NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


28 giorni dopo - 28 days later
Anno: 2002
Regista: Danny Boyle;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Gran Bretagna; USA; Olanda;
Data inserimento nel database: 30-11-2004


La grande guerra

28 giorni dopo. Danny Boyle. 2002. G.B.-USA-OLANDA.

Attori: Cillian Murphy, Naomie Harris, Brendan Gleeson, Megan Burns, Christopher Eccleston, Noah Huntley

Durata: 112’

Titolo originale: 28 days later

 

 

Londra. Gran Bretagna. Un gruppo di attivisti irrompe in un centro dove si studiano i primati. Il loro intento è di liberarli tutti, ma non sanno che quegli animali sono infetti, hanno la rabbia. Londra. Gran Bretagna. 28 giorni dopo. Jim si risveglia su un letto d’ospedale. Intorno a lui nessuno. La struttura è vuota. L’intera città è vuota e deserta. È stata evacuata a causa della diffusione della rabbia. Jim esce dall’ospedale e va in giro fino a che non entra in una chiesa e viene aggredito da un prete contagiato; riesce a fuggirgli e viene tratto in salvo da due ragazzi, Selena ed un altro, che gli raccontano quanto è accaduto, perché lui è appena uscito da un coma a causa di un incidente stradale. Jim chiede allora di andare a casa sua per constatare della morte dei suoi famigliari ed, infatti, li trova entrambi che si sono tolti la vita augurando al figlio di non risvegliarsi dal coma. In casa, la notte, vengono aggrediti da altri contagiati e l’amico di Selena deve essere ucciso perché rimane infettato. Jim e Selena si rimettono in marcia e si accorgono di una luce intermittente in un grattacielo. Raggiunto il posto conoscono un padre ed una figlia barricati in un appartamento. Grazie ad una radio intercettano il segnale di alcuni militari asserragliati vicino Manchester. Tutti e quattro si mettono in marcia verso Manchester ma, una volta giunti sul posto, il padre della piccola Anna rimane infettato e viene abbattuto dai militari. Qui Jim, Selena e la piccola Anna sono accolti in una lussuosa villa da uno sparuto gruppo di uomini che, senza speranza, si difende ad oltranza contro gli assalti dei contagiati. In un piccolo giardino è tenuto alla catena un contagiato, ex commilitone, che loro usano per capire quando questi esseri mostruosi e violenti cedono per la fame. Lo scopo dei militari diventa però quello di usare le due ragazze e poiché Jim si ribella, viene allontanato dal campo. Condotto nella boscaglia per essere giustiziato, riesce a fuggire ai soldati ed a tornare alla villa. Prima che le ragazze vengano usate dai militari, Jim libera l’infettato tenuto in catene in giardino, scatenando un altro contagio. Recuperate le ragazze, Jim riesce a fuggire dalla villa ma viene sparato dal colonnello prima che questo diventi vittima dei rabbiosi contagiati. Il trio riesce a partire ed a stabilirsi in una villa dove preparano un’enorme scritta AIUTO da esporre al passaggio degli aerei di ricognizione. Nel mondo esiste una speranza di sopravvivenza.

Aggiornamento del tema apocalittico, corposo e ottimamente girato (uno dei migliori film dell’anno in cui è uscito nelle sale), ricco di ritmo, tensione e sottotesto. Primo fra tutti quello scientifico antropologico, infarcito di citazioni kubrickiane che mettono insieme Arancia meccanica (1971) (nella scena della scimmia costretta a guardare la violenza sugli schermi) e 2001: odissea nello spazio (proprio per il riferimento alle scimmie) partendo quindi da una bestialità di fondo che ci distingue in quanto esseri (non troppo) evoluti; poi quello teologico (l’aggressione del prete in chiesa, le teorie new age del militare giustiziato, lo scopo della vita, la salvezza); ed infine quello antimilitarista, forte in tutta la seconda parte del film, ottenuto soprattutto grazie al doppio rovesciamento del significato dato alla vita: amare o sopravvivere? Jim e Selena scelgono di amarsi, ma una volta trovati i militari (la speranza che cercavano) trovano un gruppo che invece ha scelto di sopravvivere senza amore ed al quale Jim decide di ribellarsi, anche a costo della morte di tutti. La salvezza non è la resistenza militarizzata, anzi, questa è proprio la causa del rabbioso contagio. Il progresso è un aereo che vola nel cielo, tanto quanto una macchina per cucire antiquata che permette a Selena di scrivere Aiuto. Tornando all’aspetto più prettamente cinematografico, Danny Boyle sceglie di partire dal classico tema della contaminazione e del contagio apocalittico, già vivo in pellicole come L’ultimo uomo della terra (1964) di Ubaldo Ragona e La città verrà distrutta all’alba (1973) di George A. Romero, ma gli spunti più grossi appartengono a Il giorno degli zombi (1985) ancora di George A. Romero, al quale sottrae l’ambientazione (ed il tema critico antimilitarista) nonché la figura del contagiato tenuto in catene. Girato in digitale con un rigore ed una velocità indiscutibili, il film gode anche dell’ottima fotografia di Anthony Dod Mantle e di un’ottima selezione musicale, spesso usata come contrasto a scene davvero forti. Danny Boyle ha confermato ancora una volta, su un soggetto di Alex Garland, di essere uno dei registi più interessanti uscito dal decennio passato. Davvero un film questo 28 giorni dopo, al contrario di molti altri che si accontentano di essere delle buone pellicole. Attenzione ai titoli di coda dopo i quali un finale diverso (e senza speranza) ricaccia i protagonisti nell’incubo.

 

 

Bucci Mario

[email protected]