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La casa - The evil dead
Anno: 1983
Regista: Sam Raimi;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 27-09-2005


La grande guerra

La casa.  Sam Raimi. 1983. USA.

Attori: Bruce Campbell, Sarah Berry, Ellen Sandweiss, Betsy Baker, Hal Delrich

Durata: 85’

Titolo originale: The evil dead

 

 

Cinque ragazzi vanno in vacanza in una casa affittata in un bosco. A cena la botola che da verso la cantina si apre da sola ed i due maschi, Scott e Ashley, vi trovano un libro, un registratore ed un pugnale. Ascoltando il nastro scoprono che il vecchio proprietario della casa con quel libro, il Libro dei Morti, fatto di pelle umana e scritto in sumero con il sangue, è in grado di portare in vita appunto i morti. Cheryl, la sorella di Ashley, è molto spaventata ed uscendo nel bosco è aggredita da rami e radici e violentata. Riuscendo a sfuggire, torna in casa chiedendo di essere accompagnata in città. Se ne incarica Ashley, ma inutilmente perché il ponte vecchio che permette l’accesso alla strada principale è crollato. Tornati a casa, poco dopo, in Cheryl si mostra la presenza di un demonio che aggredisce Linda, la ragazza di Ashley, ma che poi viene buttata nella cantina e lì rinchiusa da Scott. Shelly, la ragazza di questo, è posseduta poco dopo e i due maschi, aggrediti entrambi, sono costretti ad ucciderla ed a farla a pezzi. Seppelliscono i suoi resti e Scott decide di andar via lasciando Ashley da solo con Linda, anche lei posseduta da un demonio. Scott ritorna mezzo sfregiato perché aggredito da rami ed entità oscure del bosco. Scott muore sul divano e Ashley è costretto ad uccidere Linda, che però non riesce a fare a pezzi, ma la sotterra intera. La donna posseduta resuscita dalla tomba e Ashley la decapita con una vanga. Tornato in casa si accorge che Cheryl posseduta è riuscita ad uscire dallo scantinato così Ashley si ritrova ad aver a che fare sia con lei che con Scott, posseduto anche lui. Mentre sta per soccombere intuisce dell’importanza del libro sumero e gettandolo nel fuoco uccide entrambi i suoi ex amici. È tornata la luce e Ashley può uscire nel bosco. L’ultimo demone rimasto lo coglie di sorpresa.

Gran successo di pubblico ed inizio di un filone, quello delle case infestate, tra i più prolifici nel genere horror. Il film funziona, soprattutto perché l’esordiente regista, cosciente di tutti i passi fatti in avanti nel genere horror e slasher, utilizza i trucchi migliori per tenere il pubblico incollato alla sedia. Non si tratta solo di un’orgia di sangue e rantoli demoniaci, anche se è una delle componenti più grosse del successo di questa pellicola, ma anche di riuscire a dare presenza ad un soggetto, quello demoniaco appunto, che diventa elemento in più del racconto. Il film, infatti, inizia proprio con la soggettiva del demonio, con la m.d.p. che corre nel bosco, e che nel finale ripete lo stesso gesto, fino a possedere Ashley. In più il film, tirato sin dall’inizio, è un crescendo truculento privo di concetti intellettuali di fondo ma efficace negli effetti speciali, seppur artigianali, trasformandola in pura pellicola di consumo, comunque non male anzi, soddisfacente, perché ben girata (quando scompare la ragazza di Scott, il regista lo fa cercare attraverso diverse porte e tende, tirando la tensione, fino a farlo aggredire in soggettiva, senza mostrare quindi l’oggetto dello spavento, ma provocandolo con un solo braccio che prende per la gola Scott). Certo, non sono tutti elementi originali quelli del film, ma lo è la loro composizione: quando Scott entra in casa vi sono una serie d’oggetti ed ossa appese che alludono all’interno della casa de Non aprite quella porta (1974) di Tobe Hooper, la soggettiva del demone che spia dalla finestra ricorda quella di Michael Myers in Halloween: la notte delle streghe (1978) di John Carpenter, dal quale riprende anche l’uso del vuoto per creare tensione, sovraccaricando l’esterno della casa di nebbia come in Fog (1980), senza contare infine gli infiniti rimandi ai più riusciti zombie di George A. Romero ai quali i suoi possessi sono più vicini (sebbene dichiaratamente spoliticizzati), e che contravvengono quasi tutte le regole introdotte nel genere da L’esorcista (1973) di William Friedkin (che cioè basti chiudere la porta in faccia al demonio per non farlo entrare). Rimane una pellicola storica per il gore, che ha fascino tuttora. Lo stesso regista girò il primo sequel, La casa 2 (1987) ed un omaggio con l’ultimo episodio della sua personale trilogia, L’armata delle tenebre (1993). Tornando al primo episodio, nel film è assistente al montaggio il futuro regista (assieme al fratello Nathan) Joel Coen.

 

 

Bucci Mario

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