NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


No I giorni dell'arcobaleno - No
Anno: 2012
Regista: Pablo Larraín;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Cile; USA; Francia; Messico;
Data inserimento nel database: 28-06-2013


“Pinochet indice un referendum per perderlo?” Bella domanda. Retorica e beffarda.. Il generale Augusto José Ramón Pinochet è stato Presidente del Cile dall'11 settembre 1973 all'11 marzo 1990. Personaggio controverso, odiato, disprezzato in tutto il mondo, ha però rappresentato un pensiero diffuso della popolazione cilena. Gli anni del suo colpo di stato sono stati discutibili, hanno anche contribuito a incrementare una contestazione di seconda mano allargatasi nel mondo. È anche il tempo della nascita di quel concetto politico di ‘’esportazione della democrazia”, ripresa poi in tempi recenti dai new com di George W. Bush. Il generale entrò in campo con un colpo di stato cruento, ma si defilò in modo indolore per lui e per i suoi compatrioti. Ci furono pero dei tentativi di intervenire sulla sua scomparsa – teoricamente faccenda totalmente cilena – per quel concetto di esportazione della democrazia collegata alla superbia e vanagloria di magistrati di tutto il mondo. In realtà i cileni la soluzione la trovarono pacifica e anche pacificatrice. Il regista Pablo Larraín ci racconta nel film No - I giorni dell'arcobaleno come andarono gli avvenimenti. Il film, uscito quest’anno, è stato presentato in avantfestival per la 49a edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Una scelta consapevole e collegata al focus sul cinema cilena e in particolare sul regista Sebastián Lelio. Pablo Larraín è rappresenta un aspetto culturale importante della cinematografia del suo paese. Post Mortem il suo precedente film, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2010, racconta il momento dell’assalto al Palazzo presidenziale. Durante l’ attacco muore Allende. Mario un modesto impiegato dell’obitorio è chiamato a redigere il referto del medico. Con una allegoria finale Mario rappresenta il popolo cileno in un momento difficile. Ora Pablo Larraín cambia, dal modesto Mario si passa a René Saavedra un giovane rampante pubbliciario cileno. Ha lavorato per anni all’estero, ma è tornato in Cile per lavorare in una importante azienda pubblicitaria, mostrando notevole la sua capacità di linguaggio conosciuta all’estero. La partenza del film è nel 1988. René con il suo carattere superbo e pieno di sé mostra il suo spot televisivo ai manager di una azienda di bevande. Il pubblicitario appare con una immagine piena, affronta gli altri con sufficienza, spesso mostrato di spalla. Si muove con spavalderia, esempio è la scena di quando affronta la strada con lo skateboard: in poche immagini tutte le sfaccettature della sua personalità. Di seguito altre immagini per definire il carattere. La bella casa, una domestica, René è benestante, ha un buon reddito. Poi si passa alla scena in cui lui e il figlio lavano insieme la macchina. Il regista non ama René. Il suo temperamento è troppo spigoloso e giovanilista. È un bambino cresciuto. Perciò lo osserviamo mentre gioca con giocattoli del figlio, nonostante le lamentele di quest’ultimo. La prima fase è importante per produrre il tono divisorio all’interno del comitato per il No. Di fronte all’offerta di gestire la campagna pubblicitaria dell’organizzazione anti Pinochet è dubbioso. Il regista carica la situazione costruendo su di lui una fase di accettazione crescente. Acconsentirà ma non per disinteressata convinzione politica ma per il confronto di sfida con il comitato stesso. Si tratta di combattere una battaglia già persa, per stessa ammissione degli stessi sfidanti. E qui inizia la fase del contraddittorio con il comitato. Tutti i membri sono tristi, noiosi, sconfitti, angosicati, hanno subito tante ingiustizie, violenze e ora non possono sopportare un sorriso. René comprende la nuova situazione economico sociale cilena. Per entrare in sintonia con una classe media in miglioramento economico bisogna assumere un tono disincantato. Perciò affronta la seriosità degli altri trattando la democrazia come un prodotto qualsiasi, compie così un reato di lesa maestà: “la democrazia è allegria.” Mentre tutti vogliono immagini cruente, violente René li porta a studiare il possibile messaggio in un bellissimo posto in riva al mare. Pinochet appare a volte con delle immagine di repertorio, oppure di lui si sente parlare da terze persone. Non c’è nessun attore a personificarlo, contribuendo in questo modo a creare un personaggio ideale come stereotipo. Il regista non vuole offuscare la sua figura con degli attori. Renè ha delle divergenze con i seriosi pubblicitari del comitato del No: “Ne ho le palle piene delle tue denuncie”. Alla fine lo spot è allegro divertente giovanile, con un messaggio adatto a tutti; perché una persona non vorrebbe essere allegra e felice? Perciò il risultato del referendum da impossibile diventa possibile. La storia la conosciamo. Il No vincerà. Pinochet dovrà per forza – lentamente – accettare il risultato e cominciare la fase della allontanamento. A vincere è la determinazione di René. Una fermezza non politica, ma sociale. René rappresenta il nuovo Cile, quello moderno, giovane, borghese anche in conflitto con gli stessi aderenti al movimento. La politica è immagine, non si vince se si da una speranza di vita migliore, di successo; la politica triste, sessuofoba è costretta alla sconfitta e alla scomparsa. Perciò René non è simpatico, e forse le persone come lui porteranno nuovi e diversi problemi anche al Cile, ma per sconfiggere un dinosauro è perfetto. Gli Stati Uniti dopo anni di volontà politica legata a un controllo del territorio sudamericano con colpi di stato si rende conto che la ‘democrazia’ può dare dei frutti maggiori con una minore perdita di immagine. Anche questa è pubblicità. Il regista costruisce tutto con abilità. Gioca sui contrasti dei due modi di pensare del comitato: alla prima riunione il regista posiziona René da una parte e tutti gli altri dall’altra. Si affrontano: lui contro tutti. Ovvero quando René gioca con il trenino del figlio. In una bella inquadratura, lo si vede sdraiato sul pavimento mentre la locomotiva gli passa dietro la testa. Ovvero la simbologia fra il NO e un microonde. René sta curando la pubblicità del forno ma lo sentiamo avvertire l’attrice dello spot di stare distante perché emana delle radiazioni. Per René è indifferente, non deve credere nei prodotti pubblicizzati, devo solo eseguire al meglio il suo lavoro portando la gente a comperare ciò che lui dice. Non crede nel microonde e non crede nel No. La sua vita è una altra cosa. Il regista sa usare anche un taglio divertente, soprattutto nel tratteggio dei personaggi del regime. Un ministro di Pinochet parla con un assistente. Entrambi sono di fronte ripresi in campo medio, fra loro c’è la bocca di un cannone. Il ministro è scettico e sta mangiando una arancia. Con gesto ironico mette le bucce dentro la bocca del cannone. La delineazione del ministro è ironica, ma subito scompare con un campo lungo. Le minacce del ministro sono reali non fantasiose.