NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Ren Shan Ren Hai - People Mountain People Sea
Anno: 2011
Regista: Cai Shangjun;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Cina ;
Data inserimento nel database: 16-09-2011


La nascente potenza economica cinese sta trattando questi giorni l’acquisto del 4% dell’infinito debito italiano: circa 80 miliardi di euro. Inoltre i suoi fondi possiedono il 25% del debito statunitense. Con la diminuzione del rating del debito americano, il governo cinese ha inviato una lettera al Presidente Obama offendendolo e maltrattandolo come un bambino; il Presidente ha abbozzato con vergogna ma senza rispondere. Questa potenza, ricca di denaro per l’elevato surplus della bilancia commerciale nazionale, cresce nelle sue dimensioni macroeconomiche. Lo si può vedere visitando Shanghai. I grattacieli accarezzano il cielo, numerosi come in un bosco. I suoi giovani abitanti assomigliano agli adolescenti europei o americani. Una discreta, ma ancora minoritaria classe media, sta nascendo, la quale si permette buoni livelli di spesa. Accanto a questo mondo luminoso e fluorescente esiste un non marginale mondo composto di emarginati; per loro il successo economico è solo una favola a cui non credono. La maggior parte sono contadini, trasferiti dalle interne province dove ancora si vive come un tempo remoto. Il bel film di Cai Shangiun arriva canalizzando l’attenzione su tre tremendi fattori della società attuale cinese: la campagna, la città e la miniera. Il tutto parte da un omicidio nella campagna remota. Il fratello di Lao Tie è ucciso da un pregiudicato, scappato dopo il delitto. La polizia non dimostra attitudini investigative capaci di catturarlo. Lao Tie si getta alla sua caccia arrivando in città, dove la differenza fra benessere e povertà è intensa. Lao Tie si ritrova implicato in questioni di droga, conosce la corruzione della polizia, la diffusione della mafia cinese. Nella terza parte Lao Tie è ancora alla ricerca dell’assassino. Lo scova in un abisso inimmaginabile e sconvolgente: una miniera clandestina in un posto infernale della provincia cinese. Sono incapace di comprendere come una miniera possa essere clandestina, eppure nella potenza cinese accade anche questo. Forte denuncia sociale ed umana, il film è capace di analizzare tante chiavi di letture, a volte inciampando nella sceneggiatura, ma mai abbandonando le diverse forme sceniche. Il linguaggio è quello della denuncia sociale, fino a diventare cupo ed oscuro al ritrovarsi nella miniera. E’ questo momento, quello maggiormente emotivo ed intenso: la descrizione putrefatta della cancellazione della dignità personale. Il regista si getta anche lui nella tetra miniera, colpendoci con vicende forti ed atroci, accompagnati da colori neri e visioni allucinanti: il sudicio viso dei minatori nel corpo bianco. I minatori sono delle formiche impazzite in un piccolo spazio vicino al centro della terra. Lontana dalle fantasmagorie ricchezze dei fondi sovrani, la bellezza ed onestà del film pone la Cina sul tavolo degli imputati, accusandola di depravazione sadica nei confronti di tanta popolazione discriminata e confinata nell’isolamento della putrida povertà. E’ un film denuncia, ma non dimentica l’aspetto umano di Lao Tie e della sua volontà passiva nei confronti della vita. Le tante nefaste vicissitudini lo rendono un uomo abulico, remissivo sia nei confronti del mondo circostante sia nei confronti di se stesso.