NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


L’esorcista 2: l’eretico - Exorcist II: the heretic
Anno: 1977
Regista: John Boorman;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 14-04-2005


L'esorcista 2

L’esorcista 2: l’eretico. John Boorman. 1977. USA.

Attori: Linda Blair, Richard Burton, Max von Sydow, Ned Beatty, Louise Fletcher, Paul Henreid

Durata: 103’

Titolo originale: Exorcist II: the heretic

 

 

Washington. Georgetown, USA. La giovane Regan Mac Neil, ragazza da qualche anno esorcizzata, non si è ancora ripresa dal trauma e frequenta uno studio di psicologi mentre la madre, attrice, è lontana impegnata in una turnè. S’interessa del suo caso il gesuita padre Phillip Lamont il quale, assieme alla psicologa Tuskin e tramite un particolare strumento ipnotico, riesce a mettersi in contatto telepatico con Regan ed a vedere non solo quanto accaduto durante l’esorcismo in cui Padre Merrin perse la vita, ma soprattutto l’origine del male che si è impossessata di lei. Grazie a questo incontro, Lamont conosce Pazuzu, il demone assiro dell’aria (rappresentato da una cavalletta) ed un ragazzo che nel passato era riuscito a sconfiggerlo. Deciso a sconfiggere anche lui il Maligno ed a liberare Regan, Lamont si reca in Etiopia per conoscere chi aveva sconfitto Pazuzu, ma al suo rientro è condannato dalla Chiesa come eretico e allontanato dal caso. Deciso comunque a completare la sua missione, padre Lamont va a Washington, nella casa dove era stato effettuato l’esorcismo, e riuscendo a strappare il cuore posseduto di Regan, salva la ragazza ma muore nel crollo della casa.

Sequel del fortunatissimo horror L’esorcista (1973) diretto da William Friedkin, questa volta incentrato più sugli aspetti psicologici e metafisici della rappresentazione del Male che su quelli splatter, sui quali il precedente capitolo aveva costruito la propria fortuna. Boorman, infatti, mette in piedi un solido impianto di confronto tra Bene e Male, in una sfida dal sapore effettivamente eretico (il riconoscimento da parte di Lamont di altre forme di religiosità votate al Bene) che si risolve, come nel primo caso, con un estremo gesto di fede. Sebbene questo secondo episodio si sia mostrato nettamente inferiore sul piano commerciale rispetto al primo, non è da sottovalutare tutta una serie di sottotesti (soprattutto lo scontro tra psicologia e fede, scienza e religione) che nel primo erano messi involontariamente in secondo piano. In questa pellicola, infatti, sono recuperati alcuni dialoghi del testo di William Blatty, fonte ispiratrice sia del primo che del secondo episodio, e che puntano l’attenzione sulla crisi mistica e di fede, la realtà religiosa di altri paesi, il riconoscimento dei limiti della scienza. Ma Boorman non si ferma solo a questo, anzi, soprattutto nella rappresentazione, ricava un delirio di sovrapposizioni, tra fantastico e reale (i viaggi compiuti da Lamont, veri o a cavallo della cavalletta Pazuzu) del tutto assenti nel primo episodio (la doppia sovrapposizione tra l’esorcismo e la seduta ipnotica, per esempio). Con questo film, infatti, il regista risalda due modelli religiosi (quello cattolico e quello pagano) opponendoli al Male, una volta che è riconosciuta la sua presenza. È questo uno degli aspetti che più interessa al regista, irrazionalista laico, affascinato dall’opposizione tra misticismo e realtà [i]. Anche il rapporto tra Regan e Lamont, costruito secondo le dinamiche del cinema classico sentimentale, arricchiscono il genere di una contaminazione sottile ma efficace, in una sorta di corteggiamento tra Bene e Male, ed un finale dal sapore melodrammatico in cui si svela l’inconciliabilità tra i due sentimenti superiori. Di grande impatto le scene in cui le locuste aggrediscono il popolo africano, senza eccessi d’immagini gore o spargimento di sangue, il film ha qualcosa d’italico, forse perché ricorda in qualche maniera L’anticristo (1974) di Alberto De Martino, molto vicino al film di Boorman, sia per la volontà di approfondire il contrasto tra scienza e fede religiosa, sia nella sua struttura narrativa. Musiche di Ennio Morricone sia per il film italiano che per quello di Boorman (meno di una coincidenza quindi). Dopo la prima del film, il regista Boorman applicò un taglio di quindici minuti e cambiò il finale (che vedeva l’esorcista sopravvivere). A chiudere la trilogia L’esorcista III (1990) di William Peter Blatty (l’autore del romanzo) ed a riaprirla il recente L’esorcista: la genesi (2004) di Renny Harlin.

 

 

Bucci Mario

[email protected]

 



[i] Franco La Polla su Alfonso Canziani. Cinema di tutto il mondo. Mondatori.