NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Il debito - The Debt
Anno: 2010
Regista: John Madden;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-10-2011


“Dio non punisce con le autobomba.” Nel 1966 una squadra addestrata per missioni impossibili del Mossad è infiltrata in Berlino Est. Il loro scopo è rapire e trasferire clandestinamente il medico nazista del campo di concentramento di Birkenau. Individuato dopo venti anni, lavora sotto falso nome come ginecologo a Berlino, dove è felicemente sposato. Nel 1997 l’evento è riportato d’attualità, e i tre agenti, anziani, si ritrovano involontariamente costretti a saldare il loro debito. Film d’azione moderno, il regista costruisce l’intreccio basandosi su montaggio e flash back. La prima parte racconta la vita attuale intervallata con i preparativi, la conoscenza fra i tre agenti segreti durante l’organizzazione del blitz a Berlino Est. Il flash back è parte essenziale per la costruzione della narrazione. I rapporti sentimentali e d’amicizia fra gli agenti si mischiano con quelli attuali, viaggiando su un unico binario anche a distanza di anni. La seconda parte si evolve; più introspettiva e finalizzata al soggetto della storia: la bugia, la menzogna. E qui con un abile montaggio antitesi è raccontata la parte del ritorno a casa degli agenti dopo l’azione, in confronto con il mordente assalto della coscienza del presente. “La verità è un lusso” urla uno degli anziani agenti. La ragione di stato deve prevalere, la sicurezza nazionale è un dogma. Il regista tramite il montaggio esprime la sua opinione. Non ha dubbi. La giustificazione del benessere comune è un meccanismo infantile di affrontare la storia. E’ un dito per nascondere una portaerei. Qualunque bugia crea un debito, raramente rimane insoluto, costringendoci a pagarlo comprensivo di interessi da usura. La lucida e pura verità deve prevalere. Saranno quei giovani ed idealisti ragazzi a trasformarsi nel tempo. Appaiono le rughe e le debolezze fisiche, inoltre la volontà utopista si trasforma in una calma tradizionalista, custode di sicurezza. L’azione di giovani persone si trasforma in azione d’anziani. Montare con dissomiglianza la falsità con la verità, si trasforma in un montaggio dissomigliante fra giovinezza e vecchiaia. La freschezza degli spietati esecutori dell’agenzia d’informazione israeliana, è marchiata da un moto di bontà, di debolezza nei confronti del crudele gerarca assassino. L’animo di quei giovani è incerto, toccato dai sanguinosi lutti delle rispettive famiglie. Tutti nel loro silenzio si portano il loro carico di morti. Il ménage à trois causerà tensioni e delusioni, gli stessi della loro vecchiaia. Il medico assassino, comprende l’animo dei ragazzi e li provoca per scatenare in loro le pulsioni emotive. Bel film d’azione. Veloce e rapido. I tanti flash back ostruiscono nella prima parte la libera espressione del pensiero, ma poi utilizzando gli stessi strumenti, nella seconda frazione il pensiero muta, è più costruttivo, più canalizzato verso il confronto fra verità e menzogna, giovinezza e vecchiaia, bene e male. Dibattito mai facile, sempre terreno di aspri conflitti e di atroci dubbi amletici.