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Spider baby - Spider baby, or the maddest story ever told
Anno: 1964
Regista: Jack Hill;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 20-04-2005


Spider baby

Spider baby. Jack Hill. 1964. USA.

Attori: Lon Chaney Jr, Carol Ohmart, Quinn K. Redeker, Beverly Washburn, Jill Banner.

Durata: 85’

Titolo originale: Spider baby, or the maddest story ever told aka The liver eaters aka Cannibal Orgy

 

 

America del nord. Un uomo seduto su una poltrona racconta della sindrome di Marrye, una sindrome che colpisce i bambini all’età di dieci anni con una forte regressione mentale che con il passare degli anni può condurli ad atteggiamenti violenti e cannibaleschi. Lui è Peter Howl, e spiega quanto ha visto dieci anni prima. Flashback. Un postino, introducendosi nella villa dei Marrye, rimane incastrato in una finestra e ucciso a colpi di coltello dalla piccola Virginia. A scoprire il cadavere è Bruno, il maggiordomo di famiglia, appena rientrato in casa con Ralph, il cugino demente di Virginia ed Elizabeth, l’altra sorella. Il postino era venuto per consegnare una lettera nella quale si annunciava che un avvocato sarebbe arrivato proprio quel giorno con due zii che avrebbero ereditato la casa perché unici eredi rimasti del padre delle ragazze. Il corpo del postino è fatto sparire nel sottoscala dove è tenuto il pericoloso zio Nedjett. All’appuntamento si presentano gli zii Peter ed Emily, più tardi raggiunti dall’avvocato Schlocker e la sua segretaria Ann Morse. Per risolvere le questioni legali, decidono di fermarsi a dormire e dopo una cena decisamente difficile, nella quale è servito anche un gatto morto, Ann si fa accompagnare da Peter a trovare un posto in città dove dormire mentre Emily si barrica in una stanza della casa e l’avvocato si aggira con una lampada per le stanze cercando di capire qualcosa di più della famiglia. Purtroppo per lui finisce nel sottoscala dove è poi raggiunto da Virginia ed Elizabeth che lo uccidono. Bruno, convinto che le cose possano peggiorare, decide di allontanarsi per andare a prendere qualcosa che metterà tutto a posto. Ralph intanto, cerca di calarsi dalla finestra per spiare Emily la quale, accortasi della sua presenza, scappa dalla stanza scoprendo le due fanciulle occultare il cadavere dell’avvocato. La donna cerca di fuggire dalla casa, ma in giardino è raggiunta proprio da Ralph. Nel frattempo fanno ritorno Peter ed Ann che non hanno trovato posto in città. I due vengono divisi e mentre Peter concede a Virginia di giocare al ragno e l’insetto, Ann viene sequestrata e portata nel sottoscala dove i tre ragazzi provano a tagliarle una gamba. Fa il suo ritorno Emily la quale cerca di aggredire Ralph, ma cade fra le mani di Nedjett e di altre due mostruose zie segregate nel sottoscala. Peter riesce a liberarsi della ragnatela che Virginia gli ha legato attorno e, all’arrivo di Bruno, riesce a fuggire con Ann. Bruno ha portato della dinamite con la quale fa saltare in aria la casa. Foward. Peter chiude il suo racconto dicendo di essersi sposato con Ann e di aver avuto una bambina la quale, una volta fuori di casa, rimane affascinata da un ragno.

Storia singolare portata sullo schermo da un regista atipico e poco conosciuto, uscito dalla factory di Roger Corman. Tra il grottesco ed il surreale, molto simile alla messa in scena della più famosa famiglia Addams, il viaggio in questa folle famiglia ha contorni macabri e morbosi, davvero originali per l’epoca. Velata di un sottile humour di difficile gusto, Spider baby è una delle prime pellicole che accenna al cannibalismo (solo nelle didascalie però, senza un effetto scenico vero) che serve allo spettatore invece un particolare doppio rapporto con la carne, sesso\cibo (il corpo di Emily prima oggetto degli sguardi di Ralph e poi violentata dallo stesso, ma anche il gioco morboso tra Peter e Virginia che per alcuni versi sembra accennare a Lolita (1962) di Stanley Kubrick). Il film ripete ovviamente una serie di clichè del genere horror che presto, con l’avvento del new horror saranno sorpassati come l’ambientazione assolutamente isolata e contadina, l’effetto scenico degli animali impagliati, il finale aperto. Il regista, oltre a costruire pregevolmente alcuni momenti di tensione (ben riusciti quasi tutti gli agguati, soprattutto il primo, che coinvolge il postino) ed altri capovolgimenti narrativi (il gioco del ragno e poi l’attacco dei ragni veri) mostra una notevole capacità di caratterizzazione dei personaggi (per esempio la doppia natura di Virginia, aggressiva e dolce, che prima uccide e poi si rivede che gioca con la corda) e di gestione degli attori, lavorando con un Lon Chaney Jr. in piena fase alcolica della sua carriera [i]. Ancora più impegnativo per Jack Hill fu portare a termine un vero lavoro low cost, in soli dodici giorni di riprese. A causa di un processo fallimentare che coinvolse la casa di distribuzione cui era stato affidato il film, uscì nelle sale solo nel 1968.

 

      

Bucci Mario

        [email protected]



[i] Gianfranco Galliano. Dossier allegato al n. 12 della rivista di genere Nocturno