NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Blokada
Anno: 2006
Regista: Sergei Loznitsa;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Russia;
Data inserimento nel database: 21-06-2011


La battaglia di Stalingrado è stata utilizzata dalla nomenclatura sovietica per costruire l’esempio dell’eroico comportamento di un comunista, al pari del minatore Stachanov. Iniziata nel 1942 termina l’anno successivo con la disfatta delle truppe naziste. Sarà ricordata come una delle battaglie più sanguinose della storia: circa due milioni di morti, feriti, dispersi. Fu una lotta all’interno della città, casa per casa. Agli abitanti è inflitto ogni tipo di sofferenza. La propaganda sovietica narrò le gesta della coraggiosa battaglia nel cinema e nella letteratura per lungo tempo. Con la caduta del muro, un revisionismo storico più attinente alla realtà ha aperto una nuova strada di lettura. Il documentario Blokada è tagliato con materiale di archivio. Nulla di nobile e di affascinante in questa guerra. La camera appare asettica, in realtà è sempre dentro la scena. Si muove lentamente, vuole entrare dentro la notizia. Nessuno la guarda, tutti sono presi dall’assenza di qualsiasi sentimento. Si disinteressano alla camera, come sono indifferenti ai morti per strada. I cadaveri non sono vittime dirette della guerra, ma deceduti dal tremendo freddo e dalla neve caduta in città nell’inverno del 1942. Non ci sono scene di guerra ma solo alcuni effetti. Degli squarci di nero nella pellicola e delle esplosioni fortissime con conseguenti incendi e frenetica attività dei pompieri. Osserviamo la gente nel tentativo di sopravvivere, cercando di aggrapparsi l’ultimo filo di attaccamento alla vita. Con la città bianca per la neve, gli abitanti si muovono come degli spettri tutti neri, camminano per le strade senza traffico ad esclusione di un tram sempre in movimento. Sono prevalentemente donne e bambini gli ultimi residenti; cercano cibo e raccolgono l’acqua per strada. I morti sui marciapiedi non possono provocare reazioni, troppo terribile la vita quotidiana per rimpiangere, per sperare, per essere compassionevoli. I funerali diventano qualcosa di frettoloso, di umanamente spaventoso. Un bambino morto, attorcigliato intorno ad un lenzuolo bianco, è preso dalle braccia della madre e gettato nella fossa comune. Le lacrime sono poche, sono completamente finite. Ma la guerra continua. Ha spaccato la vita, il cuore delle persone. Anche se non la vediamo la guerra è presente con tutta la sua drammaticità. Però si deve continuare a vivere. Si devono usare i terribili frutti della battaglia per poter dare un senso di spettacolarità ai residui resti della vita. Allora i prigionieri tedeschi sono accompagnati per la vie della città, marciando attoniti fra una popolazione allibita e stupefatta. Con uno stupore irrazionale la gente osserva lo spettacolo tragico dell’impiccagione dei nemici. Non c’è reazione, malanimo, cattiveria, c’è solo lo sbigottimento di una guerra senza speranza. Il documentario si conclude mentre la popolazione osserva allegra e divertita gli spari della contraerea russa sparati dalle nave e le strisce luminose nell’oscuro cielo. Tutti con la testa in alto in attesa di una pace supplicata. Lo stile del documentario è nettamente freddo alla esaltazione della resistenza russa. Qui non c’è nulla di inebriante. Per il contrasto il filmato si concentra sui tanti manifesti di glorificazione della resistenza russa contro i tedeschi. Manifesti simili in tutto il mondo, falsi e bugiardi rispetto alla realtà orribile e crudele. L’unico mito è solo la forza immensa utilizzata per sopravvivere. Il trionfo è solo continuare ad esistere Le apoteosi storiche sono finite. Una guerra può essere solo terribile, non ci sono motivi e giustificazioni al concedere la falsa retorica dei guerrafondai.