Ed Wood. Tim Burton. 1994. USA.
Attori: Johnny Depp, Martin
Landau, Sarah Jessica Parker, Bill Murray, Patricia Arquette, Lisa Marie,
Vincent D'Onofrio
Durata: 124’
Lontano da Hollywood, anni
Cinquanta. In un teatro mezzo fatiscente il trentenne regista Edward D. Wood
Jr. porta in scena uno spettacolo stroncato il giorno dopo dalla critica. Di
giorno lavora come facchino presso gli studi cinematografici e un giorno scopre
che un produttore è alla ricerca di un regista per realizzare la biografia su
un omosessuale. Edward si propone confessando all’uomo la sua passione per gli
indumenti femminili, ma questi lo rifiuta ugualmente. Di ritorno verso casa
incontra l’attore Bela Lugosi, interprete dimenticato di tanti horror della
Universal, con il quale instaura un rapporto d’amicizia. Tornato dal produttore
Weiss, gli propone il nome di Lugosi come star e questi decide allora di
produrgli il film Glen or Glenda?. Edward
ne approfitta per confessare anche alla propria compagna, Dolores Fuller, il
suo vizio. Finite le riprese propone il film ad un distributore il quale crede
che si tratti di uno scherzo mentre il produttore Weiss gli strilla contro
tutto il suo fallimento. Ad un incontro di catch Ed Wood scrittura il grosso Tor
Johnson per un eventuale film, mentre continua il declino di Bela Lugosi con
l’uso costante di morfina. Ed decide allora di cercare fondi per il prossimo
film e viene contattato da una televisione che scrittura Bela Lugosi per una
partecipazione, e che si rivela un completo disastro. Negli studi televisivi
conoscono però il mago Criswell, un ciarlatano che conosce bene però il mondo
dello spettacolo. Organizzano allora un party per raccogliere i fondi per fare
il film, ma non ottengono niente. Disperato, Ed Wood conosce in un bar la
giovane Loretta King, appena arrivata ad Hollywood, disposta a finanziare il
film in cambio del ruolo da protagonista. Ed accetta e toglie il ruolo a
Dolores, che non la prende bene. Quando si scopre, iniziate le riprese, che
Loretta non ha più di trecento dollari, le riprese sono interrotte e la troupe è
costretta ad organizzare un nuovo party che sortisce però gli stessi effetti
del primo. Finalmente Ed Wood ottiene un finanziamento dal proprietario di una
catena di carni il quale però gli impone un nuovo finale ed il figlio scemo
come attore. Dopo aver rubato una piovra gigante negli stabilimenti
cinematografici, terminano il film e danno una festa durante la quale però
Dolores lascia il gruppo. Una notte poi Ed trova Bela Lugosi sconvolto di
morfina ed in preda ad un delirante tentativo di suicidio. L’attore si lascia
convincere e si fa ricoverare per disintossicarsi. Qui Ed Wood conosce Kathy
con la quale inizia ad uscire e dopo averle confessato il proprio piacere nell’indossare
abiti femminili, tra loro nasce anche una storia. Per mancanza di denaro
intanto, Bela Lugosi è costretto a lasciare l’ospedale ed a tornare a casa
propria dove Ed Wood lo riprende per l’ultima volta davanti ad una macchina da
presa. Alla prima del film La sposa del
mostro è un disastro tanto che tutti sono costretti a scappare inseguiti
dal pubblico. Pochi giorni dopo Bela Lugosi muore. In difficoltà per pagare
l’affitto Ed Wood apprende dal proprietario che la Chiesa battista vorrebbe
realizzare una serie di dodici puntate, ma lui li convince a produrre il suo
film prima in modo da garantirsi un ritorno commerciale per realizzare la
serie. Poiché licenziata dalla televisione nella quale lavorava, Ed Wood riesce
a contattare anche Vampira e tutti assieme vanno a farsi battezzare. Sul set le
cose però non vanno bene alla presenza dei produttori battisti e quando Ed Wood
si mostra vestito da donna è costretto a lasciare il set perché offeso.
Rifugiatosi nel solito bar incontra il regista Orson Welles alle prese con i
finanziamenti del film su Don Chisciotte
e uno scambio di battute con lui basta per incoraggiarlo a chiudere il film.
Alla prima di Plan 9 from outhere space
il pubblico sembra forse gradire il lavoro, ma Ed Wood decide di lasciare la
sala.
