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Ed Wood
Anno: 1994
Regista: Tim Burton;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: U.S.A.;
Data inserimento nel database: 28-12-2005


La grande guerra

Ed Wood. Tim Burton. 1994. USA.

Attori: Johnny Depp, Martin Landau, Sarah Jessica Parker, Bill Murray, Patricia Arquette, Lisa Marie, Vincent D'Onofrio

Durata: 124’

 

 

Lontano da Hollywood, anni Cinquanta. In un teatro mezzo fatiscente il trentenne regista Edward D. Wood Jr. porta in scena uno spettacolo stroncato il giorno dopo dalla critica. Di giorno lavora come facchino presso gli studi cinematografici e un giorno scopre che un produttore è alla ricerca di un regista per realizzare la biografia su un omosessuale. Edward si propone confessando all’uomo la sua passione per gli indumenti femminili, ma questi lo rifiuta ugualmente. Di ritorno verso casa incontra l’attore Bela Lugosi, interprete dimenticato di tanti horror della Universal, con il quale instaura un rapporto d’amicizia. Tornato dal produttore Weiss, gli propone il nome di Lugosi come star e questi decide allora di produrgli il film Glen or Glenda?. Edward ne approfitta per confessare anche alla propria compagna, Dolores Fuller, il suo vizio. Finite le riprese propone il film ad un distributore il quale crede che si tratti di uno scherzo mentre il produttore Weiss gli strilla contro tutto il suo fallimento. Ad un incontro di catch Ed Wood scrittura il grosso Tor Johnson per un eventuale film, mentre continua il declino di Bela Lugosi con l’uso costante di morfina. Ed decide allora di cercare fondi per il prossimo film e viene contattato da una televisione che scrittura Bela Lugosi per una partecipazione, e che si rivela un completo disastro. Negli studi televisivi conoscono però il mago Criswell, un ciarlatano che conosce bene però il mondo dello spettacolo. Organizzano allora un party per raccogliere i fondi per fare il film, ma non ottengono niente. Disperato, Ed Wood conosce in un bar la giovane Loretta King, appena arrivata ad Hollywood, disposta a finanziare il film in cambio del ruolo da protagonista. Ed accetta e toglie il ruolo a Dolores, che non la prende bene. Quando si scopre, iniziate le riprese, che Loretta non ha più di trecento dollari, le riprese sono interrotte e la troupe è costretta ad organizzare un nuovo party che sortisce però gli stessi effetti del primo. Finalmente Ed Wood ottiene un finanziamento dal proprietario di una catena di carni il quale però gli impone un nuovo finale ed il figlio scemo come attore. Dopo aver rubato una piovra gigante negli stabilimenti cinematografici, terminano il film e danno una festa durante la quale però Dolores lascia il gruppo. Una notte poi Ed trova Bela Lugosi sconvolto di morfina ed in preda ad un delirante tentativo di suicidio. L’attore si lascia convincere e si fa ricoverare per disintossicarsi. Qui Ed Wood conosce Kathy con la quale inizia ad uscire e dopo averle confessato il proprio piacere nell’indossare abiti femminili, tra loro nasce anche una storia. Per mancanza di denaro intanto, Bela Lugosi è costretto a lasciare l’ospedale ed a tornare a casa propria dove Ed Wood lo riprende per l’ultima volta davanti ad una macchina da presa. Alla prima del film La sposa del mostro è un disastro tanto che tutti sono costretti a scappare inseguiti dal pubblico. Pochi giorni dopo Bela Lugosi muore. In difficoltà per pagare l’affitto Ed Wood apprende dal proprietario che la Chiesa battista vorrebbe realizzare una serie di dodici puntate, ma lui li convince a produrre il suo film prima in modo da garantirsi un ritorno commerciale per realizzare la serie. Poiché licenziata dalla televisione nella quale lavorava, Ed Wood riesce a contattare anche Vampira e tutti assieme vanno a farsi battezzare. Sul set le cose però non vanno bene alla presenza dei produttori battisti e quando Ed Wood si mostra vestito da donna è costretto a lasciare il set perché offeso. Rifugiatosi nel solito bar incontra il regista Orson Welles alle prese con i finanziamenti del film su Don Chisciotte e uno scambio di battute con lui basta per incoraggiarlo a chiudere il film. Alla prima di Plan 9 from outhere space il pubblico sembra forse gradire il lavoro, ma Ed Wood decide di lasciare la sala.

