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The Boxtrolls (3D) – Le scatole magiche
Anno: 2014
Regista: Anthony Stacchi; Graham Annable;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 15-09-2014


“Che orribile tragedia. … Pensiamoci domani.” Noi poveri essere umani dobbiamo avere paura. Dobbiamo avere un lupo cattivo minaccioso, la paura ci consente di non pensare. La necessità è sempre avere un nemico a portata di mano. Una volta c’era la minaccia atomica (chi sa che fine hanno fatto i tanti bunker atomici di moda nel passato?), ora c’è la guerra al terrorismo. Ma possiamo pure averne di esterni, un meteorite, lo scioglimento dei ghiacciai, il buco nell’ozono. Oppure il nemico, la paura può provenire dal mondo sotterraneo. Se in questi giorni il mondo è minacciato dalla terribile dell’ISIS – un piccolo gruppo terroristico trasformato in qualche settimana in un rischio catastrofico - la città di Cheesebridge ha un pericolo ancora più terrificante: i boxtrolls. Usualmente la domenica pomeriggio la Mostra del cinema di Venezia regala sempre un cartone animato. Quest’anno è stato il turno della casa di animazione della Laika (Coraline e ParaNorman) con il film The Boxtrolls (3D) – Le scatole magiche dei registi Anthony Stacchi e Graham Annable. In Italia dovrebbe uscire il 2 ottobre. L’animazione con pupazzi di plastilina produce dei piccoli e simpaticamente brutti trolls. La loro caratteristica è di essere vestiti con delle scatole. Dal prodotto in precedenza contenuto i trolls prendono il nome: Eggs, Fish, Shoe ecc. Vivono nei sotterranei della città e hanno allevato un bambino, un essere umano, il quale si crede uno di loro. Arraffa è il cattivo di turno. Aspira a conquistare la sala dei sapori, cioè il posto del comando. Il suo vantaggio è di affrontare un governo d’inetti, intenti solo a mangiare e gustare le migliaia di varietà di formaggio (“Tanto valeva costruire l’ospedale”). Per acquisire il consenso popolare prima accusa i boxtrolls di rapire i bambini e poi inizia una spietata caccia. Con la cattura sarebbe diventato famoso e avrebbe potuto conquistare il potere. Arraffa è al comando di una combriccola di malfattori, di cui alcuni incerti se essere nel giusto: “ma non sembra che siamo noi i cattivi.” Con l’aiuto di una bambina, la ragione e la verità sopraggiungeranno a portare la giustizia. Il film ha un’ambientazione cittadina e sotterranea, il tempo della caccia è veloce, i personaggi si mescolano divertendo: gustosa è l’apparizione di un Arraffa travestito da donna e con parecchi spasimanti. La storia ha un crescendo. La parte oscura, quella della calunnia, della fuga, della caccia si mantiene costante. Compaiono delle sorprese, altri personaggi, fino alla deliziosa scena della festa del ballo. Tutti si scatenano, i personaggi, compresi i boxtrolls, acquisiscono umanità. La verità si sta per rilevare. Come nelle favole moderne, buoni e cattivi si distinguono a fatica, e anche la punizione non sarà poi così spietata. Un tripudio per i bambini e per i grandi. I personaggi sono adatti per i giovanissimi, le scatole li rendono simpatici e gradevoli. L’atmosfera cupa dei sotterranei è più adatta ai grandi, come la passione per i formaggi. La scena più gustosa (aggettivo perfetto considerando l’argomento) è la divertente canzone che accompagna una scena a Cheesebridge. L’autore è dell’italiano Dario Marianelli – premio Oscar 2008 per la colonna sonora di Espiazione. La canzone è in italiano, il testo è composto di una sequenza di nomi di formaggi, accompagnato da una musica simil aria di opera. I registi sulle colonna sonora: “Sulle musiche abbiamo lavorato con Dario Marianelli, compositore di gran talento [Premio Oscar per Espiazione, ndr]. Devo dire che quando ci ha fatto ascoltare quel brano con quelle sonorità pizzicate che ha attinto dalle sue origini italiani siamo rimasti tutti a bocca aperta: ci ha letteralmente stupito. È fantastica.” (http://blog.screenweek.it/2014/09/venezia-71-boxtrolls-intervista-ai-registi-graham-annable-e-anthony-stacchi-377172.php)