Un omaggio sentito del regista
Tim Burton ad un genere, ad un mondo, e soprattutto ad un modo di fare cinema
che aveva tante carenze tecniche e realizzative, ma che era dotato di una
vitalità sincera anche se a volte eccessivamente positiva. Chi è Ed Wood
secondo Tim Burton allora? Passato alla storia come uno dei registi peggiori
del cinema (nato il 1924 e morto nel 1978), diventa per Tim Burton il simbolo
del lato più oscuro della Hollywood più conosciuta (quel piano sequenza
iniziale che quasi scappa dalla scritta che domina dalle colline della
California), un cinema fatto di e da cialtroni, vecchie glorie, alcolizzati e
drogati, un cinema composto da vite che si son perse per strada o abbandonate a
loro stesse. Ed Wood è un perdente in sostanza, e non sarebbe potuto essere
altrimenti se si guarda meglio la filmografia di Tim Burton, affezionato alle
diversità ed alle mancanze, agli animi inquieti e tristi che popolano la sua
fantasia e questo mondo (e anche quello di celluloide). Sicuramente è una sfida
per Tim Burton rendere omaggio ad un vero fallito, ma grazie al successo
ottenuto dal film sembra vinta in scioltezza e ne viene vendicato anche il suo
scomparso protagonista. È un film a struttura circolare, che si apre e chiude come
la parentesi biografica di un uomo (ma anche di tutta una troupe cui si fa
riferimento nelle didascalie finali) che ha avuto il coraggio di fare cinema
oltre ogni altra passione (oltre quindi i propri vizi messi in piazza) e che
alla fine è scivolato anche egli nel dimenticatoio dell’alcolismo e della
solitudine. Interpretato da un talentuoso e sempre più bravo Johnny Depp, Ed
Wood diventa un comico, una macchietta disperata che ha negli occhi la luce
della fantasia, la speranza alla quale lega la sua e la vita degli altri, ma
anche una mancanza d’aderenza alla realtà. È proprio allo sguardo illuminato di
Johnny Depp che Tim Burton consegna le corde di un film tenero, allegro,
divertente, educato e soprattutto splendidamente girato, vivo nel suo sporco bianco
e nero. Non mancano centinaia di piccoli dettagli che creano corpo su una
realtà storica dimenticata (il produttore dal nome ebreo; i vecchi programmi
televisivi; la direzione del cinema muto) di un cinema dal sapore menzognero ma
fantastico, intuitivo ma privo di tecnica, vivace e allegro ma in sostanza
profondamente triste (il rapporto d’amicizia tra Ed e Bela). La biografia di Ed
Wood è anche dunque un mezzo per aprire allo spettatore le porte dello
spettacolo, dei suoi trucchi (il cinema nel cinema), delle sue figure più
ridicole (che spesso arrivano dalla televisione già) nel quale però c’è sempre
posto per piccoli sentimenti (frazionati in un gruppo coeso). Sicuramente
l’approccio di Tim Burton, che ha da sempre abituato il suo pubblico al
fantastico ed all’incanto, mostra qui invece uno sguardo più disincantato (le
impurità cui è abituato il mago cialtrone Criswell) che però non affonda mai veramente
per cinismo ma semmai risulta davvero capace nel far emergere la romanzata storia
di un personaggio irraccontabile. È il cinema che parla e racconta del non cinema con un delicato senso del
disprezzo (chi è che succhia il sangue veramente, Bela Lugosi? La morfina? Il
successo? Ed Wood?). Il suo successo si è misurato alla distanza con lo
sdoganamento completo del cinema di genere a basso costo (gli effetti, forse involontari,
si vedranno anni più tardi con il recupero del cinema di genere americano prima
e poi italiano soprattutto) privo di vere star (o con star decadute) e animato
da comparse dai forti caratteri somatici e dai pessimi contenuti artistici (un
esempio su tutti il lottatore di catch Tor Johnson). Per gli appassionati del
cinema classico dell’orrore, Ed Wood
è anche un mosaico di citazioni (dalle inquadrature alla disposizione delle
luci, dai cartelloni pubblicitari ai divi chiamati in causa) e che verrà
ripreso e riutilizzato in un altro gesto d’amore per il cinema classico di
genere, quello fantascientifico portato sul grande schermo dallo stesso Tim
Burton con il successivo Mars attacks!
(1996) dove però non si ricorre ad alcuna biografia in particolare (per Ed Wood ha utilizzato quella scritta da
Rudolph Grey). Il film ha ottenuto l’Oscar per il miglior attore non
protagonista a Martin Landau (anche lui interprete di tanti Dracula e che
interpreta Bela Lugosi in un divertente omaggio apostrofato al genere) e per i
trucchi, cui ha partecipato anche Rick Baker. Le musiche del film sono state
composte da Howard Shore, firma pressoché unica delle colonne sonore dei film
del regista canadese David Cronenberg. Per creare la giusta atmosfera il
compositore ha utilizzato il theremin,
un particolare strumento di produzione sovietica che si suona sfiorandolo con
le mani poiché è un campo elettromagnetico a farlo vibrare. Fu scelto questo
strumento tra gli altri perché ad Hollywood esso era utilizzato soprattutto
come effetto per i dischi volanti.
Bucci Mario
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