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Speak Like a Child
Anno: 1998
Regista: John Akomfrah;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: UK;
Data inserimento nel database: 06-09-1998


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Speak Like a Child
di John Akomfrah
Con Cal Macaninch, Richard Mylan, Rachel Fielding

Visto 
a Venezia 98Ruby, Billy, Sammy. Una donna e due uomini. Una donna incinta e due uomini (di chi, non lo si dice mai nel corso del film). Guidano verso una casa abbandonata nel Nord dell'Inghilterra, e partono i ricordi...
Ruby, Billy e Sammy sono cresciuti in un orfanotrofio (e le poche notazioni che ci vengono accennate sulla loro infanzia sono terribili). Un ambiente difficile, privo di regole, dove le regole te le devi fare da solo. I tre ragazzi si isolano presto da resto del mondo e danno vita ad un legame morboso, inquietante, eppure necessario, sembra dirci il regista, unica arma in loro possesso per difendersi dal mondo esterno. Crescono insieme, sono tutti e tre amanti, finché l'arrivo di una quarta persona (il bambino di Ruby) pare spezzare questo inquietante status quo.
Un film dai contenuti forti, a tratti non facile da sopportare, una storia drammatica e complicata raccontata con un distacco esemplare (eppure, si legge, lo sceneggiatore è cresciuto in un orfanotrofio, per cui il film non può non essere autobiografico, almeno a tratti), senza inutili moralismi e lontanissimo dai buoni sentimenti.
Una prova solo apparentemente diversa per questo quarantenne ghanese che finora si è sempre cimentato con storie sulle comunità nere e sui problemi razziali: i ragazzi del film sono tutti bianchi, ma sono tutti dei "diversi": "Speak Like a Child" è infatti un film sulla diversità come condizione di vita, come scelta spesso obbligata per chi vive ai margini da sempre.