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Bastardi senza gloria - Inglourious Bastards
Anno: 2009
Regista: Quentin Tarantino;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: USA; Germania;
Data inserimento nel database: 05-01-2010


Quentin Tarantino ama il cinema. E' un regista che invece di crescere nei banchi dei tanti corsi di cinematografia e’ cresciuto nelle sale. Ama il cinema e lo si vede. La sua e’ una vera passione, un innamoramento che fa di lui un grande autore. E’ molto diverso dai tanti snob che ci circondano. E’ diverso perché il suo gusto e’ aggiornato al tempo presente e non solo a quello passato. Il cinema e’ divertimento, e’ finzione, e’ emozione e lui vuole riportarci a quel mondo. Con i suoi primi film, soprattutto con Pulp Fiction, il suo gradimento nel paludoso mondo del cinema italiano era al top. Successivamente Tarantino si e’ macchiato di una colpa mortale. Ha detto che il cinema italiano degli spaghetti western, degli horror e dei polizieschi di serie B gli piaceva moltissimo, lo avevano influenzato. Erano gli stessi film che la critica e l’Intellighenzia guardava con la puzza sotto al naso, giudicandoli al massimo con un’alzata di spalla e scrivendo stroncature violente. Bisogna perdonarli, sono critici vecchi, mai aggiornati con il tempo e sempre fuori dal mondo che le persone normali vivono. E’ invece quel cinema che Tarantino vuole incensare, addirittura dandogli come titolo la traduzione inglese di Quel maledetto treno blindato, The Inglorious Bastards, film di Enzo G. Castellari, prolifico e sconosciuto regista italiano. L’amore può fare molte cose, e l’amore per il cinema ha fatto produrre questo bellissimo film. E’ un film di azione, di personaggi, di caricature, di mostri, di sangue e di violenza. Non ci fa mancare nulla, compresi colpi di scena e finali ad effetto. Non siamo di fronte a degli uomini, siamo di fronte a delle esagerazioni mentali e deformati fisici. Tutti sono molto veri, perfino Hitler, nonostante la sua fine viene riscritta in versione ucronica. Non e’ una parodia e’ un vero film, una realtà, un’attendibile storia. Ci fa sognare. Con la mente andiamo a riscrivere il corso degli eventi. Noi la viviamo come se non sapessimo come sarebbero andate le vicende. Nulla ci può impedire di farlo. Questo e’ la bellezza del cinema e Tarantino ci riporta nel sogno e nella passione. Si dice che il suo film sia un flusso di citazioni filmiche, un rendere onore agli autori, registi che gli hanno fatto vivere il cinema dalla parte dello spettatore. E’ molto di più invece. E’ un modo diverso di fare cinema. Una sua specifica scuola dove i personaggi, nei loro eccessi, sono molto più reali e normali dei tanti finti patetici personaggi che circolano in altri irreali film. La loro psicologia e’ una liberazione delle loro personalità. Il film e’ un segno di libertà dalla dittatura del politicamente corretto che ha corrotto le nostre menti ed i nostri governanti. Il voler dire ciò che pensiamo, ciò che siamo, ciò che nascondiamo e’ l’insegnamento di bastardi senza gloria. Il film ci porta ad essere tutti più bastardi, ad essere cattivi, quindi cosmologicamente, ci fa diventare veramente buoni perché ci sentiamo finalmente liberi, con tutte le scorie del nostro vivere bruciate nelle nostre incazzature. Solo i bastardi possono avvicinarsi al paradiso mentre i buoni, nella loro finzione umana, sono tutti destinati all’inferno perché mentono e non riescono ad essere se stessi. Perché portarci nella Francia della seconda guerra mondiale? Forse perché la Francia di quel tempo e’ un crogiolo di tante attività di guerra, di tradimento e di spionaggio. Chi meglio delle spie possono essere bastardi. Abbiamo di fronte anche un film sulla guerra e sulle reazioni violente che essa crea. Alcuni dei benpensanti ci dicono che bisogna essere buoni anche in guerra e giudicano avvenimenti, ritorsioni, vendette come ignobili. In bastardi senza gloria invece la guerra si vive come essa e’ veramente, crudelmente. La psicologia umana sa bene che lo scalpo del nazista e’ una reazione umana. Il pietismo non fa parte di noi, la punizione e’ invece vera. E poi diciamolo pure che punizione potrebbe mai essere per un criminale nazista una piccola svastica marchiata sulla fronte a ricordarsi dei suoi misfatti? Nulla. Gli attori sono memorabili. Christoph Waltz ci disegna un colonello delle SS doppiamente bastardo. La sua recitazione e’ epica e quasi innaturale nella sua bravura.