutto il film). Di
banalità in banalità, poi, si viaggia sui
binari della scontatezza più deprimente, con le
solite morti eroiche, i soliti salvataggi in
extremis, i soliti lazzaretti animati da generosi ed
improvvisati eroi-per-caso, la solita figura dello
studioso-Cassandra, i soliti cagnoni e cagnolini che
evitano per un soffio di trasformarsi in arrosti, i
soliti tripudi (baci, abbracci, applausi) quando la
"battaglia" contro la natura è vinta ecc. La
componente corale viene ridimensionata: piuttosto che
registrare, in maniera più o meno dispersiva, le
reazioni di svariati personaggi all'evento straordinario,
qui si punta principalmente sulla figura di Tommy Lee Jones
salvatore della metropoli (in realtà, parecchie altre
figure vengono abbozzate per poi essere "dimenticate" e
riesumate solo per la foto di gruppo conclusiva: forse
quindi non una scelta di sceneggiatura ma semplicemente uno
dei tanti pasticci a livello di scrittura)... Purtroppo per
l'attore, il personaggio che interpreta è talmente
stupido ed insipido da non lasciare alcuno spiraglio a
qualsivoglia dote recitativa: la pessima prova di Lee Jones
contribuisce non poco ad abbassare ulteriormente (se
possibile) il livello della pellicola. Ma la
stupidità non è solo prerogativa del grezzo
responsabile delle operazioni, è piuttosto il tratto
che caratterizza l'intera comunità dei personaggi:
dal cielo fioccano cenere e lapilli, le strade sono
trasformate in cremose e ribollenti strisce arancioni,
eppure nessuno capisce di che cosa si tratti... Ci vuole
l'esperta che spiega che è lava. Intanto tutte le tv
trasmettono le immagini dell'eruzione: forse si tratta
proprio di lava! Una conclusione cui i cervelloni
dell'unità di crisi giungono dopo una buona oretta di
disastri e di cadaveri carbonizzati. Ma dopo la medesima
oretta il pubblico si è ormai reso conto che il film
non si risolleva più: ed allora ci si lascia andare,
ci si rilassa, ed inizia il divertimento... Ad esempio si
possono catalogare le pubblicità
subliminali/evidentissime contenute nel testo [tra le altre
l'Hard Rock Cafè è il più gettonato;
Nicorette - gamma di prodotti per smettere di fumare - al
contrario potrebbe intentare una causa alla produzione: il
personaggio che cerca di smettere di fumare e che trangugia
chewing-gum alla nicotina di continuo è quello che fa
la fine più stupida e peggiore, una sorta di
suicidio-automartirio del tutto inspiegabile (o forse
è per il senso di colpa: prima di entrare in azione
si è fumato una sigaretta, lo abbiamo visto tutti)...
se smettere col tabacco ti riduce a questi livelli...]. Per
quanto riguarda gli effetti speciali preannunciati come
straordinaria attrazione di Vulcano non sono poi così
speciali, tantomeno straordinari: o forse non riescono ad
amalgamarsi correttamente con il dramma (per la semplice
ragione che il dramma non c'è). Gli eventi narrativi
più spettacolari non sono sufficienti a creare
narrazione: è essenziale che siano vissuti da
personaggi con cui il pubblico abbia creato un legame di
empatia o, almeno, di simpatia. Senza voler insistere,
inoltre, sull'elemento della coerenza degli eventi stessi e
della loro concatenazione - qui totalmente assente a
qualsiasi livello. Paradossalmente è un film tanto
brutto da meritare una seconda visione: la prima è
necessaria per rendersi conto che non è un film
drammatico; la seconda permette di rivedere la pellicola
come capolavoro trash di comicità involontaria, e di
divertirsi cercando di dimenticare il costo del biglietto
(si consiglia la proiezione pomeridiana: costa meno). Un
film da drive-in, come conferma il tenore del flano ("The
Coast is Toast").
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