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L'uomo dagli occhi a raggi X - X - The man with X-ray eyes
Anno: 1963
Regista: Roger Corman;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 27-09-2005


La grande guerra

L'uomo dagli occhi a raggi X. Roger Corman. 1963. USA.

Attori: Ray Milland, Diana Van Der Vlis, Harold J. Stone, Don Rickles

Durata: 80’

Titolo originale: X - The man with X-ray eyes

 

 

Lo scienziato James Xavier ha scoperto un liquido X che messo sugli occhi permette di vedere attraverso le cose. La scimmia sulla quale ha testato il prodotto ha dato ottimi risultati, ma è anche morta d’infarto. Nonostante questo chiaro avvertimento, il dottor Xavier decide di usare il liquido su se stesso minacciato di perdere i fondi per le sue ricerche. Dopo aver dimostrato le capacità del liquido, i fondi gli sono ugualmente tagliati e poi, dopo aver salvato la vita ad una paziente sostituendo il medico che la doveva operare, è denunciato da questo per pratiche illegali. Costretto a sparire per un po’ uccide involontariamente un suo collega facendolo precipitare dalla finestra. È costretto così a mettersi in fuga ed in comica a lavorare in un circo come mago. Il suo padrone sente il profumo del business e gli apre uno studio di consultazione dal quale però egli fugge una volta che è ritrovato da una collega che all’inizio lo appoggiava nelle sue ricerche. Per continuare con gli studi, anche perché la situazione dei suoi occhi è notevolmente peggiorata, vanno al casinò dove le grosse vincite attirano l’attenzione dei gestori. Costretto a fuggire ancora una volta, e dopo essere finito in un burrone, arriva in una piccola tenda dove si sta celebrando una messa e lì, convinto dal prete, decide di strapparsi gli occhi.

Non allontanandosi mai troppo dalle arie sue preferite, quelle gotiche cioè, il regista Roger Corman realizza un film di fantascienza a bassissimo costo che segue alla lettera il più collaudato impianto del genere: scienziato folle, esperimento deleterio, redenzione e morte. Si accennava al gotico perché tutto questo ovviamente è raccontato con la tipica freddezza e distanza alla Poe (del quale Corman ha tradotto parecchi racconti sullo schermo) ma anche per quella spirale d’incubo nella quale le vicende del dottor Xavier trascinano lo spettatore.  Alla normale struttura narrativa si aggiunga ovviamente il discorso della vista, facoltà assoluta del cinema, e che sin dall’inizio sembra sottostare al testo originale, con quell’occhio che fissa lo spettatore e con quel riflesso luminoso (l’occhio di Dio cui allude il dottore nel finale) che ancora una volta riconsegna l’uomo ad una posizione più umana e terrestre. C’è anche da dire però che il medico Xavier non è un tipico scienziato pazzo, perché a tutti gli effetti egli ha una teoria valida che non viene, di passo in passo, o creduta o mal tradotta (per profitto). Si potrebbe affermare che arriva fino alla follia per mancanza di complicità nel tradurre in efficace una scoperta che egli è suo malgrado obbligato ad usare su se stesso. Si tratta in ogni modo di una posizione scomoda, che vacilla nel momento in cui lo stesso medico afferma di essere quasi vicino a Dio stesso. È lì la sua follia, e lì incomincia anche la sua caduta, nel suo atto di presunzione, nella sua scelta di mettersi arbitrariamente alla pari con il Creatore. Una burla, lo scetticismo del regista, nella possibilità che una tale scienza permetta solo di guardare le donne svestite (cosa che accade alla festa e che poi è il vero desiderio dell’imbonitore da fiera). Il direttore della fotografia è ovviamente Floyd Crosby, accompagnatore fisso del regista, ma anche del film Tabù (1931) diretto da F. W. Murnau e Robert J. Flaherty. Si potrebbe dire che ne L’uomo dagli occhi a raggi X c’è quasi tutto il primo cinema di David Cronenberg (fino a La zona morta (1983) e Inseparabili (1988) per il rapporto fatalistico tra scienza e destino dell’umanità) e forse anche lo spunto visivo per il film Essi vivono (1988) di John Carpenter.

 

 

Bucci Mario

[email protected]