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Team America - Team America: world police
Anno: 2005
Regista: Trey Parker;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 27-09-2005


La grande guerra

Team America. Trey Parker. 2005. USA.

Attori: Marionette animate

Durata: 98’

Titolo originale: Team America: world police

 

 

Parigi. Un gruppo di terroristi talebani sta preparando un attentato nella capitale francese. L’intervento del Team America, sorta di polizia mondiale contro il terrorismo, sventa la minaccia distruggendo le meraviglie di Parigi. Inizia così la nuova, geniale, feroce critica cinematografica diretta da uno degli autori del cartone animato di successo South Park. Sostituendo i disegni che lo avevano reso celebre con pupazzi animati, marionette tenute con fili e dalle espressività man mano sempre più convincenti, ed introducendo ad un mondo dello spettacolo diviso tra patrioti e nemici della bandiera a stelle e strisce, Trey Parker inchioda il modello hollywoodiano per deridere un paese, una mentalità, ed un mestiere soprattutto, che fanno della rappresentazione (falsa) una verità morale. Se gli attori americani, quelli in carne ed ossa, diventano in questo momento storico pupazzi di un duello ideologico, perché non usare dei veri pupazzi a volte più espressivi di quelli originali? (vedi Alec Baldwin). È questa l’idea di base di un film per palati forti (tanto che è stato vietato ai minori di quattordici anni) e per tutti coloro che adorano le esasperazioni moralistiche fino alle loro contraddizioni. Tante le citazioni, ovviamente, il cui modello base è sicuramente quello dei Thunderbirds: i cavalieri dello spazio (1968) di David Lane, ma che dal cinema prendono anche da film come Top gun (1986) di Tony Scott, Face off – Due facce di un assassino (1997) di John Woo, Armageddon – Giudizio finale (1998) di Michael Bay, Matrix (1999) dei fratelli Wachowski, e naturalmente dall’ultimo arrivato, Kill Bill (2003-04) di Quentin Tarantino. È un film piacevole, che ha il difetto di non prendere una vera posizione, ma che ha il suo punto forte nell’assoluta credibilità dell’impianto scenico, oltre ogni aspettativa, anche se più adatto al pubblico americano (colto), capace di riconoscere tutti i pupazzi di carne ed ossa cui s’ispirano quelli tenuti dai fili. Rimarrà nella storia del cinema, a mio parere, la sequenza dell’accoppiamento.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]