Beneath the valley of the ultravixens. Russ Meyer. 1979. USA.
Attori: Francesca
Kitten Natividad, Anne Marie, Ken Kerr, Lamar Shedd, June Mack, Pat Wright,
Michael Finn, Steve Tracy, Sharon hill
Durata: 93’
Texas. U.S.A. Un uomo fa finta di
suonare mentre nella stessa stanza una procace bionda gioca con un computer.
Vestito da fantasma, in una bara, l’uomo si fa amare dalla sensuale donna. Un
fattore presenta i protagonisti della storia. L’insaziabile Lavonia fa di tutto
per attirare l’attenzione del suo uomo, Lamar, ma quando ci riesce lo scopre
interessato solo al suo posteriore. Offesa e preoccupata delle tendenze del
marito, Lavonia fugge di casa e si lascia possedere da un camionista. Il giorno
dopo, a seguito di una riappacificazione tra i due, Lavonia violenta un ragazzo
in un lago e Lamar è costretto ad avere un rapporto con il suo capo donna, Sal.
Anche con lei però l’uomo sente l’istinto di possederla da dietro. Nel
frattempo un rappresentante di lingerie capita dalle parti di casa di Lavonia e
si lascia sedurre dal suo insaziabile appetito. Cacciato dalla sua padrona per
quanto ha fatto, Lamar prende una pausa in un bar dove Lavonia, sotto il falso
nome di Lola Langusta, fa la strip dancer. Approfittando del fatto che il suo
uomo si ubriaca, Lavonia riesce ad ottenere da lui un normale rapporto
sessuale. Di ritorno a casa però, Lamar scopre quanto accaduto e trova per
giunta la sua donna a letto con il camionista. Dopo aver cacciato l’uomo da
casa sua, appoggiato dalla stessa moglie, Lamar decide di rivolgersi ad uno
specialista, in realtà dentista con diverse tendenze. Qui Lamar ha il solito
rapporto con l’infermiera ma il medico si scopre attirato proprio da lui.
Mentre Lamar è costretto a nascondersi dalle voglie del medico, Lavonia si
lascia intrattenere dall’infermiera. Per risolvere i suoi problemi, Lamar è
lasciato dalla moglie presso Radio Rio Dio, la radio dell’amore. In una sorta
di battesimo, la conduttrice del programma, una procace bionda, riesce ad avere
un rapporto normale con Lamar. Lavonia ovviamente ne approfitta per consumare
ancora una volta l’adulterio con il camionista. Ritornato a casa, Lamar
finalmente riesce a gustare un intenso rapporto ordinario con la moglie.
Storia di sesso ordinario e
straordinario per l’ultimo lavoro di Russ Meyer, farcito ovviamente di
tantissime allusioni (lancette, gambe di tavoli, oggetti che entrano ed escono)
che in una storia senza pretese o trama effettiva danno senso ad un discorso
ormai arrivato alla frutta (l’insieme dei dettagli è superiore alle
inquadrature di ampio respiro alle quali ci aveva abituato il regista). Questa
pellicola, più di altre però, mostra gran parte della filosofia di Russ Meyer:
le donne sanno quel che fanno e sanno come ottenere una cosa, l’uomo è oggetto
e orizzonte di queste volpi del deserto. La rivincita delle donne passa
anche per gli abusi sessuali cui queste sottopongono lo sfortunato Lamar,
sempre più simbolo del maschio vittima di pruriginosi istinti femminili.
Importante quindi la scelta delle ambientazioni che, oltre per rispettare la
necessità di lavorare a basso costo, hanno reso caratteristiche tutte le
pellicole del regista, partecipando in maniera contestuale alla storia. Al
deserto esistenziale delle prime opere, qui subentra il deserto del consumo e
della produzione di massa, alla pompa di benzina di Supervixens (1975)
simbolo del tesoro degli stati del sud dell’America provinciale, subentra uno
sfasciacarrozze dove lavora il protagonista, simbolo del riciclo e del trash.
Ancora una volta poi, è la radio il filo conduttore della narrazione e del
montaggio, in questo caso una radio davvero particolare, che prende il nome di Radio
Rio Dio, con evidenti allusioni all’amore cattolico, qui frainteso (o ben
inteso) come amore fisico e sessuale (il battesimo di Anne Marie nella vasca).
Allusioni, citazioni, parodie, come sempre tantissime: una su tutte quella de Lo
Squalo (1975) di Steven Spielberg, nell’aggressione di Lavonia al giovane
natante. Assurdo come l’insieme dei testi spacciati per dialoghi, il film diventa
spassoso ed insuperabile quando gli uomini aggrediti mostrano la propria
sconfitta con schiume colorate che escono dalla bocca o quando un suono
corrisponde solo all’immagine che richiama e non alla sua necessità realistica
di rappresentazione oggettiva. Beneath the valley of the ultravixens è
quindi un fumetto di esasperazione erotica, costruito su suoni onomatopeici e
realizzazioni ginniche e parodistiche dell’atto sessuale, che purtroppo però
hanno meno da dire rispetto ai lavori precedenti. Inutile giudicare gli enormi
baratri sui quali si affaccia spesso la sceneggiatura (Lamar che non riconosce
la sua Lavonia travestita da Lola Langusta) perché non è questo ovviamente che
Meyer chiede al suo pubblico. La scelta di mostrare la strip dancer come
necessaria per rendere il maschio tale, sembra un omaggio personale alla
passione giovane del regista, che già con il suo Mondo Topless (1966)
aveva mostrato per l’ambiente delle strip teasers. Assolutamente geniali
(fuori di testa) le inquadrature da sotto il letto che esasperano la necessità
di guardare dello spettatore, fino a far scomparire il ripieno dei materassi
per mostrare i corpi poggiati sulle semplici molle che costituiscono
l’immaginario giaciglio. Russ Meyer compare nel finale, chiamato in causa dal
fattore, che commenta le assurde vicende di questa pellicola. Il fattore
stesso, è l’unico collegamento con il precedente Supervixens (1975): è
il tedesco che insegna al figlio quindicenne come avere un rapporto (con la
madre!!!).
Bucci Mario
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