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Il commissario Lo gatto
Anno: 1987
Regista: Dino Risi;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 04-09-2010


Inizio il festival di Venezia con un classico del cinema comico Il commissario LoGatto, di Dino Risi, sceneggiato da lui e da Enrico Vanzina. E’ un film del 1987. La retrospettiva dedicata al cinema comico di quegli anni fa ritornare in auge la solita diatriba fra cinema di serie A – intellettuale e snob – e quello di serie B – popolare e ridanciano. Questa contesa non finirà mai. Anche oggi i film cinepanettoni, i film di De Sica, Boldi, Vanzina si attirano gli strali di tutti. Ma sono convinto che segretamente tutti ridono. Questi film hanno sempre creato dei personaggi, delle maschere, cresciute facendo una miriade di film ed aumentando la loro professionalità. Anche Federico Fellini volle Ingrassia in Amarcord. Lo stesso Lino Banfi prima del film ha parlato di questo ostracismo sempre vissuto da loro, ma con molta signorilità gli è bastato una battuta: “Venezia? Ma neppure fino a Mestre ci facevano arrivare”. Ovviamente non se ne esce. Dai tempi di Gramsci si discute di cultura elevata e popolare. Secondo me non esiste una classifica di generi, salvo la determinazione: il film è bello/brutto o piace/non piace. E Il commissario Lo Gatto è un bel film. Fatto con professionalità. Conoscendo i ritmi del cinema comico e dell’ironia. Il commissario è una ironica scesa in campo nei tanti mondi del giallo e dei personaggi polizieschi più famosi. E’ deduttivo, è Sherlock Holmes, è Elly Queen, è azione e … completamente falso. Il colpo di teatro finale è un chiaro esempio. Non c’è la sola ironia letteraria ma anche quella politica e religiosa. Il morto nei giardini del Vaticano, le relazioni extraconiugali con il Presidente del Consiglio (… ma parlava di Craxi … ) In una Sicilia, che non è la solita cartolina, rappresenta il palcoscenico perfetto per tanta ironia, solo un personaggio “carismatico” come il Lo Gatto poteva risolvere l’enigma. Dei tanti film italiani in concorso quest’anno alla Mostra di Venezia non ci sono, salvo errori, film comici. Ed è un peccato perché ironia è arma pungente ed affilata, però bisogna essere molto bravi a produrla.