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Il ladro - Vor Anno: 1997 Regista: Pavel Grigoryevich Chukhrai; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: Russia; Data inserimento nel database: 14-05-1998
Steppa siberiana, 1946. Katja, giovane e vedova (il marito e' morto in
guerra) partorisce un bambino "sulla strada", come ci spiega in modo
forse un po' ridondante la voce narrante (che e' la voce dello stesso
bambino, Sanja, ormai adulto). Sei anni dopo, su un treno, Katja
incontra un uomo, un ufficiale o sedicente tale, Toljan, e si innamora
di lui. Lo segue, e continuera' a seguirlo anche quando scoprira' che
Toljan non e' ne' un eroe ne' tanto meno un semplice ma onesto soldato,
bensi' un ladro d'appartamenti. Lo odia e lo ama, e non sa separarsi da
lui.
Ma per Sanja cosa rappresenta quest'uomo? Il bambino vede spesso il
fantasma del padre, quello vero, e non puo' e non sa chiamare papa' una
figura dalla quale e' respinto e attratto allo stesso tempo. Se non
quando teme di averlo perso per sempre, e allora grida disperato, nella
neve e nella scena piu' bella e toccante del film, ripetuta in due punti
cruciali, la seconda volta al rallentatore, un bambino che corre nella
neve e scava un solco nel cuore...
Pavel Chukhrai pensa alla sua Russia tuffandosi nel passato per meglio
capire il presente: questo e' ormai un paese che deve sfuggire ai suoi
fantasmi. Toljan ha tatuato sul petto il volto di Stalin, Toljan e'
Stalin li' dove il padre amato ma mai conosciuto da Sanja potrebbe
essere Lenin. E Toljan, nello stesso tempo, e' l'uomo della Russia di
oggi, della Russia di Eltsin, arruffone ladro faccendiere che tenta di
farsi strada come puo', spesso non riuscendoci, ma non lasciandosi
spiazzare da un mondo che riconosce a fatica da quando e' crollato il
muro.
Ma e' uomo della Russia di oggi anche Sanja, che capisce sulla sua pelle
che l'unico modo per vivere e per ricostruire sulle macerie e' "usare il
coltello una volta che lo si e' tirato fuori". Un uomo che ha paura, ma
che non ha scelta. Un uomo che fa del suo dolore e della sua solitudine
l'unica arma possibile, l'unica strada praticabile.
L'intensita', la passione, la voglia di capire e l'amore per il proprio
paese riempiono di se' ogni inquadratura, ogni volto, ogni paesaggio,
ogni suono. La bellezza di questo film e' quasi disarmante, esci dalla
sala stordito, confuso, capisci di avere di fronte la Storia ma capisci
anche che a farla, da sempre, sono gli uomini piccoli con le loro
piccole storie di tutti i giorni, con le loro miserie, le loro
meschinita', le loro grandezze improvvise.
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