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Casino Anno: 1995 Regista: Martin Scorsese; Autore Recensione: Andrea Caramanna Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 06-05-1998
casino
CASINÒ
REGIA: MARTIN SCORSESE
SCENEGGIATURA: NICHOLAS PILEGGI, MARTIN SCORSESE
INTERPRETI: ROBERT DE NIRO, SHARON STONE, JOE PESCI, JAMES WOODS
FOTOGRAFIA: ROBERT RICHARDSON
NAZIONALITÀ: U.S.A., 1995
Dopo L'Età dell'innocenza, Martin Scorsese torna ai temi più cari e
firma questo Casinò, una
sorta di sequel di Quei bravi
ragazzi. Siamo a Las Vegas negli
anni '70, quando la mafia era padrona dei casinò, un luogo
fatale per tutti, non soltanto per giocatori. Si inizia con
l'esplosione di un auto. Dentro vi è appena salito Sam "Ace"
Rothstein (De Niro), un formidabile esperto di scommesse e gioco
d'azzardo, che ci racconta tutta la storia attraverso la sua voce
fuori campo (che poi è quella del bravo Gigi Proietti). I
casinò sono delle macchine per far soldi, e per le cosche
mafiose un'inesauribile risorsa. "Ace", mandato a Las Vegas per
dirigere un casinò, in poco tempo riesce a farne una vera
miniera d'oro sbaragliando truffatori e incompetenti, comportandosi
da efficiente capitano d'industria. Al suo fianco la bellissima
Ginger McKenna (Sharon Stone), ex prostituta d'alto bordo che lo ha
sposato soltanto per il suo denaro e il manesco boss Nicky Santoro
(Joe Pesci), amico d'infanzia di Sam, che non si tira mai indietro
quando c'è da eliminare qualcuno. Dopo l'ascesa, per i nostri
eroi, segue l'inevitabile caduta. Il brutale e violento Nicky a furia
di ammazzare e derubare diventa troppo pericoloso per i vecchi boss
che dirigono da lontano le fruttuose operazioni e Ginger, tra alcool
e droga, arriva perfino a legare al letto la figlia, scegliendosi per
di più come nuovo protettore, dopo il vecchio pappa-amante
Lester Diamond (James Woods), lo stesso Nicky.
L'impressione è che in
Casinò non ci siano delle idee sconvolgenti, e l'affresco
della Las Vegas degli anni ë70, quasi documentaristico in alcune
parti, seppure filtrato attraverso la descrizione dei personaggi, non
convince del tutto (era davvero così?). L'uso delle voci fuori
campo, quella di Nicky e Sam alternativamente, è poi il
sintomo di una imbarazzante prolissità del testo. La prima
parte risulta così ridondante di informazioni, che la voce
off
è costretta a fornire continue spiegazioni di quel che
succede, ma la sensazione di confusione è inevitabile. D'altra
parte gli interpreti si destreggiano con elevata bravura. De Niro in
un continuo dosaggio di compostezza, Pesci nella solita versione
gigionesca ed eccessiva del gangster, e la Stone nel ruolo di donna
senza scrupoli, i cui orribili compromessi porteranno però a
distruzione.
Casinò, pur contenendo delle
belle sequenze, merito soprattutto dei virtuosi dolly e carrelli, non
possiede lo spessore drammatico e l'attrazione fatale e coinvolgente
di altri film di Scorsese.
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