Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!
Legato alla corrente Dada ed a quella dei Surrealisti, il
fotografo americano Man Ray fa un’incursione nel cinema con questo short di
brevissima durata. Utilizzando le basi della scrittura automatica, egli mette
insieme punes, giostre che girano, ombre, pezzi di carta ed il corpo di una
donna, ricreando un linguaggio carico d’espressività, ma privo d’immediato
riconoscimento, ermetico, costituito di un montaggio ejsensteniano serrato e capace d’essere dissonante ma armonico al
tempo stesso. Da un punto di vista tecnico, il suo contributo è consistito principalmente
nel liberare il rapporto con la pellicola, indirizzandolo su luoghi ancora
coperti da tabù tecnici: egli, infatti, al contrario di come si lavorava
all’epoca, pone la luce a metà strada tra il soggetto e la pellicola (aveva
inventato il rayografo, una macchina
non tradizionale d’impressione delle pellicola) alterando poi la pellicola
stessa illuminandola direttamente ed applicando oggetti ad essa (ottenendo così
i bianchi sparati per esempio). Il suo principale elemento quindi è tutto qui,
nel cambiamento del rapporto con l’oggetto pellicola e con lo schema narrativo
tradizionale, in quello che come dice il titolo, sarebbe un più giusto ritorno
alla ragione (sforzo razionale di andare sempre oltre). La pellicola fu
proiettata la prima volta durante una delle serate dadaiste organizzate a
Parigi nei primi anni Venti, Le coeur à
barbe, era il nome di quella organizzata in tale occasione.