NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Il tocco del male - Fallen
Anno: 1998
Regista: Gregory Hoblit;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 25-05-1998


Un pluriomicida, Edgar Reese, autore di 18 delitti, sta per essere giustiziato. Attraverso le sbarre della prigione, parla per l'ultima volta col detective che lo ha incastrato, John Hobbes (Denzel Washington). Allunga una mano, lo tocca. Gli dice delle parole incomprensibili. Infine, viene condotto nella stanza dove morira' per assunzione di un gas velenoso. Muore cantando un vecchio motivo degli anni '60.
Pochi giorni dopo, Hobbes e il suo collega Jonesy (John Goodman, davvero iper-attivo in questo periodo) si ritrovano di fronte ad una nuova serie di delitti, ma compiuta con lo stesso "marchio di fabbrica" di Reese, tanto da far sospettare ai due detective e al loro diretto superiore, il tenente Stanton (Donald Sutherland), che possa trattarsi di qualcuno interno alla polizia che sta cercando di emulare il killer appena giustiziato. Hobbes e Jonesy cominciano a studiare il documentario girato prima dell'esecuzione, assumono un glottologo, e scoprono cosi' che la lingua usata da Reese era l'aramaico, e quelli che pronunciava erano versi dell'apocalisse: il capitolo 18, quello della caduta di Babilonia. Ma c'e' di piu': Reese nel suo linguaggio sibillino ha fatto anche un nome, quello di un poliziotto suicidatosi tanti anni prima in circostanze misteriose. Inizia da questo momento per il detective Hobbes un vero viaggio negli inferi, reso piu' drammatico dal fatto che molte prove circostanziali sembrerebbero indicare proprio lui come il principale indiziato, a caccia dell'autore di un disegno criminale che e' un'autentica forza del male capace di passare di persona in persona grazie semplicemente ad un tocco. Di lui, nulla si sa, se non che si chiama Ezezel, che e' mancino e che ama cantare...

Erano anni che un film non riusciva ad incutermi una tale profonda e genuina fifa boia. Cupo, infido, graffiante fin dalle prime inquadrature, "Il tocco del male" e' la sintesi perfetta di quello che sono per me il thriller e l'horror, il mistero e la paura, la tensione e l'inquietudine. Un grandissimo Denzel Washington, paladino del bene suo malgrado, ci accompagna letteralmente all'inferno, anzi ce lo racconta dall'inizio alla fine, con una serie di lunghe e profonde riflessioni interiori. Geniale la regia, impressionanti soprattutto le scene viste in soggettiva attraverso gli occhi (?) del reale protagonista, la forza del male Ezezel, scene dove la pellicola sgrana, la mdp si inclina e i colori contrastano in modo quasi insopportabile. Coinvolgente e agghiacciante l'atmosfera, che ricorda da vicino quella di un film per altri versi nettamente inferiore, "Angel Hart" di Alan Parker. Ma la cosa migliore di questo sorprendente film e', incredibile a dirsi (e confesso di aver temuto la delusione fino alla fine), il finale, non solo affatto scontato, persino coraggioso.

"Satana fu precipitato sulla Terra, e con lui furono precipitati anche i suoi angeli..."