Immagini
di un convento. Joe D’amato (Aristide Massaccesi). 1979. ITALIA.
Attori: Paola Senatore, Marina
Frajese, Donald O’Brien, Enzo Fisichella
Durata: 83’
Settecento. Nel convento di Santa
Fiora giunge Isabella, orfana nobile che un vescovo vuole allontanare dallo zio
malvagio. Il convento è però infestato dalla presenza di un demonio raffigurato
in una statua tenuta in giardino, e che spinge le monache a masturbarsi e ad
avere rapporti saffici. La focosità della situazione aumenta quando al convento
arriva un giovane. Questi infatti, interessato a spassarsela con le monache,
suscita in loro nuove fantasie, ma non riesce ad evitare di essere cacciato,
sorpreso a violentare la suora superiore. L’arrivo di un esorcista acquieta le
anime più ribelli, ma la morte dell’ennesimo coniglio del contadino dice che
forse il male è ancora lì.
Pellicola erotica per Joe D’amato,
che sceglie come al solito un tema provocatorio di base, l’ambientazione in un
convento, appoggiandosi (questa volta) anche su un testo scritto, almeno per come
citano i titoli di testa, traendo cioè ispirazione da La religieuse di Denis Diderot. In realtà, a parte alcune citazioni
e la sua forza provocatoria, il film è una sorta d’allenamento, preparazione
per il regista prima di entrare definitivamente nel circuito dell’hard. Musiche
di Nico Fidenco, qualche inquadratura che conserva la vecchia plasticità dello
sguardo del regista, un gran finale con l’esorcismo (le suore che si affacciano
sul corridoio come si trattasse di un quartiere a luci rosse) e davvero poco
altro: rapporto tra carcerato e carceriere, cameratismo saffico, martirio del
desiderio, finale aperto e qualcosa che ricorda le fiabe con boschi, cacciatori
e lupi. Non molte novità quindi da un punto di vista narrativo, ma parecchia carne ardente per chi vuole farsi un’abbuffata. Un anno prima uscì Interno in un convento (1978) di
Waleryan Borowczyk, impossibile ometterlo, sebbene il film polacco si sia
invece ispirato alla letteratura di Flaubert anziché quella di Diderot. Alcuni anni
dopo Massaccesi utilizzò lo stesso romanzo, La
religieuse, per realizzare La monaca
nel peccato (1986) [i].
Bucci Mario
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