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La commedia di Dio - A comedia de Deus Anno: 1995 Regista: Joao Cesar Monteiro; Autore Recensione: l.a. Provenienza: Portogallo; Data inserimento nel database: 18-03-1998
La Commedia di Dio (A Comedia De Deus),
scritto e diretto da Joao Cesar Monteiro. Con J. C. Monteiro, Manuela
de Freitas, Claudia Teixeira, Raquel Ascensao. Portogallo, 1995.
Dur.: 120' (originale 180', ridotta per il Festival di Venezia).
Gran Premio Speciale alla Mostra di Venezia
'95
Premio Cinemavvenire
Premio Pasinetti
Premio Filmcritica
SCHERZI dei SENSI
Tra peli pubici, profumi, sesso, gelato e gelataie,
una geniale e divertente commedia
CENNI DI UNA TRAMA MINIMA. Joao De Deus (Giovanni Di Dio)
è Il Maestro del Gelato: crea ogni giorno gusti ("profumi")
nuovi, frutti impeccabili di una fusione perfetta di vita (sessuale)
ed arte (culinaria). Il negozio che gestisce, ultimo avamposto contro
l'avanzata dell'industriale e prosaico Ice Cream americano, si chiama
Il Paradiso del Gelato. La sua vita scorre lieve, tra un profumo ed
una nuova conquista amorosa, fino a quando non si invaghisce di una
quindicenne e la seduce: il paradiso si trasforma in un inferno - si
scioglie e poi sparisce.
UN NASO-PENE. I gusti dei gelati vengono definiti
dall'artefice "profumi" - il senso del gusto slitta fino a mutarsi
nel senso dell'olfatto, ed infine da quest'ultimo viene
definitivamente sostituito: il sapore viene sublimato in qualcosa di
ancora più sfuggente impalpabile aereo. Il naso di
Joao/Monteiro: grosso, adunco, dalle narici oblunghe e cavernose; un
naso con cui fruga indifferentemente l'etere e le mutandine rosa.
SENSI. Il paradiso che il demiurgo/mago Joao gestisce con
meticolosità è un Paradiso dei sensi, o delle anomalie
del senso. Il Dio mette alla prova i cinque sensi, deviandoli,
snaturandoli, facendoli slittare l'uno nell'altro, come ricercandone
un sesto che li comprenda - un macrosenso totale, monolitico, che
vive di illusione e produce scarti nella percezione altrui:
un'unità superiore, divina, che tutto crea, controlla e
può fare svanire. Joao tocca l'impalpabile, annusa le forme,
gusta i profumi, accarezza con lo sguardo, vede l'invisibile, ascolta
i silenzi, gusta le parole... Se nella personale scala gerarchica
dell'esteta l'olfatto è evidentemente su un piano superiore;
ed il gusto è
inteso come il punto debole altrui piuttosto che qualcosa di
proprio da soddisfare (gelato come elisir d'amore, canto delle sirene
veicolato dalle papille gustative); il tatto è considerato
qualcosa di grezzo, quantomeno se esperito brutalmente sulle carni
altrui: il tatto deve essere elevato da rituali e cerimonie, ed ogni
con-tatto filtrato da liquidi e tessuti... (va sempre e comunque
purificato - l'ossessivo lavare mani, accarezzare attraverso i
liquidi...). Il contatto deve essere procrastinato, quasi risolto
nella preparazione: Joao accarezza le emanazioni del corpo, l'aura
che li avvolge; come una specie di pranoterapeuta-del-sesso ne sente
il calore, le vibrazioni, e li plasma interiormente. La vista
è parimenti declassata: semplice strumento di individuazione
della bellezza, deve essere completato dall'olfatto, agire in armonia
con gli altri sensi, ma soprattutto ritualizzato attraverso la
costruzione di scenografie ed atmosfere e luci. Nel silenzio, o con
l'ausilio della musica. L'udito di Joao nasce per ascoltare
principalmente il silenzio, e per scovare in esso le armonie nascoste
- rifllessi dell'ordine perfetto che si è costruito intorno,
proiezioni dei desideri; o, ancora, per cogliere lo spazio in cui la
melodia delle sue parole possa assumere i toni cantilenanti ed
ipnotici che mietono vittime, disarmano prede, creano il vuoto nella
volontà delle fanciulle, incantano stupiscono - sospendono.
SOSPENSIONI. Ogni pratica seduttiva del satiro incantatore
Joao ha come mezzo e come apparente fine la Sospensione. Il Dio del
Gelato crea delle falle temporali, dei vuoti in cui si muove con la
grazia affettata di uno spiritello maligno eternamente giovane,
danzando ed orchestrando il proprio numero di illusionismo. E come un
vero illusionista, ci pone di fronte all'imbroglio dall'inizio alla
fine, lo esibisce: non esita a filmarlo in piani sequenza
interminabili, con un'attenzione ed un approccio quasi da
documentario antropologico, mostrandoci nel suo concretarsi
quell'azzeramento di ogni forma di cronologia che gli permette,
vegliardo, di far capitolare fanciulle e vergini quindicenni -
nell'atemporalità non esistono differenze anagrafiche.
IL LIBRO DEI RICORDI PELOSI. La Sospensione ottenuta
attraverso la pratica seduttiva sembra avere come obiettivo ultimo la
creazione di uno spazio di distillazione dell'essenza
dell'esperienza: la memoria. In un quadro di studio della natura
umana. Con l'attenzione dello scienziato ricerca i resti dei suoi
esperimenti per vagliarli alla lente, studiarli; ed infine
catalogarli con cura accompagnandoli con pensieri osservazioni
riflessioni nel Libro De Pensamentos - un volume pregiato in cui sono
raccolti ciuffi di peli pubici delle sue compagne. Ancora una volta
alla ricerca di qualcosa di sfuggente, quasi impalpabile, ma in cui
sono contenuti infiniti elementi, codici genetici di esperienze
amorose, forse anche profumi che solo Joao può cogliere:
piccoli filamenti che intrecciano realtà e memoria e pensiero.
Collezione di Peli come di Farfalle - delicati colorati leggeri
entrambi.
ILLUSIONISMI. In un crescendo di prestidigitazioni e
manipolazioni di corpi e passioni, il Mago Di Dio tenta il
Capolavoro: trasformare in una notte una bambina in donna / madre /
chioccia - facendole covare le uova, immergendola nel latte... Al
contempo, in un delirio di onnipotenza, eleva al livello più
alto la sua arte portandola a coincidere con la forma vivente: il
corpo della vergine viene immerso negli ingredienti (uova e latte),
alimentato di zuccheri - un potenziale profumato giovane gelato
umano, la perfezione. Ma, ancora una volta, prevale un feticismo, che
sarebbe riduttivo ricondurre a regressioni infantili, preferendo Joao
avere un contatto con ciò che conserva le di lei tracce
piuttosto che con il corpo stesso della fanciulla. Che comunque non
risparmia. Punito fisicamente dal padre della giovane, cacciato dal
Paradiso, torna nella sua villa dove non resta più nulla del
suo tempio: il libro è stato bruciato come un testo eretico.
Lo spazio devastato dalla "crociata" contro lo sporcaccione è
attraversato soltanto dal volo di colombe: un volo leggero, nel
silenzio.
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