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The Sixth Sense Anno: 1999 Regista: M. Night Shyamalan; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 10-12-1999
Untitled Document
The Sixth Sense
Di M. Night Shyamalan
Con Bruce Willis, Haley Joel Osment
Il vero protagonista di questo film è una porta chiusa. Porta chiusa
su un mondo del quale nulla si vuole sapere, che si tenta laicamente di tenere
a distanza, che si cerca di ignorare e che eppure è lì, come del
resto lì era la Berlino Est che neanche un muro presidiato giorno e notte
è riuscita a tenere ferma troppo a lungo.
Ma la porta chiusa è anche una precisa e chiarissima indicazione di stile:
di fronte ad un cinema che si fa sempre più chiassoso ed esplicativo,
di fronte a registi la cui unica ansia sembra essere quella di trovare la risposta
definitiva alle paure millenaristiche che pare esistano più negli slogan
ad effetto del marketing filmico letterario (ma non solo) che non nella testa
della gente, "Il sesto senso" è un film che parla sottovoce,
che spiega pochissimo, che persino dopo l'agnizione finale lascia nello spettatore
quel senso di mistero e di vuoto da colmare ormai difficilissimo da trovare
sul grande schermo. E allora l'espressione stolida ed impenetrabile di Bruce
Willis, che sia dovuta ad incapacità od a somma bravura poco importa,
è la migliore possibile. Perché l'uomo di oggi (ma non solo) è
proprio colui che vede esclusivamente "quelloche vuole vedere". E
poco più. E magari basta un film come questo, in silenzio, ad indicarci
che magari a noi spettatori di oggi può essere ancora molto utile vedere
al di là di quello che il regista vuole farci vedere. Sempre che qualcosa
da vedere (come in questo caso) ci sia.
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