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Torowisko
Anno: 1999
Regista: Urszula Urbaniak;
Autore Recensione: Marcello Testi
Provenienza: Polonia;
Data inserimento nel database: 09-12-1999


Torowisko Torowisko

Regia e sceneggiatura: Urszula Urbaniak. Fotografia: Bartosz Prokopowicz. Costumi: Malgorzata Braszka. Scenografia: Katarzyna Strzalkowska, Elwira Pluta. Suono: Piotr Knop. Musica: Wojciech Lemanski. Montaggio: Jaroslaw Kaminski. Interpreti: Karolina Dryzner, Ewa Lorska, Adam Woronowicz, Ewa Dalkowska, Marcin Dorocinski. Produttore: Zdzislaw Kuczynski. Produzione: Studio Filmowe Indeks - Telewizja Polska. Polonia, 1999, 82', col.

Film non eccezionale, di sicuramente pregevole fattura, abbastanza orientato verso un mercato europeo cosiddetto di qualità.

Chi frequenta Expanded Cinemah, può pensare che con questa stringata definizione la recensione si dovrebbe chiudere, catastroficamente, qui. E la tentazione c'è…

Ma forse questa è anche un'occasione per analizzare un tipico prodotto da festival, con qualche speranza di costituire un piccolo caso, un successo di pubblico nell'eventualità che qualche Lucky Red decida di adottarlo e di lanciarlo.

La trama: un personaggio, sofferente e fuori luogo è intrappolato più o meno forzatamente proprio in quel luogo in cui si sente "fuori" (in questo caso un casello ferroviario). Un paio di co-protagonisti (un fratello e un'amica/sorella) crea un campo di "forze" narrative, che spostano (o almeno ci provano) il personaggio dal suo status iniziale. Questo mette in gioco la sua vulnerabilità in campo affettivo (sia amicale che amoroso) e attiva una elementare dialettica tra il qui e l'altrove (la Città). Quest'ultima è forse la parte più interessante e riuscita del film.

La povertà dell'ambientazione e dei personaggi si riflette nel décor e in quadri vuoti e post-industriali, in cui il lavoro esiste ancora ma è astratto: i treni, le auto vanno e vengono, transitano ma l'unico orizzonte (lontano e non visto, se non attraverso i luccicanti occhi dell'amica della protagonista) è quello della Città; gli operai trasportano carichi da un fuori campo all'altro e sono solo momentaneamente eppure selvaggiamente "distratti" dalla vita dei personaggi del film.

Ma lo sguardo, della mdp come della protagonista, si disinteressa di queste manifestazioni, le registra distrattamente e si concentra su se stesso, creando un costante e fastidioso cortocircuito: la scrittura cinematografica e dei dialoghi involve, fagocita nel proprio centro ogni tentativo deviante e sterilizza dunque l'opera, pronta, come dicevamo a una carriera senza infamia e con qualche lode di troppo nel circuito parallelo europeo.

Conclusa questa parabola, consoliamoci pensando che neanche gli indipendenti americani, come si è visto a Torino '99, godono di ottima salute…

visto al Torino Film Festival 1999 No rights reserved