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La battaglia dei tre regni - Red Cliff
Anno: 2008
Regista: John Woo;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Cina;
Data inserimento nel database: 17-09-2010


“Dall’unione nasce la divisione” La storia, l’epica, la morale, la sapienza della Cina è raccontata nel bellissimo film di John Woo. Nessun dubbio: la Cina ha una grandissima tradizione nella cultura della guerra. I libri: I trentasei stratagemmi e L’arte della guerra sono due favolosi esempi. Entrambi parlano della guerra e come vincerla. Ci insegnano i trucchi, le bugie, i travestimenti, le fughe da compiere per vincere. Ma soprattutto impariamo a vincere e dominare noi stessi. Fatto questo possiamo realizzare anche una affermarci sugli altri. Gordon Gekko, lo spietato finanziere di Wall Street, conosce a memoria L’arte della guerra Dice a Bud Fox “Read Sun-tzu, The Art of War. Every battle is won before it is ever fought.” La potente filosofia taoista, wuwei, il non agire è la filosofia seguita dai regni del sud. Sono in minoranza, sono peggio armati ma dalla loro hanno una forte conoscenza del Cielo. Conoscono bene la cosmologia, sanno che il microcosmo e macrocosmo si eguagliano. I suggerimenti per le battaglie vengono dall’osservazione del Cielo. Lo si osserva, lo si consulta e si apprendere anche dalla natura. Le formazioni di combattimento sono ad Oca, sono a Testuggine. Si osserva il mondo e si apprende da quello. Essere debole ed indifeso non è tale. La debolezza diventa loro forza. John Woo è un grandissimo regista. Adrenalinico, veloce, implacabile, crudele ma soprattutto amante della Cina e del suo pensiero. Egli ci narra una delle tante guerre del periodo dei cento regni. Un periodo di guerre crudeli e feroci ma pure un momento di crescita del pensiero. Non c’è antitesi tra guerra e pensiero, anzi una aiuta l’altra e viceversa. Non è importante quale guerra si vuole narrare: Cao Cao è un importante generale e le sue battaglie sono narrate nei 36 stratagemmi con ampiezza di dettagli. Ma potrebbe anche essere una altra battaglia: come ha fatto Gordon Gekko in Wall Street. . C’è una sola minuziosa descrizione dei personaggi, dei confronti ideologici e dei duelli micidiali. John Woo conosce bene anche la tradizione pittura cinese. Il suo occhio è quello del pittore: il pennello è la prosecuzione del polso e di tutto il corpo. In tempi moderni, nel cinema, la cinepresa del regista è il proseguimento del suo pensiero. I regni del sud sono dipinti cinesi, con nebbia, rocce altissime, con fiumi; riempiono la scena e la cavalcano. Il bambù viene sferzato dal vento. Il bambù sembra debole ed incerto ma è invece fortissimo e resistente. Ovviamente il finale è quello aspettato. “Qui nessuno a vinto”. Hanno invece vinto i tanti attori: sono anche loro parte del dipinto cinese, sono piccoli ingranaggi. Gli uomini nel pittura cinese appare piccolo, minuscolo, quasi neppure si vedono eppure sono fondamentali, parte integrante del dipinto. Così nella Battaglia dei tre regni i tanti attori danno tutti la loro parte, piccola o grande, corale o particolare; tutti sono membri di un unico dipinto.