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Sweet and Lowdown
Anno: 1999
Regista: Woody Allen;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 18-09-1999


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Visto a Venezia 99

Sweet and Lowdown
Di Woody Allen
Con Sean Penn, Uma Thurman, Samantha Morton, Anthony La Paglia

Due le grosse novità in questo ennesimo lungometraggio alleniano presentato fuori concorso a Venezia (ormai, è una tutto sommato piacevole abitudine): il direttore della fotografia, Zhao Fei ( everamente bravo nel ricreare i colori di una "America che fu"), pechinese che ha già lavorato con Zhang Yimou e alla sua prima esperienza in Occidente, e il tema, che per quanto per certi versi ricordi la struttura di "Zelig", segna un cambiamento deciso rispetto alla recente produzione di Woody Allen (a parte forse la simpatica parentesi "musical" di "Tutti dicono I love you"): il protagonista non è più, infatti, un uomo di mezza età alle prese con il sesso più o meno lecito, in crisi con sé stesso e con gli altri, e che usa lo stanzino dell'analista come seconda abitazione. "Sweet and Lowdown" è invece la storia, struttura come un finto documentario (di qui il rimando a "Zelig") di un bravissimo chitarrista jazz incapace, tuttavia, di non mettersi costantemente nei guai e di instaurare un rapporto sano e duraturo con le donne e di suonare se nei paraggi c'è il suo idolo Django Reinhardt questo sì, realmente esistito).

Interpretato da un ottimo Sean Penn (difficile immaginare un attore più adatto per questo ruolo), "Sweet and Lowdown" scivola via come un bel brano musicale: leggero, gradevolissimo, spumeggiante al momento giusto, mai noioso. Un film delizioso, capace di regalarci anche dei momenti di grandissima regia (la scena della rapina al drugstore rivista in tre chiavi diverse è geniale) e di dimostrare che il buon caro vecchio Woody ha ancora un bel numero di frecce al suo arco.