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L'implacabile - The running man
Anno: 1987
Regista: Paul Michael Glaser;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 30-11-2004


La grande guerra

L’implacabile. Paul Michael Glaser. 1987. USA.

Attori: Arnold Schwarzenegger, Maria Conchita Alonso, Richard Dawson, Yaphet Kotto, Jim Brown

Durata: 100’

Titolo originale: The running man

 

 

Anno 2019. Gli Stati Uniti si sono trasformati in uno Stato di Polizia a seguito del crollo dell’economia mondiale e un movimento di resistenza cerca di opporsi a quanto sta accadendo nel mondo. È notte e durante un viaggio di ricognizione il militare Ben Richards si rifiuta di sparare su una folla di manifestanti perché disarmati. È destituito ed incarcerato. Nella colonia penitenziaria, assieme ad altri ribelli, Richards organizza una sommossa e riesce a fuggire. Los Angeles. Richards viene introdotto in un mondo sotterraneo dove altri uomini stanno organizzando la rivoluzione contro il sistema televisivo che sta sottomettendo le culture mondiali. Lo show più seguito, The running man, caratterizzato da atroci violenze, è lo spettacolo più popolare di questa struttura gestita dallo stato. Quando Richards viene nuovamente catturato, è proposto per diventare un nuovo concorrente dello show televisivo, il cui obiettivo è la sopravvivenza. Assieme a lui sono spediti nel gioco, che si svolge in una caccia senza quartiere, altri rivoluzionari. Dopo aver eliminato la maggior parte dei coloriti nemici, ed acceso le speranze della popolazione, Ben Richards è mostrato al pubblico morto per mano del gladiatore migliore del network. In realtà si tratta di una falsa ricostruzione digitale che lo stesso Richards riesce a smascherare raggiungendo i vertici dello spettacolo e mostrando al pubblico la verità.

Ispirato all’omonimo romanzo di Stephen King (che si firmò Richard Bachman), il film mette insieme elementi della cultura fantascientifica più recente (vedasi le ambientazioni urbane scure alla Blade runner (1982) di Ridley Scott ed i temi orwelliani del controllo attraverso la televisione) ed altri di natura più classica (come la lotta fra gladiatori), con il risultato di realizzare un film divertente ed al tempo stesso impegnato. Attraverso quest’originale commistione di culture, Glaser porta a casa uno degli action movie migliori degli anni ottanta, nonché riesce a far sembrare simpatico un attore, come Arnold Schwarzenegger, solitamente impegnato in ruoli senza spessore e di volgare natura eroico\edonistica. L’uomo che corre è una perfetta metafora della condizione del cittadino americano, stordito dalla televisione e sottoposto ad un confronto quotidiano che, pena la morte, costringe ogni individuo alla lotta per la sopravvivenza. L’eccesso di questo sistema è proprio la spettacolarizzazione di questa sopravvivenza, trasformata in puro intrattenimento. Da un punto di vista narrativo invece, la struttura utilizzata nel film è fin troppo semplice: costruita in maniera lineare si basa principalmente sui progressivi confronti di forza tra il protagonista ed i gladiatori al soldo del network, fino al capovolgimento finale. A tale proposito un breve accenno agli apprezzabili abiti dei diversi gladiatori cattivi, rappresentanti gli elementi della cultura moderna come l’elettricità, la macchina, il fuoco, che prendono spunto a loro volta dalla ormai diffusissima cultura dei fumetti. Queste due valutazione ci mostrano la vera natura videogame del film la quale, solitamente, fa storcere il naso alla maggior parte della critica. Purtroppo ciò è vero, ma per questa pellicola bisogna assolutamente guardare oltre. C’è da fare una breve considerazione riguardo al film però: esiste in Italia un prodotto, e precisamente I guerrieri dell’anno 2072 (1983) di Lucio Fulci, che oltre ad essere identico nella sostanza (anche se uno dei peggiori del regista italiano) è molto simile anche nella forma. Cito a proposito proprio una battuta tratta dal invece film di Glaser: La verità? Non è popolare di questi tempi.

 

 

Bucci Mario

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