NearDark
database di recensioni
Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!
Lao Wedding - Sabaidee Luang Prabang Anno: 2008 Regista: Sakchai Deenan; Anousone Sirisackda; Autore Recensione: Roberto Matteucci Provenienza: Thailandia; Laos; Data inserimento nel database: 11-02-2013
“What’s done is done. We have to accept it.”
Dopo la conquista comunista in Laos, il paese è stato concentrato su importanti sociali questioni. Perfino lo sviluppo cinematografico è stato limitato. È del 2008 la prima pellicola privata, coprodotta fra Laos e Thailandia.
I registi Sakchai Deenan e Anousone Sirisackda, rispettivamente thailandese e laotiano, dirigono il film Lao Wedding - Sabaidee Luang Prabang.
È un classico genere adolescenziale, al quale si aggiunge un incontro fra due culture diverse.
Sorn – interpretato dall’attore australiano tailandese Ananda Everingham – è un fotografo professionista di Bangkok.
In viaggio di lavoro a Luang Prabang – città laotiana e antica capitale - incontra la giovane e bella interprete Noi.
Fra i due c’è uno scatto di amore immediato.
È facile rovinare la reputazione di una ragazza in Laos, basta essere visti insieme a un ragazzo per la città. Poiché Noi è stata notata insieme a Sorn comincia a circolare una nomea non positiva per lei.
Sorn è un bravo ragazzo, consapevole dell’affetto per lei e rispettoso delle tradizioni laotiane, perciò accetta di sposarla.
Ma organizzare un matrimonio è problematico, è un’impresa titanica; sulla materia conosciamo un’immensa cinematografia.
I due si amano, ma quando ci si sposa, si portano dietro le rispettive famiglie e le tante differenze, le quali si trasformano – anche le più piccole - in apocalittiche.
Noi appartiene a una bella famiglia borghese laotiana. Possiedono una casa grande, elegante, spaziosa, piena di mobili eleganti. I genitori sono apprensivi e adorano la figlia.
Anche Sorn ha un bel lavoro, è membro della nuova emergente classe media thailandese.
Le difficoltà iniziano subito.
Ottenere il visto non è facile: “… but most foreigners marry local girls to take advantage.”
Si prosegue con le difficoltà dei genitori di Sorn a spostarsi dalla Thailandia per seguire il matrimonio e conoscere i consuoceri. Al suo posto invece, incrementando la commedia degli equivoci, si presenta la sua ex fidanzata.
La sua apparizione non aiuta la preparazione congiunta dei futuri sposi. Anzi dubbi, titubanze s’incrementano come è ovvio.
Di classico genere adolescenziale, l’amore ovviamente vince e stravince, fregandosene delle diversità e delle difficoltà.
Tutta la storia è un susseguirsi di lunghi piani panoramici pieni di colore.
Il film assume immediatamente un tono documentaristico, le immagini sono delle foto da cartolina: foreste, campagne, allegri abitanti, furbi ragazzini e tanti monaci.
La colonna sonora è composta con canzoni allegre.
Il linguaggio è camera ferma, primi piano, campo e controcampo.
Tutto molto semplice ma efficace e diretto per lo spettatore.
Il Laos è uno degli ultimi baluardi del comunismo. La bandiera rossa con falce e martello sventola orgogliosa sulla passeggiata lungo il Mekong a Vientiane. Questo primo film privato elimina le bandiere, mostra una classe istruita, benestante tuttavia tradizionalista.
|