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Attenberg Anno: 2010 Regista: Athina Rachel Tsangari; Autore Recensione: Roberto Matteucci Provenienza: Grecia; Data inserimento nel database: 13-09-2010
Attenberg è un film greco di Athina Rachel Tsangari.
Marina – la vincitrice della Coppa Volpi femminile Ariane Labed – è rimasta sola con il padre, il quale è malato terminale.
Gli rimane solo l’amica Bella, una ragazza disinvolta con tanti amanti.
Marina invece è ancora vergine, ma soprattutto è di una sessualità incerta: non sa neppure lei se gli piacciono uomini e donne.
E’ una ragazza sola, triste, consapevole che con la morte del padre dovrà ricostruire il suo futuro.
Mentre il destino del padre è sempre più vicino incontra un uomo, con il quale potrà fare le sue esperienze. Il suo comportamento sarà infantile e incoscente come una ragazzina.
Ma gli rimane poco tempo per le sue decisioni.
Il film ci parla della crisi di una famiglia borghese greca; una metafora della profonda crisi economica della Grecia e delle sue conseguenze sociali tremende.
Il padre si definisce un rifiuto tossico dell’illuminismo e dell’ateismo, incapace di insegnare qualcosa alla figlia.
Infatti siamo di fronte ad una lamentela sul razionalismo a tutti i costi.
Il razionalismo ci ha potuto dare solo una società borghese, capitalista, centrata non sui valori dell’uomo ma sull’edonismo.
Marina è la sua conseguenza. Una ragazza persa; avrebbe proprio avuto bisogno di una guida e dei valori su cui appoggiarsi nel triste momento della morte del padre.
Il bianco delle immagini, i balletti pazzi delle due amiche sono il linguaggio principale della regista.
Vuole presentarci un momento di libertà inesistente costituita solo di vuoto.
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