Fury. Brian De Palma. 1978. USA.
Attori: Kirk
Douglas, John Cassavetes, Carrie Snodgress, Amy Irving, Charles Durning, Daryl
Hannah, Jim Belushi
Durata: 118’
Titolo originale: The fury
Medio Oriente 1977. Peter
Sanders, dei servizi segreti, e suo figlio Robin, hanno deciso di far ritorno
negli Stati Uniti, a Chicago. Sulla spiaggia nella quale stanno facendo
colazione però un commando di palestinesi li attacca attentando alla vita di
Peter. Ad organizzare l’azione è stato Childress, un collega di Peter. Chicago
1978. Scampato all’attentato e perse le tracce di suo figlio, Peter semina gli
uomini di Childress e si mette alla ricerca di Robin. In una scuola intanto, la
giovane Gillian Bellaver prende coscienza di avere dei poteri esp e chiede alla
madre di essere lasciata qualche settimana in un istituto dove studiano questi
fenomeni. Qui la ragazza, sotto l’occhio attento dell’infermiera Hester e di
altri medici, dimostra di avere poteri superiori a tutti gli altri ragazzi che
frequentano l’istituto. Hester è anche la donna di Peter e da lui viene
contattata per dargli una mano a trovare Robin, anch’egli dotato di poteri esp,
e che solo con l’aiuto di Gillian può essere individuato. Ad interessarsi di
Gillian però è anche Childress che sta dietro all’istituto, in realtà fucina
per scoprire persone dotate di eccezionali poteri e che possono essere
utilizzati dal governo americano contro i paesi nemici. Grazie all’aiuto di
Hester, Gillian riesce a fuggire dall’istituto e viene recuperata da Peter, ma
l’infermiera muore in un incidente. Nel frattempo Robin, che ha una relazione
con una collega di Childress, dimostra poca tolleranza ed una propensione alla
violenza. Ad un luna park, infatti, notati alcuni arabi, egli con i suoi poteri
fa in modo che una giostra sulla quale due emiri si divertono provochi un
incidente uccidendoli tutti. Grazie a Gillian, Peter individua la casa dove
Robin è tenuto e dove nel frattempo il ragazzo ha appena ucciso la sua
compagna. Catturato da Childress, Peter si ritrova con il figlio sul tetto, ma
da lui viene aggredito. Il ragazzo cade e muore e Peter decide allora di
suicidarsi lasciandosi cadere anche lui. Childress, perso il ragazzo, ha adesso
per le mani Gillian. Il giorno dopo l’uomo le domanda di collaborare ma la
ragazza lo uccide facendo esplodere il suo corpo.
Collage di generi
cinematografici, con maggiore propensione al cinema di spionaggio ed a quello
parapsicologico. Con un occhio alla carriera di Alfred Hitchcock [i], uno
al romanzo di John Farris (al quale il film è ispirato e che ha collaborato
alla stesura della sceneggiatura) ed un piacere personale nel mostrare il
sangue, il regista Brian De Palma realizza un bel lavoro carico di suspence,
dilatato ma crescente, e che non rinuncia a gags o intelligenti momenti di distensione
comica. Il film, infatti, inizia come un war movie (Kirk Douglas che imbraccia
il mitra e uccide la maggior parte dei palestinesi), prosegue come una commedia
(tutta la parte in cui Douglas tiene sotto sequestro una famiglia e poi
l’incontro con i poliziotti) continua come un film di spionaggio e si conclude
con due sequenze splatter degne di un film horror. A causa proprio di tutti
questi ingredienti, il film mostra il difficile carattere (tipico di De Palma)
che non permette una sua facile definizione. È per questo motivo quindi che
solitamente lo si definisce un film di fantascienza [ii]. A
parte queste considerazioni su dove collocare Fury in un’eventuale videoteca, il film ha più motivi per lasciarsi
apprezzare. Innanzi tutto prosegue il discorso sulla mente affrontato anche con
il precedente Carrie – Lo sguardo di
Satana (1976), consegnando ancora una volta al corpo femminile
(soprattutto, anche se qui c’è pure Robin) la facoltà di far sanguinare (e
quindi il rapporto tra donna e sangue), poi il tema del doppio (doppia faccia
dei servizi segreti Childress\Sanders; doppio potere quasi gemellare
Gillian\Robin) e infine un modo di girare assolutamente personale (anche se
classico, visto che molte volte riprende proprio Alfred Hitchcock) che in
questa pellicola è ancor più che nelle precedenti firma e stile del regista.
Carrelli lentissimi che sembrano spiare, cambi d’inquadratura costanti e
molteplici (per non parlare dell’ultima esplosione di Childress), zoom che si
allargano e stringono nel passaggio dalla notte all’alba, rallenti emotivi, ed
una fotografia molto colorata (di Richard H. Kline) arricchiscono un
immaginario visivo già di per sé ricco e dotato di padronanza del mezzo. Fury, come la maggior parte delle
pellicole di Brian De Palma, cade dalla tela sul pubblico come solo il buon
cinema riesce a fare. Su tutte, tre sequenze: quella in cui Gillian sulle scale
sente della presenza passata di Robin, quella della fuga dall’istituto e
naturalmente quella della morte di Childress. Non a torto Fury è uno dei film che anticipa, apre e gestisce gli anni ottanta.
Molto bravi tutti gli attori, soprattutto Douglas, in questo film capace di
passare da un genere all’altro, praticamente in mutande. Tra le comparse, particina
per Daryl Hannah e Jim Belushi. Una cosa è certa, infine, che Fury deve sicuramente aver ispirato Scanners (1981) di David Cronenberg,
oltre che per il soggetto del film, soprattutto per quelle esplosioni del corpo
che tanto hanno caratterizzato questo fenomeno di parapsicologia (in De Palma
l’autore degli effetti è Rick Baker, mentre in quello di Cronenberg è Dick
Smith). C’è anche da dire che Cronenberg a differenza di De Palma, elimina ogni
artificio narrativo (gags e melodrammi) per asciugare un soggetto già di per sè
interessante e ridurlo al tema del rapporto tra mente e corpo, sfruttando la
forza narrativa del doppio. Infine, anche il contatto rivelatore di Gillian
sulle scale anticipa la fobia del contatto utilizzata sempre dal regista
canadese per un altro suo film, La zona
morta (1983).
Bucci Mario
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