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Adèle e l'enigma del Faraone - Les aventures extraordinaires d'Adèle Blanc-Sec Anno: 2010 Regista: Luc Besson; Autore Recensione: Roberto Matteucci Provenienza: Francia; Data inserimento nel database: 19-10-2010
Luc Besson si diletta costruendo il film Adele e l’enigma del faraone usando la tecnica del collage.
Indovinare i richiami ad altre pellicole potrebbe essere un gioco molto divertente: Indiana Jones, Jurassic Park, Harry Potter, La mummia, Una notte al museo ma anche Zombi ecc.
Sicuramente si potrebbe fare di meglio, ma in questo momento non riesco.
Adele è una giornalista d’assalto.
E’ una ragazza tanto esuberante da risultare schiva. La sua ironia e battute sarcastiche sono la controprova.
“Ho la faccia di una che beve the?”
La sorella è rimasta ferita in un gustoso match tennistico.
Per guarirla Adele pensa alla migliore scuola medica di tutti i tempi: quella degli egiziani al tempo del Faraone.
Purtroppo per lei, nessuno di questi dottori è ancora in attività; allora quale potrebbe essere la soluzione?
Semplice si risuscita la mummia di un dottore.
Il film gira tutto intorno a Adele, alla sua indifferenza per il rischio e all’amore per la sorella.
Le immagini volano in tutte le direzioni: dall’alto, dal basso.
Besson è come in preda ad una agitazione: la stessa di Adele.
Non ci sono momenti di pausa ma neppure tensione e concentrazione.
Non aiuta la comicità o delle battute fuori sincrono.
Il complesso però è piacevole come i salti di spazio e di tempo.
In una Parigi inizio secolo, ritornando a casa da un bar, un distinto signore si ferma a “mingere” sotto la statua della pulzella di Orleans. Intimidito gli sussurra: “Non sarà sicuramente il primo, chissà quanti ne hai visti.”.
Colpevole di questa offesa, l’ignaro signore cadrà anche lui vittima delle avventure di Adele.
Soprattutto il signore è colpevole di aver trovato la più vanitosa delle citazioni: Giovanna d’Arco di Luc Besson.
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