Fa già notizia di per sé (anche se, per la verità Zanasi e Tavarelli hanno fatto bei film, belli soprattutto perché non fanno i furbi, non cercano di spacciarsi per quello che non sono). Dunque il Il prezzo, di Rolando Stefanelli, opera prima, con Chiara Caselli, Stefano Dionisi, Barbara Lerici, narra di un ex professore di lettere, alcolizzato e preso dai debiti, che si risolve a trasportare un carico di droga dall’Olanda all’Italia.

Artigianato di media delinquenza, ruolo centrale del meccanico che ‘alleggerisce’ al minimo la carrozzeria della station-wagon Mercedes perché venga riempita a Amsterdam. Il viaggio lo fa, tra una bevuta e l’altra, con una ‘ex’, fotografa di grido, alter ego del compagno, perché è come lui instabile e come lui ama la bottiglia. Ma lo fa da raffinata, con l’apparenza della donna in carriera. Chiara Caselli.

Mente lui è tutto nell’abisso. E non fa niente per rendersi simpatico, o almeno sopportabile. Il film, asciutto e tiratissimo, concede poco al dialogo (finalmente, per essere un italiano), e concede molto invece al suono ovattato e all’immagine. Tra l’altro è stato girato praticamente in sequenza, secondo le tappe del reale spostamento della troupe, con bellissimi scorci di città , autostrade e aree di servizio (segnalerei soprattutto la notturna Reims). Un viaggio, insomma, non per evolvere (evolverà la vicenda, tragicamente) in quanto persone, ma per restare se stessi, con pregi (pochi) e difetti (tanti).