Un omaggio sentito del regista Tim Burton ad un genere, ad un mondo, e soprattutto ad un modo di fare cinema che aveva tante carenze tecniche e realizzative, ma che era dotato di una vitalità sincera anche se a volte eccessivamente positiva. Chi è Ed Wood secondo Tim Burton allora? Passato alla storia come uno dei registi peggiori del cinema (nato il 1924 e morto nel 1978), diventa per Tim Burton il simbolo del lato più oscuro della Hollywood più conosciuta (quel piano sequenza iniziale che quasi scappa dalla scritta che domina dalle colline della California), un cinema fatto di e da cialtroni, vecchie glorie, alcolizzati e drogati, un cinema composto da vite che si son perse per strada o abbandonate a loro stesse. Ed Wood è un perdente in sostanza, e non sarebbe potuto essere altrimenti se si guarda meglio la filmografia di Tim Burton, affezionato alle diversità ed alle mancanze, agli animi inquieti e tristi che popolano la sua fantasia e questo mondo (e anche quello di celluloide). Sicuramente è una sfida per Tim Burton rendere omaggio ad un vero fallito, ma grazie al successo ottenuto dal film sembra vinta in scioltezza e ne viene vendicato anche il suo scomparso protagonista. È un film a struttura circolare, che si apre e chiude come la parentesi biografica di un uomo (ma anche di tutta una troupe cui si fa riferimento nelle didascalie finali) che ha avuto il coraggio di fare cinema oltre ogni altra passione (oltre quindi i propri vizi messi in piazza) e che alla fine è scivolato anche egli nel dimenticatoio dell’alcolismo e della solitudine. Interpretato da un talentuoso e sempre più bravo Johnny Depp, Ed Wood diventa un comico, una macchietta disperata che ha negli occhi la luce della fantasia, la speranza alla quale lega la sua e la vita degli altri, ma anche una mancanza d’aderenza alla realtà. È proprio allo sguardo illuminato di Johnny Depp che Tim Burton consegna le corde di un film tenero, allegro, divertente, educato e soprattutto splendidamente girato, vivo nel suo sporco bianco e nero. Non mancano centinaia di piccoli dettagli che creano corpo su una realtà storica dimenticata (il produttore dal nome ebreo; i vecchi programmi televisivi; la direzione del cinema muto) di un cinema dal sapore menzognero ma fantastico, intuitivo ma privo di tecnica, vivace e allegro ma in sostanza profondamente triste (il rapporto d’amicizia tra Ed e Bela). La biografia di Ed Wood è anche dunque un mezzo per aprire allo spettatore le porte dello spettacolo, dei suoi trucchi (il cinema nel cinema), delle sue figure più ridicole (che spesso arrivano dalla televisione già) nel quale però c’è sempre posto per piccoli sentimenti (frazionati in un gruppo coeso). Sicuramente l’approccio di Tim Burton, che ha da sempre abituato il suo pubblico al fantastico ed all’incanto, mostra qui invece uno sguardo più disincantato (le impurità cui è abituato il mago cialtrone Criswell) che però non affonda mai veramente per cinismo ma semmai risulta davvero capace nel far emergere la romanzata storia di un personaggio irraccontabile. È il cinema che parla e racconta del non cinema con un delicato senso del disprezzo (chi è che succhia il sangue veramente, Bela Lugosi? La morfina? Il successo? Ed Wood?). Il suo successo si è misurato alla distanza con lo sdoganamento completo del cinema di genere a basso costo (gli effetti, forse involontari, si vedranno anni più tardi con il recupero del cinema di genere americano prima e poi italiano soprattutto) privo di vere star (o con star decadute) e animato da comparse dai forti caratteri somatici e dai pessimi contenuti artistici (un esempio su tutti il lottatore di catch Tor Johnson). Per gli appassionati del cinema classico dell’orrore, Ed Wood è anche un mosaico di citazioni (dalle inquadrature alla disposizione delle luci, dai cartelloni pubblicitari ai divi chiamati in causa) e che verrà ripreso e riutilizzato in un altro gesto d’amore per il cinema classico di genere, quello fantascientifico portato sul grande schermo dallo stesso Tim Burton con il successivo Mars attacks! (1996) dove però non si ricorre ad alcuna biografia in particolare (per Ed Wood ha utilizzato quella scritta da Rudolph Grey). Il film ha ottenuto l’Oscar per il miglior attore non protagonista a Martin Landau (anche lui interprete di tanti Dracula e che interpreta Bela Lugosi in un divertente omaggio apostrofato al genere) e per i trucchi, cui ha partecipato anche Rick Baker. Le musiche del film sono state composte da Howard Shore, firma pressoché unica delle colonne sonore dei film del regista canadese David Cronenberg. Per creare la giusta atmosfera il compositore ha utilizzato il theremin, un particolare strumento di produzione sovietica che si suona sfiorandolo con le mani poiché è un campo elettromagnetico a farlo vibrare. Fu scelto questo strumento tra gli altri perché ad Hollywood esso era utilizzato soprattutto come effetto per i dischi volanti.

 

 

Bucci Mario

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