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Una lucertola con la pelle di donna
Anno: 1970
Regista: Lucio Fulci;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia; Spagna; Francia;
Data inserimento nel database: 24-11-2004


La grande guerra

Una lucertola con la pelle di donna. Lucio Fulci. 1970. ITALIA-SPAGNA-FRANCIA.

Attori: Florinda Bolkan, Stanley Baker, Jean Sorel, Silvia Monti, Leo Genn, Anita Strindberg

Durata: 95’

 

 

Londra. La signora Carol Hammond sogna ripetutamente di passare in luoghi affollati di gente nuda. Confessa al suo psicanalista di sognare spesso anche rapporti saffici con la sua vicina di casa, Julia Durer la quale ha una vita sregolata e piena di conoscenze nel mondo beat. Una notte però, la signora Hammond sogna di uccidere la sua vicina di casa che poco dopo viene trovata veramente morta nel suo appartamento. Sul luogo del delitto sono ritrovati anche alcuni indumenti, compresa l’arma del delitto, un tagliacarte, che conducono direttamente alla signora Hammond. Il padre della donna, eminente avvocato, in un primo momento cerca di aiutarla, accusando addirittura il marito poiché forse ricattato per un adulterio, ma alla fine si suicida incolpandosi dell’omicidio, quando intanto sono morte altre due persone. In realtà l’ispettore Calvin scopre che l’assassina è proprio Carol Hammond che aveva una storia con la vittima la quale aveva provato a ricattare il ricco padre.

Thriller alla Fulci, ed uno dei migliori del maestro. Per la prima mezz’ora si assiste ad un vero e proprio viaggio lisergico, fatto di colori ed inquadrature plastiche, esperimenti e forzature barocche, un sogno che presto però il maestro trasforma in un incubo, in un delitto eseguito con ferocia. Saffico e d’ispirazione freudiana, meno manieristica e ridicola di tante altre trasposizioni psicanalitiche sul grande schermo, il film prosegue sulla scia del giallo (forse pretenziosamente) senza rinunciare a colpi di scena d’effetto, fuori conteso ma comunque efficaci, come la stanza d’ospedale dove Carol Hammond trova i cani sezionati o gli incubi che la stessa sogna in stati di delirio. Le musiche di Ennio Morricone (dirette dal solito Bruno Nicolai), la fotografia di Luigi Kuveiller, gli effetti speciali di Carlo Rambaldi, la mano di Ubaldo Terzani alla m.d.p. e il montaggio di Jorge Serralonga (guardare il ritmo della scena in cui l’hippy dai capelli rossi cerca di sfondare la porta o alcuni primi piani della Bolkan, che quasi anticipano il montaggio dogma) garantiscono comunque un film discreto, sicuramente forte al tempo in cui uscì per la prima volta in sala. Forse un po’ incompiuto, il film ha un grande difetto, che sazia cioè troppo lo spettatore nella prima parte dilatando l’effetto da incubo psichedelico e abbandonando troppo presto il senso onirico di questo viaggio nel subconscio criminale. Rimane ugualmente uno dei migliori film di Fulci tanto che recentemente è stato portato a Venezia dal regista americano Quentin Tarantino che ha diretto la sezione speciale dedicata proprio a B movie italiani.

 

 

Bucci Mario

[email protected]