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Simon Magus
Anno: 1999
Regista: Enyedi Ildiko';
Autore Recensione: Ofelia Nunzi
Provenienza: Ungheria;
Data inserimento nel database: 22-05-2000


Simon Magus - Corato Simon magus (UNGHERIA) - Bello. Molto. Nella Bibbia, il mago Simone è un uomo che nella Samaria compiva miracoli ma che non aveva il dono di poter dare lo Spirito Santo ai suoi discepoli (c’è una scena in ascensore in cui un poveretto gli chiede un segno). Allora, giacché molti si rivolsero agli apostoli Pietro e Giovanni, Simone chiese di poter comprare da loro due il potere del gesto sacro e questi, respingendolo, lo accusarono di malvagità, consigliandogli di pentirsi. La risposta del mago Simone fu "Pregate voi per me il signore, perché non mi capiti nulla di ciò che avete detto" come risposta al nefasto futuro profetizzato dai due Apostoli. Inizia come un noir in una Parigi che di notte assomiglia alla New York di Taxi Driver e si sposta concretamente sul filo della teologia, della magia, del confronto tra messia e discepolo. Il protagonista Andorai Pèter è carismatico, magico, attraente. La sua difficoltà maggiore è la comunicazione (è un ungherese a Parigi) ma che di fronte agli occhi della delicata e giovanissima Julie Delarme, riesce a piacere. Molto spesso lo spettatore non vede ciò che vedono i personaggi ma coglie solo le loro reazioni. Nagy Mari è l’angosciante figura dell’altro mago ungherese che sfida Simon in una resurrezione dopo tre giorni di sepoltura ai bordi di Parigi, perfetta l’inquadratura sulle tombe dei maghi con lo sfondo della Defance e della metropoli ultramoderna. Notevolmente filosofico, difficile, ricco di domande e metafore, silenzioso, lento come un film ungherese girato a Parigi, in cui si muovono le solitarie ombre dei protagonisti di quest’assurda vicenda d’avvento del messia. Scontro di culture religiose. L’attore che impersona il poliziotto magneticamente affascinato dal mago è Hubert (già L’odio) e non piace nemmeno in questo film. È la voglia dei parigini di credere che invece circonda la pesante mole di Simon, che arriva da lontano e che torna, dopo la sfida persa sotto terra con l’altro mago, nello sguardo finale di Jeannie, rispettando l’appuntamento preso con lei. Molte cose da chiarire su questo film sicuramente a matrice religiosa se non mistica, almeno metafisica.

Rapiti da questo film, abbiamo parlato con la regista Enyedi Ildikò subito dopo la vittoria per il miglior film del festival. Con grazia ha portato sulle sue minute spalle il bagaglio di un lavoro artistico così grande.

Il personaggio di Simon Magus è lo stesso che troviamo nella Bibbia?

  • Si.

Perché la tua storia è ambientata a Parigi?

  • Perché Parigi in questo momento rappresenta ciò che è stata Roma nel passato. E’ la Roma di oggi.

Simon è l’ultimo Messia?

  • Ogni epoca storica ha il suo Messia, egli si presenta di volta in volta con caratteristiche diverse ma con lo stesso carisma . Ogni generazione quindi cerca il ‘suo’ Messia.

Simon è ateo, confessa se stesso ed è riservato… è vero?

  • Si è vero. Simon non vuole insegnare, non cerca denaro o fama, ma solo un posto dove dormire nella città in cui è arrivato.

Simon Magus sei tu?

- ….si. (con questa ultima risposta abbiamo visto un tenero bagliore illuminare lo sguardo di Enyedi Ildikò)