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Le ballet mécanique
Anno: 1923
Regista: Fernand Léger;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 27-09-2005


La grande guerra

Le ballet mécanique. Fernand Léger. 1923. FRANCIA.

Attori: Animazione

Durata: 20’

 

 

Si tratta di un’esperienza del cinema sperimentale, il cui obiettivo principale, in questo caso, era di ottenere una forma di cinema puro basato sul ritmo delle immagini. Cosciente delle capacità del montaggio il pittore Fernand Léger, seguendo i percorsi del cubismo, mette insieme immagini di movimenti meccanici, sovrimpressioni caleidoscopiche e soggetti animati costruendo una sinfonia di ritmi per l’occhio. Riuscito solo in parte (i momenti migliori sono quelli concentrati sulla composizione delle gambe e sul ballo dell’omino con bastone e bombetta, chiaramente un omaggio a Chaplin) oggi può essere riletto anche sotto un altro aspetto, alla luce di un giustificabile abbaglio dell’epoca per le macchine ed il sistema di produzione in serie (cui sembra riferirsi principalmente il regista) sul quale si schiudono gli occhi della protagonista. Vista così, la consapevolezza del ritmo è sicuramente superiore nella sua portata industriale legata all’idea del progresso, che invece alle possibilità concrete dell’arte visiva. Si tratta comunque sempre di uno dei primissimi esempi di coraggiose sperimentazioni di nuovo mezzo di rappresentazione: il cinema, spesso in opere come queste, importante per le sue alte potenzialità microscopiche. Fu in ogni caso respinto, o non riconosciuto, dalla maggior parte dei cineasti o artisti legati al movimento surrealista [i], poiché molto più vicino alle influenze dada, dal quale i surrealisti avevano preso distanza. Il tecnico che accompagnò Fernand Léger in quest’opera non riuscita fu Dudley Murphy, più tardi co-sceneggiatore del film Dracula (1931) di Tod Browning.  

 

 

Bucci Mario

        [email protected]



[i] Antonio Costa. Saper vedere il cinema. Bompiani.