Il porto delle nebbie. Marcel Carné. 1938. FRANCIA.
Attori: Jean Gabin, Michèle
Morgan, Michel Simon, Pierre Brasseur, Robert Le Vigan, Aimos
Durata: 90’
Titolo originale : Quai des brumes
Francia. Le Havre. Porto. Il
disertore dell’esercito coloniale Jean è in fuga e si rifugia, seguendo un
ubriaco, in un piccolo e sperduto chiosco in riva al mare. È notte e nel
chiosco, tra vari personaggi marginali, conosce Nelly, una ragazza che egli
scambia per prostituta. Poco dopo una banda di gangster ingaggia una sparatoria
con il vecchio proprietario. Sbuca fuori, fingendo di essere stato ferito lì
per caso, Zabel, un curioso uomo barbuto dall’aria sospetta. All’alba, andato
via anche questo, Jean e Nelly vanno a passeggio e quando la ragazza viene
importunata dai tre gangster che la sera prima avevano sparato al chiosco, Jean
dà una lezione a Lucien, loro boss. Quando Nelly fa ritorno a casa, dal
patrigno Zabel, questo, gelosissimo, la informa di essere al corrente che ha trascorso
la giornata con Jean, e quando questo, per coincidenza, entra nel suo negozio
per comprare un dono da fare a Nelly, i tre si siedono a tavola per un te. In
questa occasione Zabel viene dapprima accusato da Nelly di un omicidio e poi
aggredito da Jean dopo che questo ha rifiutato un suo ricatto. La sera Nelly e
Jean vanno al luna park dove Jean incontra ancora Lucien e lo schiaffeggia di
nuovo, umiliandolo davanti alla sua gang. Jean ha ottenuto nel frattempo i
vestiti e i documenti di un pittore suicida ed ha preparato la sua partenza il
giorno dopo per il Centro America. Dopo aver trascorso la notte con Nelly, la
mattina le dice la verità e s’imbarca. Nelly, tornata a casa, viene aggredita da
Zabel, accecato dalla gelosia, ma interviene Jean, intanto fuggito dalla nave
prima che questa salpasse. Jean uccide Zabel rompendogli la testa a colpi di
mattone. Una volta fuori dal negozio di Nelly, Jean viene ucciso da Lucine,
umiliato la sera prima.
Un melodramma dalle forti tinte
noir, avvolto nella nebbia, madre di spettri ed angosce che in riva al mare si
materializzano ogni volta che cala il sole. Pessimistico film di Marcel Carné
che costruisce una perfetta sceneggiatura ad incastro basandosi sul testo
originale Le Quai des brumes di
Pierre MacOrlan. Personaggi che affondano, vestiti di tristezza e sui quali
incombe il destino tragico della vita, la morte, che ti coglie alle spalle con
la faccia stupida di un gangster fantoccio, parodia di un modello che al
cinema, nel periodo in cui uscì il film di Carnè, già aveva un po’ meno da
dire. Un disertore cui la vita sembra incomincia a sorridere, diventa così la
vittima predestinata di una cinica scelta del destino. Per la sontuosità del
racconto e la particolare ambientazione scelta, tra marginali, perdenti e
solitari, il film rientra, secondo la critica cinematografica, nel filone
francese del realismo poetico
(corrente artistico-letteraria che va dal 1930 al 1945), soprattutto per
l’impianto narrativo (il personaggio solitario condannato dagli eventi, ed il
destino travestito da dialoghi) e per la realizzazione lirica sullo schermo
(fotografia di Eugène Schufftan). Personaggi carichi (Zabel e Nelly su tutti,
il primo dichiaratamente ispirato alla figura di Barbablù, la seconda che
propone una figura anomala di femme fatale, che
subisce), piccole, brevissime digressioni nella commedia, ma sempre tinte
di nero o accostate ad un’immediata sconfitta, rendono il film godibile, ed un
po’ sopra le righe. Il regista Carné con questa pellicola consolidò il suo
sodalizio con lo sceneggiatore Jacques Prévert, iniziato nel precedente La strana avventura del dr. Molineaux
(1937). Negli occhi, il carrello all’indietro che passa tra Michele Morgan e
Pierre Brasseur, con in campo Gabin che avanza frontale. Il film ottenne un
premio alla mostra di Venezia del 1938 (una medaglia di segnalazione per il
regista), ma fu possibile vederlo nelle sale italiane nella versione integrale
solo nel 1959 [i].
Bucci Mario
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