NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Harry Potter e i doni della morte: Parte II - Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 2
Anno: 2011
Regista: David Yates ;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: USA; UK;
Data inserimento nel database: 22-07-2011


“É la battecca ha scegliere il mago.” Siamo alla fine di un evento storico. Il prode maghetto della scrittrice J.K. Rowling ha incassato con i quattro precedenti episodi circa un miliardo di dollari americani ciascuno. Solo Harry Potter e la camera dei segreti ha incassato ‘’appena’’ ottocentocinquanta milioni di dollari. Nella seconda parte dei Doni della morte, la vittoria di Harry su Voldermon è sofferta e combattuta, sia fisicamente sia psicologicamente. Il regista David Yates utilizza tutti gli effetti speciali possibili per incrementare la sensazione di magico e fatato della scuola di Hogwarts. Draghi, folletti appaiono ad un angolo. Le scale sono interminabili. L’occhio raggiunge l’infinito e sembra continuare ancora. Le immagini sono deformate come se osservate ad uno specchio. I personaggi volano, sbalzano e svaniscono senza nessuna materialità. Per difendere la scuola – agguerriti come un gruppo di precari – appaiono un esercito di terra cotta. Il nero prevale offuscando tutta l’architettura gotica; immensa, con una esagerazione di archi a sesto acuto. Il finale esplode con un bianco incandescente, purificatore e liberatorio. Il bianco fosforescente della vittoria della giustizia. Il libro puntava sull’aspetto sociale, con l’elevazione dell’amicizia e dell’amore, sentimenti in grado di vincere la battaglia conclusiva. E’ lo scontro finale ad esaltare i sentimenti nobili nel confronto con la mestizia e la paura del male. La ricca scrittrice inglese si dilunga nella descrizione nello scontro a difesa della scuola, soprattutto mettendo in evidenza l’eroismo, il sacrificio e l’acquisizione della consapevolezza della rettitudine. Tutti sono schierati a sostegno dell’ultimo baluardo di libertà. David Yates nel film si concentra sui due personaggi primari. La battaglia per proteggere la scuola – volendo, sarebbe stata fortemente cinematografica – viene snobbata, per favorire la lotta ed il duello fra i due. La scelta è chiara: scorgere il bene e il male, sapendo che un pezzo di Horcruxes – cioè del male – è entrato, vive, ed influenza il bene. Bene e male come il peccato e la santità possono mischiarsi arrivando ad influenzarsi. Harry e Voldemort sono intrinsecamente collegati, si sentono, leggono il pensiero uno dell’altro. Il volto deformato e truccato del principe del male si mischia con quello pulito di Harry. La scelta del regista è coraggiosa, Yates conosce i suoi eroi (ha diretto quattro film – compresa la prima parte dei Doni della morte – della serie), preferisce lavorare sulle loro psicologie e sui risvolti di integrità e di moralità. Distingue nettamente le due categorie. I cattivi vestiti di nero, tutti uguali, tristi e sottomessi. I buoni, con abiti causal, ironici, goffi ma pronti volontariamente al sacrificio personale. Tutta la storia ha ritmo, velocità, ma pure un senso di noir e di gotico. La iniziale avventura giovanile, sbarazzina, è diventata un cinema maturo, oscuro, psicologico. Il fanciullo Potter, era adatto a bambini ingenui, impegnati con giochi di società. Il Potter attuale è consono agli adolescenti ripieni di ormoni, con un occhio autonomo alla ricerca di ragazze e turbamenti interni. Il fisico e l’animo sono cambiati. Gli attori Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson hanno avuto un cambiamento fisico e personale molto superiore a quello della storia. Nonostante le pesanti correzioni grafiche i fisici sono senili rispetto ai personaggi. Un vantaggio c’è stato. Nel finale, 19 anni dopo, nessuna trasformazione è stata necessaria su di loro, erano già ‘’vecchi’’. Nel cinema applausi a scena aperta per la morte di Bellatrix e Voldemort.