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The Endless River
Anno: 2015
Regista: Oliver Hermanus;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Sud Africa; Francia;
Data inserimento nel database: 23-09-2015


“È un paese di criminali a piede libero.” Il livello di criminalità in Sudafrica è uno dei più elevanti al mondo. È un paese complicato, con ancora forti differenze fra le popolazioni. Lo è soprattutto per uno straniero, il quale entra in un mondo totalmente controverso. Se leggiamo il sito www.viaggiaresicuri.it c’è un lunghissimo dettaglio delle avvertenze per evitare violenza, in pratica girare per il Sudafrica è come attraversare un campo minato. Il regista sudafricano Oliver Hermanus ci racconta di come la criminalità del paese abbia attecchito anche nel piccolo paesino in The Endless River. Siamo a Riviersonderend, un paese di 5.245 abitanti. La città è attraversata da un fiume che dà il titolo al film. È un posto bellissimo, con una natura prospera, infinita. Perfino questo luogo affascinante non è immune da una brutalità fine se stessa. La vittima è il francese Gilles; vive a Riviersonderend con la moglie e due bambini piccoli. La sua famiglia è sterminata in un assalto di una banda in casa. La moglie violentata dal gruppo e poi uccisa insieme ai figli. Le scene sulla famiglia di Gilles sono alternate con quella di Tiny. Il marito è uscito da prigione dopo quattro anni. Nei primi momenti l’autore incrocia le storie delle due famiglie, con situazioni anche strane. Difficili sono i rapporti in casa Tiny: “in casa mia comando io” urla al figlio una madre disperata. Invece a casa Gilles si respira una freddezza artica fra la coppia. Non si attende molto e siamo raggiunti da un flash back sulle brutalità degli assassini. Poco dopo pure il marito di Tiny sarà ucciso da uno sconosciuto. I momenti dei due funerali rappresentano la chiusura della prima parte. Gilles è solo alle esequie della famiglia mentre in quella del marito di Tiny ci sono parenti e amici. Cambia il tono, il colore, le atmosfere. Da cupi, oscure, le inquadrature si aprono in un viaggio all’interno del paese, negli spazi aperti, negli hotel dei dintorni. Gilles e Tiny si uniscono ma entrambi si portano dietro due distinte sofferenze e due desideri di vendetta. Perché è la vendetta a mostrarsi nei rabbiosi primi piano dei caratteri. Il regista sta sempre nei personaggi mentre l’autore, per il suo amato Sudafrica, ci soffoca in campi lunghi. Il regista nella presentazione ufficiale del film ci parla di Riversonderend come terzo personaggio del film e come elemento unificatore dei due caratteri diversi e forse legati più dalla violenza che dall’amore. La ricerca di preparare un thriller d’atmosfera e introspettivo, si scontra con una struttura un po’ rigida e con una sceneggiatura incerta. Sono sfuggenti alcuni colpi di scena, alcuni frammenti inseriti forzatamente o casualmente, non spiegano e/o sono in contrasto con la storia. www.news24.com/Columnists/GuestColumn/Why-is-crime-and-violence-so-high-in-South-Africa-20140918 www.citypopulation.de/php/southafrica-westerncape.php?cityid=171007001